recensione horizon kevin costner
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Horizon: An American Saga – Capitolo 1

Non è ben chiaro se Kevin Costner abbia capito il perchè del suo colossale flop al botteghino, però gli oltraggiosi 181 minuti di questo "Capitolo 1" sono esemplificativi di quanto sia andato storto. Soprattutto in fase di montaggio e nella testa di Kevin Costner.

2.6
(14)
Ambientato nel periodo dell’espansione verso Ovest degli Stati Uniti, il film segue le vicende di un gruppo di pionieri, esploratori e indigeni che si trovano a confrontarsi con le sfide e le difficoltà di un’America in trasformazione. La storia si concentra sul sogno americano di esplorare nuovi territori, ma anche sul conflitto tra la spinta alla conquista e il rispetto per le popolazioni indigene, mettendo in luce le complesse dinamiche sociali, culturali e politiche dell’epoca.
Tra i protagonisti principali ci sono un ex soldato tormentato dal suo passato, una giovane donna che cerca l’indipendenza in un mondo dominato dagli uomini e un capo indigeno che lotta per proteggere il suo popolo.

Il sogno di creare una saga epica del Far West americano sembra essersi trasformato in un brutto incubo per Kevin Costner, e anche per quei pochi spettatori che hanno speso tre ore del loro tempo per assistere a questa pellicola. E sorprende ancora di più se si pensa che Costner aveva nel cassetto il desiderio di realizzare Horizon sin dal 1988, quando aveva già in testa un’idea piuttosto precisa della trama che sarebbe dovuta svilupparsi in un solo film. Nel 2003 era stato anche vicino a realizzarla dopo il “successo” di Terra Di Confine – Open Range (suo 3° film da regista dopo Balla Coi Lupi e L’Uomo Del Giorno Dopo che a fronte di 22 milioni di dollari di budget ne ha incassati 68), ma i tempi non erano maturi visto che si vide negata la produzione da parte di tutte le case cinematografiche di Hollywood.
Fast forward nel 2024, sulla scia del successo di Yellowstone a cui il genere western deve moltissimo visto che ha rilanciato il filone anche con i vari spin-off 1883 e 1923, finalmente Kevin Costner è riuscito a girare i primi due capitoli di questa quadrilogia western proprio a scapito dell’ultima stagione di Yellowstone a cui ha deciso di non partecipare rendendo monco il finale della serie che andrà in onda a novembre. E pertanto inimicandosi anche tutti i suoi fan (tra cui chi scrive queste righe).

UNA SAGA COSTOSA E MOLTO LUNGA


La saga di Horizon dovrebbe essere – idealmente – composta da quattro capitoli, di cui i primi due sono stati girati back-to-back per risparmiare sui costi (che comunque ammontano a 100 milioni di dollari escluso il marketing, di cui Costner ne ha messi 38 di tasca propria). Costi che comunque non sono destinati ad essere coperti visto il disastroso risultato al box office che ammonta ad un totale di 38,2 milioni di dollari.
Non c’è quindi da sorprendersi se il Capitolo 2, inizialmente programmato ad un mese e mezzo dal Capitolo 1, ovvero per il 16 Agosto, è stato posticipato a data da destinarsi sperando – e pregando – in una maggiore nomea con l’uscita in streaming e DVD. Guardando a questo semplice paragone su Google Trends, e mettendolo a confronto con Megalopolis, The Substance, Trap e Joker: Folie à Deux, appare chiaro che questa flebile speranza sia di fatto sepolta.
A questo punto si potrebbe argomentare il fallimento al botteghino e tra il pubblico con una campagna marketing sbagliata o poco incisiva, eppure nemmeno il passaparola sembra aiutare Horizon ed il motivo è principalmente dovuto al non ottimo feedback che gli spettatori sembrano condividere l’uno con l’altro. Il che non è una sorpresa se si sopravvive senza addormentarsi alla visione dei 181 minuti del Capitolo 1, a cui seguiranno i 190 minuti del Capitolo 2 (presentato a Venezia a settembre, sperando in un cambio di marcia) e a cui sono molto probabilmente da aggiungere altre sei ore per il Capitolo 3 e il Capitolo 4.
Eppure, terminata la visione di questa prima fatica, la sensazione è di aver visto un film che ha delle buone basi ma è chiaramente incapace di arrivare al punto nonostante le tre ore a disposizione. Anzi, per essere più diretti: sembra proprio non sapere quale sia il punto a cui arrivare.

