In questo sesto appuntamento stagionale viene momentaneamente messo da parte il focus socio-politico dell’Italia di quegli anni, particolarmente importante nel terzo e nel quinto episodio per concentrarsi invece sulle dinamiche interne al Rione. Non senza sorprese, bisogna ammettere.
IL RIONE DEI SOLARA
A seguito dell’uccisione di Don Achille Carracci, i Solara, già una delle famiglie più importanti della zona, presero completamente il controllo del Rione tramite attività legali e soprattutto illegali, divenendo i signori incontrastati del quartiere: una vera e propria pestilenza in grado di infettare chiunque gli sia intorno.
Nonostante gli anni passati e i tanti cambiamenti subiti dai personaggi, appare evidente come Marcello, Michele e la madre abbiano sottomesso completamente, salvo poche eccezioni come Pasquale, tutti gli amici e gli affetti di Lenù.
Lila ritorna all’interno della Fabbrica dei Soccavo, dove veniva brutalmente sfruttata come operaia, ma questa volta alle dipendenze di Michele Solara e con un ruolo dirigenziale di comando per una notevole rivincita personale.
La sorella minore di Lenù,Elisa, convive con Marcello e, anche se solo accennato, gli altri due fratelli sembrano lavorare per i Solara, con il risultato che l’intera famiglia Greco è sotto la loro morsa, come era stato per i Cerullo all’inizio.
Lo shock per la moglie di Pietro è enorme, tale da rendersi conto che le dinamiche del rione non l’hanno mai veramente abbandonata.
LA “NEMICA” GENIALE
Il discorso di Pietro sulla vera natura di Lila e sulla sua “intelligenza perfida” è il momento più interessante della puntata: per la prima volta, un personaggio esterno a Lenù comprende realmente uno degli aspetti essenziali del character, anche se si parla di un personaggio dalle numerose sfaccettature, aprendo gli occhi a Elena che, volontariamente, decide di passare oltre.
Nel confronto serrato tra Raffaella e Elena, si capisce come paradossalmente sia stata la Cerullo a fare carriera e rendersi una donna indipendente ed autonoma mentre Elena, nonostante il percorso di studi e il suo lavoro di scrittrice, è rimasta infine intrappolata nel ruolo di moglie e madre, proprio la vita che voleva evitare fuggendo dal rione.
Ma il finale di puntata che, non a caso, si richiama al titolo dell’episodio, dimostra allo spettatore come in realtà la primogenita della famiglia Greco abbia compreso a pieno l’incredibile complesso di inferiorità che ancora ha nei confronti di Lila. Allo stesso tempo, però, ha compreso la necessità di voltare definitivamente pagina e riprendere in mano le redini della propria esistenza, di diventare realmente la persona che voleva essere.
Sembra lontano anni luce il successo di Elena della season premiere, nonostante lo scandalo che aveva suscitato nel rione, una scrittrice sulla bocca di tutti con il suo romanzo d’esordio, ma il personaggio di Lenù sembra essere ad un punto di svolta narrativo, per l’ennesima evoluzione di un character che, nonostante tutte le sue debolezze, non ha mai smesso di crescere e di provarci.
TUCA TUCA
Nonostante questa puntata non presenti particolari guizzi dal punto di vista registico, complessivamente la regia si conferma ottima insieme alla colonna sonora, dominata stavolta non dalle solite splendide musiche di Max Richter, ma da pezzi italiani dell’epoca, tra cui i successi di Raffaella Carrà.
Il nuovo look di Lila e Lenù, a partire dal time skip della puntata precedente, rende più verosimile la loro età che, invece, nei primi episodi stagionali non convinceva, con le attrici che sembravano evidentemente più giovani rispetto all’età che dovrebbero avere i personaggi interpretati.
Il ritmo narrativo di questo episodio risulta molto sostenuto, forse anche a causa del contesto famigliare su cui si concentra la narrazione, ma la puntata resta comunque godibile. A non convincere invece sono le “visioni” di Lenù che risultano un po’ forzate e non necessarie per esprimere lo stato d’animo del personaggio interpretato da Margherita Mazzucco, già evidente nella mimica facciale dell’attrice e dai pensieri esposti dalla voce narrante di Alba Rohrwacher.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un buon episodio per la serie coprodotta da Rai e HBO, anche se caratterizzato da qualche piccolo difetto, con un focus narrativo sulle dinamiche del rione che sembrano dare a Lenù quella spinta di cui aveva bisogno. La valutazione è senza dubbio ottima, ma per il massimo dei voti si rimanda ad episodi più coinvolgenti, che potrebbero arrivare già nei prossimi appuntamenti con le ultime due puntate di questa terza stagione.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.