Grey’s Anatomy 18×13 – Put The Squeeze On MeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Grey-s-Anatomy-18x13Con il rinnovo per una diciannovesima stagione arrivato a gennaio 2022, Grey’s Anatomy si è assicurato la certezza di raggiungere e superare quota quattrocento episodi. Obbiettivo raggiungibile anche in questa stagione (visto che “Put The Squeeze On Me” è il 393esimo), ma strettamente collegato al numero richiesto dalla ABC a Shonda, informazione non ancora certa.
Nella particolare classifica degli show americani più longevi, Grey’s Anatomy si ritrova all’interno della top ten, ma potrebbe facilmente raggiungere Bonanza (1959-1973) e The Adventures Of Ozzie and Harriet (1952-1966) poco oltre i quattrocentotrenta episodi. Ciò che balza all’occhio è chiaramente gli anni della messa in onda dei due show, un periodo storico televisivo in cui la domanda era carente ed il pubblico aveva quindi poche alternative. Cosa decisamente diversa da oggi dove gli show televisivi vengono prodotti alla velocità della luce e la fruizione, dopo l’approdo delle piattaforme streaming nel panorama seriale, è cambiato radicalmente. Eppure Grey’s Anatomy ogni settimana i suoi circa 4 milioni di spettatore li raccoglie. Sono notevolmente calati rispetto all’inizio? Sì. Si è di fronte ad una fase calante da questo punto di vista? Sì, come è lecito aspettarsi per show tanto longevi.
Chi vede Grey’s Anatomy oggi lo fa non per una mancanza di alternative, quindi, ma per propria decisione personale. Attaccamento ai personaggi, disinteresse per la trama ma desiderio di vedere come andrà a finire, nuovo pubblico che si approccia al prodotto: attaccare Grey’s Anatomy per la propria malagestione a livello di sceneggiatura sarebbe una cosa fin troppo semplice e spesso dettata dal preconcetto di ritrovarsi di fronte ad un prodotto scadente e indegno nel continuare ad essere mandato in onda.
Alcuni episodi sono (e saranno) dimenticabilissimi e senza senso, ma continuano a far parte di un prodotto che è stato in grado di trasformarsi insieme al proprio pubblico, crescendo, ed entrando nella storia della serialità. Nel bene e spesso nel male.

STORIE D’AMORE CHE VANNO, STORIE D’AMORE CHE VENGONO


Il male recente è stata la malsana idea di Krista Vernoff di legare a doppio filo Grey’s Anatomy con Station 19 cercando di alimentare uno show con l’altro a livello di ascolti, ma appesantendo la visione e la sceneggiatura costringendo a continui ponti narrativi tra un episodio e l’altro. Tempo fa l’episodio crossover era atteso con vivido interesse e grandi speranze. Ora anche questo espediente narrativo, messo alla mercè di tutti, ha perso totalmente di senso e fascino. Soprattutto poi se i due show tra cui si cerca di fare un crossover già di loro faticano a catturare l’attenzione del pubblico.
Continua ad essere tirata per le lunghe la questione Schmitt con il giovane dottore ancora colpito dalla scenografica morte in sala operatoria per una sua negligenza. Talmente allungata da portare Richard a dubitare delle proprie capacità mediche dopo aver rischiato di far perforare un organo di un paziente ad Helm. E diciamo che all’alba dei settant’anni (Richard Webber è nato nel 1954) sarebbe anche arrivato il momento di rifletterci, magari.
Per tutte le varie coppie dello show si tratta di un episodio di assestamento: Owen e Teddy affrontano la riabilitazione fisica dopo l’incidente, ma anche la problematica morale dovuta all’assistenza medica fornita da Owen ed etichettabile come “dolce morte”; Miranda e Ben cercano di mantenere il loro matrimonio in vita promettendosi di passare maggior tempo insieme; Amelia tenta di avvicinare Link che le chiede maggiore spazio per poter digerire l’allontanamento sentimentale tra i due (assurdo come Amelia riesca a gestire le proprie storie d’amore con questo distacco al limite del disumano); Meredith è tentata dall’offerta di lavoro che la allontanerebbe da Seattle, ma con Nick sembra ricrearsi una chimica che non si vedeva in scena dai tempi di Derek.
Menzione d’onore per il pitone, ogni tanto qualcosa di diverso dal solito anche Grey’s Anatomy riesce a tirarlo fuori.
Si tratta di un episodio di transizione dal momento che le questioni di coppia vengono affrontate solo in parte, lasciando il grosso delle discussioni e dei possibili faccia a faccia più avanti nella stagione. Il terreno viene preparato per quello che sarà poi il finale, lasciando di fatto incompiute molte questioni e cercando di mettere delle possibili toppe in altre (Jo e Link).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Questioni d’amore
  • Il pitone
  • Questioni d’amore
  • Ma come è possibile che i parenti dei pazienti siano sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato?

 

Un fulgido passato che viene appannato da un presente indegno. Però c’è un pitone a Seattle.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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