Snowpiercer 4×03 – Life SourceTEMPO DI LETTURA 3 min

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Snowpiercer 4x03 recensioneC’è un problema di fondo con la numerazione degli episodi. Come sottolineato in una recente recensione, tra House Of The Dragon e The Bear, giusto per fare esempi quotati, il numero degli episodi sfora decisamente la quantità di trama da raccontare. E se a sbagliare la calibrazione sono serie di punta, che speranza ha uno show come Snowpiercer?
Che 10 episodi fossero troppi lo si era appurato sin dalle scorse stagioni. Una storia racchiusa tra i vagoni del treno che, nonostante vari capovolgimenti di fronte, non aveva poi così tanto margine per allungare la trama mantenendola interessante.
L’ultima stagione non si discosta da questa problematica, con i soliti 10 episodi che risultano già pesanti sin da ora. Dopotutto, tra rapimenti e ostaggi, lo show si ritrova nuovamente in un pattern ampiamente abusato in questi anni.

“[…] 471 souls strong.”

LA MISSIONE DI LAYTON


Non avendo al momento una crisi comunitaria a cui far fronte, almeno dal punto di vista degli abitanti del New Eden, ecco che il problema stagionale per Layton diventa prettamente personale. La morte di Zarah e il rapimento di Liana sono stati eventi brutali con cui aprire la stagione, portando con loro più di uno strascico.
Dal punto di vista narrativo, il rapimento di Liana è quel mezzo attraverso cui personaggi come Layton, Josie, Ruth e Alex si rimettono in viaggio sul treno con una rotta che porta dritti verso lo Snowpiercer. Sicuramente un ottimo escamotage per portare le due fazioni a riunirsi e a contrastare insieme il nuovo nemico stagionale.
Tuttavia, questa situazione porta con sé anche alcune problematiche caratteriali. Pur comprendendo, giustificando e appoggiando la decisione di Layton di correre dietro i rapitori di sua figlia, alcuni comportamenti esagerati rendono difficile la gestione del personaggio nell’economia della storia. Proprio per questo, apprezzabile è la partenza di Ruth che si unisce alla spedizione. Questo character è cresciuto tantissimo nel corso delle stagioni, sviluppando una caratterizzazione sfaccettata che ha coperto diversi ruoli, il tutto riuscendo a bilanciare al meglio emotività e praticità di comando. Un percorso molto più profondo di quanto fatto ad esempio da personaggi come Layton e Melanie.

NUOVA CRISI SULLO SNOWPIERCER


Al momento, dunque, ci sono due trame diverse, ognuna corrispondente ad un treno e naturalmente destinate a convergere durante la stagione. Ma se, ad ora, quella di Big Alice è trainata dalla tragedia personale di Layton, sullo Snowpiercer la situazione è decisamente diversa.
Il nuovo villain stagionale Milius, arrivato con le sembianze dell’attore Clark Gregg, porta con sé una ben precisa storyline di cui al momento si conosce ancora poco. Protagonisti di questa porzione di trama sono essenzialmente Ben e Till, dato che Melanie è nuovamente scomparsa dai radar mentre si occupa di questioni più alte. La situazione sullo Snowpiercer rimane difficile, con Ben e Till che da soli reggono pur bene la narrazione, recuperando informazioni utili allo spettatore, un po’ meno all’ignara Big Alice sulle loro tracce e pronta a cadere in trappola.
A conti fatti, le storyline presentate sembrano fin troppe, risultando in una confusa nuvola di spezzoni narrativi. Paradossalmente, però, tutto questo materiale appare comunque esiguo per riempire quei 10 (ora sette) episodi che continuano a pendere sulla testa dello spettatore.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il personaggio di Ruth, sempre composto e affidabile
  • La partenza della squadra di Layton sulle tracce dello Snowpiercer 
  • La trama inizia a delinearsi preparando il terreno per il ricongiungimento dei treni
  • 10 episodi sono veramente troppi
  • Layton un po’ esasperante (seppur pienamente giustificato)

 

C’è un nuovo villain stagionale, il New Eden potrebbe non essere il posto perfetto per fondare la nuova colonia e i due treni giocano al gatto e al topo. Insomma, il materiale ci sarebbe anche, ma riempire 10 episodi in modo organico è comunque un lavoro faticoso in cui quasi nessuno riesce più.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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