Miles Morales torna in questo nuovo capitolo della saga dello Spider-Verso, un’epica avventura che trasporterà Spider-Man nel Multiverso insieme a Gwen Stacy e un nuovo gruppo di Spider-persone per scontrarsi con la temibile Macchia. |
Nel 2018 Sony Pictures Animation stava per sconvolgere il mondo del cinema d’animazione. Con Spider-Man: Un Nuovo Universo veniva inaugurata una nuova era dell’animazione, abbandonando gli stilemi dettati dai classici Disney degli ultimi vent’anni per abbracciare uno stile più “fumettoso”. Un mix di colori, tratti e puntini che riescono a rendere al meglio sullo schermo l’essenza delle vignette di Spider-Man. Non a caso arrivò anche l’ambito Premio Oscar, a suggellare l’importante risultato raggiunto. Da allora sono passati ben cinque anni. Un arco di tempo ragguardevole, e probabilmente necessario, per strutturare al meglio quel che a tutti gli effetti verrà fuori come una trilogia.
Across the Spider-Verse era infatti inizialmente intitolato Part 1, in quanto il film è effettivamente paragonabile un po’ a titoli come L’Impero Colpisce Ancora o Ritorno al Futuro – Parte II. Capitoli centrali di trilogie inizialmente non pensate in quanto tali e successivamente allargate con una storia più estesa, talmente importante da suddividerla in due opere distinte. Il protagonista è ancora Miles Morales, personaggio nato nel vicino 2011 e che è già ormai popolarissimo tra i fan, anche grazie alle recenti escursioni videoludiche. Tornano anche i co-protagonisti come Gwen, Peter B. Parker, aggiungendo l’affascinante new-entry di Miguel O’ Hara, alias Spider-Man 2099.
PIÙ DI UN FILM D’ANIMAZIONE
Per analizzare una pellicola maestosa come Spider-Man: Across The Spider-Verse bisogna mettere le cose in ordine e partire dall’inizio, dal prologo. Passano circa venti minuti prima che partano i titoli di testa per lasciar spazio a un prologo enorme, che narra la backstory del secondo personaggio più importante del film: Gwen Stacy. Un’operazione del genere non è mai stata effettuata per un film d’animazione. Anzi, si può ormai dire nel 2023 che l’animazione è universalmente accettata come un semplice genere, un mezzo per raccontare una storia che non etichetta necessariamente il prodotto indirizzandolo verso un target infantile. La storia messa in piedi da Lord e Miller è un’opera complessa, che necessita anche di pazienza nel primo atto per superare l’inerzia iniziale, preparare tutto il setup e spingere il racconto verso le montagne russe dal secondo atto in poi.
Nel mezzo vengono tirati in ballo tutti i semi piantati nel film del 2018, andando ad approfondire per bene il rapporto di Miles con i genitori. In maniera analoga questo lavoro è svolto anche su Gwen, lasciando in sottofondo sempre l’alone dell’immaginario ragnesco con tutti i drammi familiari che lo spettatore si aspetta di vedere da un momento all’altro. I dialoghi sono emozionanti, veri, mai artefatti. Contribuiscono a creare, infatti, dei personaggi con cui lo spettatore è ormai legato ed affezionato. Un lavoro magistrale svolto dagli sceneggiatori per un film d’animazione rivolto in tutto e per tutto a un pubblico maturo, capace di immedesimarsi nelle situazioni messe in scena, da un punto di vista o dall’altro. Si può, infatti, dire che personaggi come Miles, Gwen, ma anche le figure genitoriali come Jeff Davis, Rio Morales, il capitano Stacy, siano più “umani” di tutti gli altri Peter Parker, zio Ben e zia May mai visti su schermo.
UN RAGNOVERSO DI STILI
Ciò che salta subito all’occhio, sin dai primi minuti di pellicola, è l’attenzione al dettaglio. Una minuziosità nelle scelte che ormai è sempre più una rarità nelle produzioni blockbuster, salvo alcune mosche bianche come Guardiani della Galassia vol. 3, per fare un nome. Ad esempio si può citare l’Avvoltoio, proveniente dal Rinascimento italiano e che al posto del classico esoscheletro indossa il famosissimo prototipo della macchina volante ideata da Leonardo da Vinci, parlando anche in volgare. Un primo grande segnale dell’attenzione dedicata in ogni comparto tecnico, che non verrà mai tradita in nessuno dei successivi minuti di pellicola.
