Il secondo episodio della terza stagione di Servant ci introduce ancora più in profondità nella paranoia di Leanne.
Dopo l’uccisione di zia Josephine nello scorso season finale, i Turner sono più che mai decisi a tornare ad una parvenza di normalità, ma la ragazza sembra essere di tutt’altro avviso.
La guerra contro il culto, infatti, è stato solo posticipato ma non può essere evitato. Per questo Leanne vive le sue giornate alternando momenti di alienazione, paura, ossessione e sconforto.
THE SIXTH SENSE VIBES
Servant è una serie di nicchia, seguita da pochi e apprezzata da ancora meno persone. Un vero peccato, dato il potenziale dello show ed un comparto tecnico di altissimo livello.
I movimenti della macchina da presa sono allo stesso tempo sinuosi ma angoscianti, la fotografia è cupa e claustrofobica, la scelta dei primi piani (sia dei volti che degli oggetti) aiuta a costruire un’atmosfera fatta di misteri, illusioni e metafore.
Il tocco di Shyamalan si percepisce costantemente dietro ad ogni ripresa e dietro ogni scelta stilistica: d’altronde, questo secondo episodio è affidato a Ishana Night Shyamalan, figlia d’arte e regista/sceneggiatrice di molte puntate dello show.
“Hive” sprigiona fin da subito delle vibrazioni alla The Sixth Sense (grandissimo cult di M. Night Shyamalan), dove la componente horror e sovrannaturale veniva sapientemente dosata con l’estrema normalità.
IL PLAY-DATE CHE TUTTI I GENITORI VORREBBERO
Questi primi due episodi della terza stagione hanno come unica location la casa dei Turner. Anche le due stagioni precedenti relegavano lo spazio della narrazione dentro le quattro mura, un escamotage già ampiamente utilizzato da Shyamalan (vedasi Signs e The Visit).
Questa scelta, dunque, conferisce ancora più angoscia e tensione alla trama che, pur procedendo a rilento, riesce comunque a tenere alta l’attenzione dello spettatore con delle sequenze ansiogene e disturbanti.
Il play-date organizzato da Dorothy con lo scopo di creare una rete di amicizia per Jericho – ma soprattutto per la donna stessa – si trasforma in una ulteriore occasione per lo show di trasformare qualcosa di assolutamente normale in pura follia e paranoia. Ed è proprio questo il marchio di fabbrica di Shyamalan e famiglia.
TRA API E FARFALLE
Servant è uno show interamente costruito sulla componente sovrannaturale ed esoterica. Leanne, infatti, dimostra fin da subito di non essere una ragazza come tutte le altre, ma di avere dentro di sé un grande potere.
Il mistero sulle capacità soprannaturali di Leanne non è stato ancora svelato per intero, ma, si sa, con Shyamalan in ballo nulla è come sembra e la situazione potrebbe ribaltarsi da un momento all’altro.
Come detto precedentemente, la narrazione di Servant avanza anche per metafore e simbolismi. In “Donkey”, infatti, il pubblico assiste ad una vera e propria invasione di farfalle, animali legati all’anima, alla trasformazione, al cambiamento, ma anche alla morte e al dolore.
In questa seconda puntata, invece, a contaminare la casa dei Turner ci pensa uno sciame di api, anch’esse creature viventi legate allo spirito di una persona defunta e ad un presagio di sfortuna (soprattutto se muoiono in casa, come, effettivamente succede).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio in pieno stile Shyamalan (padre e figlia condividono la stessa visione e lo stesso talento) dove la trama non progredisce di molto, ma il cerchio della paranoia si stringe attorno a Leanne e alla famiglia Turner. Presagi di morte e sventura gettano la narrazione in pasto all’angoscia, mentre la ragazza sembra non essere il grande miracolo che i Turner pensavano.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.