Mars 1×01 – Novo MundoTEMPO DI LETTURA 3 min

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Se perfino National Geographic si muove verso le serie tv vuol dire che l’appeal verso questo genere di prodotto è ormai incondizionato, ma questo giá lo si era capito con History Channel e Vikings. L’importanza di attirare nuovi fruitori dei propri programmi per un network è vitale, tuttavia va visto tutto in prospettiva, perché il target demografico e sociologico che guarda National Geographic non corrisponde allo stesso che guarda Grey’s Anatomy o NCIS, o almeno non lo dovrebbe essere. In tal senso quindi ogni nuovo network che si accinge a produrre una serie deve partorire un prodotto in cui il suo DNA sia comunque riconoscibile e questa cosa, come direbbero gli anglofoni, è “mandatory” per non apparire fuori luogo: Mars è esattamente e fortunatamente un prodotto National Geographic.

The key to making Mars economical is the reusability of rockets.

La visione nei credits della coppia di executive producers Ron Howard/Brian Grazer è una sorta di vademecum che va tenuto a mente prima della visione della series premiére: Mars è una serie di e per National Geographic. Prendendo spunto dal libro di Stephen Petranek, “How We’ll Live On Mars”, Howard e Grazer, insieme al creatore della serie Justin Wilkes (premio Oscar come Miglior Documentario agli ultimi Academy Awards), costruiscono una trama che si svilupperà in 6 episodi e che, paradossalmente per essere una serie tv, sarà alternata con parti di un vero documentario fatto appositamente per lo show.
La peculiarità di Mars è, infatti, sia l’impostazione che la presenza di due linee temporali diverse, una nel 2033 e l’altra nel 2016, la prima meramente e veramente “teatrale” e quindi fittizia, la seconda vera e pura nella sua naturalezza da documentario. L’alternanza tra finzione ed interviste a personaggi celebri e reali come Elon Musk, Charles Bolden (amministratore della NASA ed ex astronauta), James Lovell (comandante dell’Apollo 13) e Jennifer Trosper, è perfettamente fluida e adatta alla narrazione che si è voluta dare alla serie. Le esigenze tecnologiche ed i relativi problemi che vi possono essere per il primo viaggio umano su Marte nel 2033 sono infatti spiegate e narrate nel 2016 dall’equipe di esperti e fungono da base per capire come, 17 anni dopo, l’uomo stia effettivamente sbarcando su Marte. Ad un certo punto della visione di “Novo Mundo” potrebbe quasi sembrare di assistere ad un vero documentario ambientato nel futuro, tuttavia, vuoi per i “classici” problemi che si sono riscontrati nell’atterraggio, vuoi perché la recitazione si fa notare, è un pensiero che viene meno abbastanza velocemente.

The Daedalus crew has done it, humankind is on Mars.

“Novo Mundo” è molto piacevole da guardare, tiene la tensione mediamente alta, ha una buona CGI e i protagonisti, pur non emergendo in maniera particolare, si fanno non odiare apprezzare. La series premiére ricorda sia The Martian che Interstellar, ovviamente non dimenticandoci di elencare Gravity, praticamente tutto il pacchetto di film dell’ultimo lustro incentrati su atterraggi in altri pianeti o, più in generale, sul rapporto tra uomo e spazio. La potenza di fuoco di Mars è infatti insita nel plot, ovvero nel rapporto tra l’uomo e lo spazio, un ambiente inospitale che lo sta di fatto “limitando” nella sua espansione verso altri pianeti come Marte, il tutto tenendo bene a mente i limiti scientifici e tecnici che una missione del genere potrebbe avere.
L’equipaggio della Daedalus ha quindi il compito di affrontare e replicare in maniera vivida e reale tutte le possibili problematiche che uno sbarco su Marte potrebbe comportare e, infatti, l’atterraggio lontano dal campo base è una di queste (tra l’altro situazione simile a quella di The Martian seppur non esattamente uguale).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • CGI
  • Ottima l’idea di utilizzare 2 linee temporali di cui una in stile documentario
  • Attenzione al dettaglio scientifico
  • Possibilità di trovare “ripetitivi” certi argomenti se si è appassionati del genere

 

National Geographic sforna un buon pilot in stile documentario che si fa apprezzare sia per i dettagli tecnici che per la realizzazione. Ora le altre 5 puntate avranno il compito di confermare quanto di buono si è visto in questa series premiére, per ora comunque andrebbe consigliata la visione a tutti.

 

Novo Mundo 1×01 1.41 milioni – 0.3 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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