Come già detto, a differenza del precedente film, la storia di Across the Spider-Verse si dipana, appunto, attraversando diversi universi facendo ciò che i Marvel Studios in questa fase 5 non sono ancora riusciti a realizzare a pieno. L’elemento multiverso è sfruttato a dovere, andando a mostrare almeno sei dimensioni parallele, ognuna col suo stile artistico caratteristico e perfettamente riconoscibile. Menzione speciale per Terra-65, l’universo di Gwen Stacy. Un mondo in acquerelli dove il rosa è predominante, ma i colori sono suscettibili di cambiamenti, seguendo e descrivendo i mood dei personaggi. Il culmine di tutto ciò si raggiunge infine nella lobby della Spider-Society, da cui il ritmo decolla per non arrestarsi più fino al finale pieno di tensione.
Everyone keeps telling me how my story is supposed to go. Nah. I’m-a do my own thing.
L’IMPORTANZA DI ESSERE SPIDER-MAN
Across the Spider-Verse è un’opera che va dritta al nocciolo del personaggio di Spider-Man, qualsiasi sia la sua rappresentazione. Che sia Miles Morales, Peter Parker, Gwen Stacy, Miguel O’ Hara o Hobie Brown (Spider-Punk è esilarante) ci sono sempre dei comuni denominatori che simboleggiano il percorso che questi personaggi devono compiere per diventare un supereroe. Non c’è Spider-Man senza zio Ben che muore, e non solo, come insegnano i film con protagonista Andrew Garfield. In tutto ciò Miles si configura come un’anomalia nell’intero Ragnoverso. Uno Spider-Man che non avrebbe probabilmente nemmeno dovuto esistere e che non è disposto a perdere nessuno dei suoi cari per compiere il suo destino.
Questa profonda analisi su un personaggio nato ormai più di sessanta anni fa è accompagnata da un’esplosione di easter egg, ancor più folle del primo film. Sono presenti praticamente tutte le rappresentazioni dell’Uomo Ragno, accontentando i fan di ogni era e di ogni medium (che siano fumetti, televisione, cinema o videogiochi), e creando per l’occasione anche diversi siparietti che strappano praticamente sempre la risata, smorzando il tono di un film che si prende giustamente molto sul serio. Le scene d’azione, come gli inseguimenti su ragnatela o i vari combattimenti, sono frenetiche e di grande impatto. Queste si oppongono sapientemente alle parecchie scene riflessive, in campo lungo, dove si possono osservare al meglio i maestosi fondali realizzati come scenografie dei diversi universi.
Spider-Man: Across The Spider-Verse è senza dubbi un film addirittura migliore del già ottimo predecessore. Tutti gli elementi positivi del primo riuscitissimo (e premiato) film vengono esaltati stavolta all’ennesima potenza. La pellicola si prende i suoi tempi, riuscendo ad approfondire a dovere tutti i personaggi meno analizzati in Un Nuovo Universo e avvia una storia molto delicata e complessa da far comprendere fino in fondo allo spettatore. Proprio a causa di questa grande trama di sottofondo, che parla di poteri e responsabilità, di dolori familiari necessari e giovani ribelli, è il primo atto ad uscirne un po’ debilitato. Un male necessario, ma comunque percepito dallo spettatore, che dal secondo atto in poi viene travolto da tutta la freschezza e la frenesia della storia messa in moto. La colonna sonora di Daniel Pemberton è sempre molto presente e efficace nel segnalare un cambio di setting da un universo all’altro. Così come le animazioni, che variano di stile in stile per ogni dimensione che prende parte alla storia, riuscendo nella missione di farle miscelare in maniera omogenea per raccontare una storia ancora incompleta, ma che ha già conquistato i cuori degli spettatori.
TITOLO ORIGINALE: Spider-Man: Across The Spider-Verse REGIA: Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson SCENEGGIATURA: Phil Lord, Christopher Miller, David Callaham INTERPRETI: Shameik Moore, Hailee Steinfeld, Brian Tyree Henry, Luna Lauren Velez, Jason Schwartzman, Daniel Kaluuya, Oscar Isaac DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures DURATA: 140′ ORIGINE: USA, 2023 DATA DI USCITA: 01/06/2023 |