The men who hunt this land, they’re not gonna share it with you. What you build, they will burn down.

IL VERO PROBLEMA DEL FILM È IL MONTAGGIO REGISTA


Costner, insieme agli sconosciuti Jon Baird e Mark Kasdan, hanno scritto la sceneggiatura di tutti i capitoli di Horizon, sceneggiatura che risulta piuttosto densa di storyline che si sviluppano separatamente ma che avranno verosimilmente diversi punti in comune man mano che la storia prosegue. E c’è da dire che la prima mezz’ora di Horizon funziona veramente bene, con un’ottimo ritmo, il classico scontro tra Apache e americani che invadono la terra dei nativi senza edulcorare niente, mostrando ben più di qualche scalpo e svariate uccisioni. Poi però “Kevin Costner goes rogue e la sua regia prende una piega inspiegabile per i restanti 150 minuti.
Come si potrà appurare durante la visione, i continui salti da una linea narrativa all’altra arrivano in maniera improvvisa, tagliando il ritmo e creando confusione sia dal punto di vista temporale (c’è un salto di qualche anno che non viene spiegato in alcun modo) che da quello narrativo. C’è la sensazione di essere davanti ad una sovrabbondanza a livello di trame, con troppi personaggi inseriti in diversi contesti che poi vengono abbandonati a loro stessi perché “tanto ci sono altri tre capitoli in cui concedergli minutaggio”. Un segno di arroganza in fase di montaggio da parte di Costner che non può essere ignorato e che danneggia l’intero film, per non parlare del finale tronco misto a trailer per il sequel.
A peggiorare il tutto, arriva pure la scelta di presentare ben più di qualche scena completamente estemporanea che non aggiunge niente alla trama (il character di Sienna Miller che uccide gli scorpioni, che poi improvvisamente ci prova con quello di Sam Worthington dimenticandosi di essere in lutto; il personaggio di Abbey Lee che fa improvvisamente sesso con quello di Kevin Costner per poi andarsene di nascosto nel cuore della notte; la “doccia” nel cuore della notte con i due guardoni) e che, anzi, risulta confusionaria per lo spettatore che gradirebbe più profondità nella narrazione ed invece assiste a dialoghi e/o scene che non hanno niente a che fare con la storia, e che sicuramente non la migliorano.
Il risultato è un film della durata di 180 minuti che avrebbero potuto serenamente essere di 120 o meno, e più apprezzabile.

 You see, we don’t make our history any more than the Apache makes his weather.


Imbarcarsi nell’epopea di Kevin Costner è un qualcosa che richiede tempo e impegno, paragonabile ad occhio e croce ad una serie tv da 10-12 episodi, con la differenza che lì dopo il pilot si ha già una buona idea sul proseguire o meno, mentre qui il “pilot” equivale a tre ore di visione. Tre ore che non terminano con un finale tradizionale in senso lato ma bensì con un trailer non richiesto del prossimo capitolo che viene fuso insieme nella pellicola senza alcuna transizione di sorta, come a dire: “non abbandonate il viaggio, guardate quante cose devono ancora accadere”. Peccato che implichino altri 190 minuti, e la stragrande maggioranza di chi è sopravvissuto a questo primo capitolo non si farà fregare un’altra volta. Spiacente, Kevin.

 

TITOLO ORIGINALE: Horizon: An American Saga – Chapter 1
REGIA: Kevin Costner
SCENEGGIATURA: Jon Baird, Kevin Costner
INTERPRETI: Kevin Costner, Sienna Miller, Sam Worthington, Ella Hunt, Will Patton, Luke Wilson, Isabelle Fuhrman, Thomas Haden Church
DISTRIBUZIONE: Warner Bros.
DURATA: 181′
ORIGINE: USA, 2024
DATA DI USCITA: 28/06/2024 (USA), 19/09/2024 (USA)

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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