Yossarian: “What?”
Dr. Daneeka: “Orr is crazy, and therefore he can get out of flying combat missions. All he has to do is ask. But, as soon he asks, he’s no longer crazy, and so he has to fly more missions.”
Yossarian: “What?”
Dr. Daneeka: “Or would be crazy to want to fly more missions and sane if he didn’t, but if he’s sane, then he has to fly them. If he flies them, then he’s crazy, and so he doesn’t have to. But, if he doesn’t want to, then he’s sane, and so he has to.”
Yossarian: “That’s some catch, that Catch-22.”
Dr. Daneeka: “It’s the best there is.”
Basterebbe citare solo alcuni dei nomi, senza dubbio altisonanti, presenti all’interno di Catch-22 per irretire qualsivoglia spettatore, saltuario o maniaco seriale che sia, e spronarlo alla visione di questa promettente trasposizione dell’omonimo romanzo di Joseph Heller. George Clooney, Hugh Laurie, Kyle Chandler, il nostro Giancarlo Giannini e tanti altri (perfino Kevin J. O’Connor, l’indimenticabile Benit ne La Mummia), tutti riuniti per dare vita ad uno dei romanzi antimilitaristi più iconici della narrativa statunitense, specchio di una guerra, la seconda guerra mondiale, crudele ed inesorabile, raccontata qui in maniera del tutto grottesca, attraverso quel mix vincente tra black humour e riflessione tipico del dramedy moderno, capace di tenere incollato allo schermo, fin dai primissimi minuti di messa in onda, anche lo spettatore più esigente.
Quello che inizialmente potrebbe sembrare una semplice storia di guerra si rivela, progressivamente, per ciò che è in realtà: una pungente satira sull’insensatezza della guerra e dei suoi dogmi, qui analizzati in maniera molto intelligente attraverso i comportamenti, portati sempre all’estremo, dei nostri protagonisti.
Abbiamo quindi il nostro protagonista, Yossarian, bombardiere americano alle prese con il “countdown” che gli garantirebbe il ritorno a casa e intenzionato a sfruttare il Comma 22 – spiegato in maniera tanto confusa quanto efficace in apertura di recensione – per ottenere un congedo anticipato; Clevinger, cervello estremamente razionale in un mondo che di razionale non ha nulla; il Maggiore De Coverley, buona forchetta e disposto a tutto per una costina d’agnello; il Tenente Scheisskopf, con un evidente feticismo per le regole relative alle parate e disposto a processare chiunque risulti inadeguato per i suoi standard. Insomma, tutta una serie di personalità che, attraverso le proprie ossessioni e stramberie, sottolineano in maniera satirica i diversi aspetti relativi alla guerra e alla vita fatta di violenza e incertezza che i soldati conducono ogni giorno.
Pur trattandosi di una puntata fortemente introduttiva, la narrazione scorre molto rapidamente, allo scopo di presentare allo spettatore i vari character, e storyline annesse, nel minor tempo possibile ma senza trascurare aspetti fondamentali nella caratterizzazione dei protagonisti. Dopo quaranta minuti si ha così un quadro abbastanza chiaro dei personaggi con cui avremo a che fare, personalità assurde e al limite del ridicolo, talvolta portate al confine col didascalico per sottolineare le assurdità della guerra mantenendo comunque un tono più leggero.
Perché in fin dei conti, celata dietro l’idealismo e le speranze di Yossarian, si nasconde una realtà ben più cruda, la necessità di versare sangue per guadagnarsi la libertà, un paradosso incredibile, reso ancor più grottesco dal contrasto tra immagini e dialoghi, le prime estremamente rievocative, tra toni d’ocra e pianure italiane, i secondi così stranianti, a sottolineare l’assurdità della guerra e l’impossibilità di combattere un sistema che manda i più giovani incontro a morte certa in nome di una guerra dichiarata “giusta” dagli stessi che si limitano a guardare il campo di battaglia da lontano, seduti col culo al caldo su una bella poltrona imbottita.
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Episode 1 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.