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Servant 2×08 – LoveshackTEMPO DI LETTURA 5 min

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SERVANT 2x08 recensioneTra fondamenta misteriose, finestre in frantumi e incendi spontanei, Servant si prepara al rush finale di questa seconda stagione.
In “Loveshack” il focus si sposta da Dorothy e Sean a Leanne e Julian che condividono un momento di estrema intimità. Assurdo pensare che in tutto questo turbinio di misteri, di non detto, di domande senza risposta, ci sia spazio anche per una love story.
Romance a parte, l’episodio ha almeno accelerato il ritmo della seconda stagione, con risvolti particolarmente significativi.

UNCLE GEORGE


Uncle George e Leanne sono ancora inspiegabilmente a casa. Non sono più sotto chiave, quindi non viene esplicitamente spiegato perchè stiano ancora vivendo dai Turner, soprattutto dopo gli eventi di Casa Marino. Si rimane costantemente sorpresi dalla pura audacia della narrazione. Di questo bisogna ringraziare (o forse no) lo showrunner Tony Basgallop che con Servant ha letteralmente rivoluzionato le regole della narrazione televisiva creando personaggi e trame che sfidano la logica, tenendo ugualmente lo spettatore incollato alla poltrona.
Uncle George è rimasto perché non ha ancora portato a compimento il suo piano, che si rivela essere quello di uccidere Leanne. In questa seconda stagione, il suo comportamento (già assurdo nella stagione precedente) diventa decisamente più terrificante, tra misteriosi rituali e colpi di testa contro il muro. A dare un po’ di pepe alla narrazione arriva anche Leanne che a fine puntata riesce a ribaltare la situazione, costringendolo alla fuga.

IL RITORNO DI ROSCOE


Dorothy e Sean si ritrovano, ancora una volta, a fare quello che sanno fare meglio: fingere.
Roscoe ritorna a sorpresa e viene invitato in casa, ma rifiuta. Viene finalmente svelata la sua identità a Dorothy, ma il suo comportamento e la sua inspiegabile assurdità si aggiunge alla lista di enigmi da risolvere. Il suo ruolo è ancora velato di mistero, ma è quasi certo che la Chiesa dei Santi Minori lo abbia reclutato. Si tratta di un Roscoe completamente diverso rispetto alla sua ultima apparizione: era stato rapito per alcuni giorni senza ricordare cosa fosse successo. Questo potrebbe essere stato il momento in cui il culto gli ha fatto il lavaggio del cervello. Prima temeva la Chiesa, ora è un credente che intende fargli un piccolo favore. Per questo motivo fa di tutto per tenere i Turner fuori di casa fino al tramonto. Dice di sentirsi meglio e ne attribuisce il merito a zia May e ad Uncle George.

JULIAN E LEANNE


Julian e Leanne, invece, si ritrovano in soffitta a confidarsi i loro più profondi segreti in quella che si rivela essere (inaspettatamente) la parte più rivelatrice dell’episodio. Due personaggi che potevano sembrare inizialmente i più semplici, sono invece quelli più complessi.
Ecco che la storia di Leanne viene finalmente raccontata da lei stessa e non ci sono più dubbi: Leanne ha bruciato casa sua e ucciso la sua famiglia. Non lo ha fatto di proposito: per attirare l’attenzione di sua madre, ha deciso di bruciare il suo amato vestito verde per poi provocare un vero e proprio incendio.
Zia May e Uncle George l’hanno presa con loro, offrendole una possibilità di riscatto e, finalmente, la serenità. Tutto ciò non è avvenuto e Leanne si ritrova ad essere, nuovamente, la pedina di qualcun altro. Ad ascoltare la sua storia c’è Julian, un Julian molto diverso dal personaggio conosciuto finora. Non è più spavaldo, ma è pieno di rimorso. È proprio qui che viene fuori la bravura di Rupert Grint, nel costruire un personaggio sarcastico e, allo stesso tempo, così profondo. Finalmente si scopre quale sia stato il suo ruolo nella morte di Jericho: Dorothy ha chiesto il suo aiuto quando è diventata stanca e depressa; invece di correre in suo aiuto, Julian ha comprato della droga ed è sparito per quattro giorni, lasciando di fatto sua sorella sola con il cadavere del bambino.

Leanne: “Why didn’t you answer your phone?
Julian: “My dealer got new drugs.

Questo è un motivo di grande rimorso per lui. Finalmente in “Loveshack” cala la maschera. “Quando reprimi segreti e fingi che non siano mai accaduti, ti distrugge“, dice Leanne. Questi due personaggi hanno molto più in comune di quanto potesse sembrare, per questo si connettono, liberando tutte le emozioni represse.
L’attacco di George a Leanne non ha successo. La mite ragazza della prima stagione è stata rimpiazzata da una donna sicura di sé a cui non importa nulla del giudizio altrui. George scappa spaventato dopo il piccolo incendio appiccato da Leanne. Non si capisce ancora se è lei la causa dell’incidente di Uncle George, ma date le sue abilità, non è plausibile credere che sia una semplice coincidenza. Inoltre, non è neanche plausibile che il fuoco da lei appiccato si sia estinto così velocemente: Leanne ha ancora in serbo molte sorprese.

UNA REGIA DEGNA DI NOTA


Isabella Eklöf torna a dirigere magistralmente questo nuovo episodio, come aveva già fatto in “Espresso”, dovendo ancora una volta affrontare una miriade di rivelazioni.
Non si può che apprezzare l’atmosfera che, anche questa volta, è stata portata sullo schermo.
Il ritmo è sempre molto sospeso e a volte sembra che apparentemente non accada nulla. Tuttavia, Servant riesce a far crescere nello spettatore l’ansia che qualcosa di terribile stia per accadere.
La fotografia, come per la maggior parte degli episodi, gioca sulla predominanza del buio sulla luce, come segnale che la casa dei Turner non sarà mai più luminosa, prima a causa della morte di Jericho, ora per gli eventi terribili che continuano a verificarsi.
Un po’ come in celebri horror americani old school (come il celebre ”Rosemary’s Baby“ di Roman Polanski) la paura non è data dai jump scare o dal sangue, ma dalla sensazione di oppressione e buio generata in questo caso dalla casa dei Turner.
Shyamalan e tutti i registi e sceneggiatori che lo affiancano continuano a fare un egregio lavoro, mantenendo lo stile che già aveva convinto in film come “The Visit” dove tra atmosfere aberranti e cambi di ritmo improvvisi, l’horror acquisisce una connotazione nuova e originale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Accelerazione del ritmo
  • Una regia impeccabile
  • Julian e Leanne come fulcro dell’episodio
  • Il comportamento terrificante di Uncle George
  • L’hype per la misteriosa reunion
  • Assurdità di alcune scelte narrative

 

Servant si conferma ancora una volta un prodotto meticoloso nello stile, nella scrittura, nella scenografia e nelle ottime interpretazioni del cast. Anche le musiche contribuiscono particolarmente in questo episodio, mischiandosi perfettamente allo stile visivo.
Ci si prepara ai due episodi finali di questa stagione. C’è una reunion in arrivo. Non sarà esattamente quella che Dorothy si aspettava, ma si spera regalerà colpi di scena e qualche bello spavento.

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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