The Blacklist 8×10 – Dr. Laken Perillos (No. 70)TEMPO DI LETTURA 4 min

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In questa stagione di The Blacklist, o almeno in questa sua prima metà, i temi principali sembrano chiari: toni fumettosi e parallelismi fra i due grandi avversari, ovvero Red e Neville Townsend. Personaggi che si scontrano per interposta persona, in attesa del faccia a faccia definitivo, nel miglior stile da videogioco.
Lizzie continua a brillare per la sua assenza e le teorie tra i fan proliferano. Secondo alcuni, sarebbe stata tradita da Skip e poi rapita. Non ci sarebbe dunque lei dietro gli ultimi drammatici sviluppi della storia.
Meglio comunque passare ad analizzare quanto effettivamente visto in “Dr. Laken Perillos”.

UN’AVVERSARIA DI UN CERTO LIVELLO


La dottoressa Perillos è un perfetto esempio dei toni fumettosi di cui si diceva sopra. E a differenza di Brimley è affascinata dal dolore in modo morboso e sadico.
Laverne Cox (Orange Is The New Black) la interpreta con toni soffiati che non si sentivano dai tempi del mitico Sir Biss, quello del Robin Hood versione Disney. Al tono grottesco e pittoresco del tutto contribuiscono anche i modi e gli strumenti da lei messi a punto per infliggere dolore, assai creativi. Tra una tortura e l’altra, riesce pure a inserire il discorso sui diritti civili degli afroamericani ad adeguate cure mediche. Non male.
L’unico momento in cui non è all’altezza della situazione è quando deve lottare contro Dembé, ma non è una sorpresa. Poiché non è stata uccisa, non si può escludere una sua ricomparsa in futuro, anche breve.

DATE UNA MEDAGLIA A QUELL’UOMO!


Si sta ovviamente parlando di Dembé.
Il valore assoluto del personaggio è noto da tempi non sospetti, lui però riesce sempre ad allungare il suo curriculum, dando ulteriori prove di eccellenza fisica e mentale. Vederlo liberarsi dalle torture con un colpo di reni è una grande emozione.
Dei suoi rapporti con Red, per vedere a che punto fossero, da un pezzo invece non si era più parlato, così come della sua famiglia. D’altronde c’è stato ben altro di cui occuparsi, con la scena invasa da pesi massimi come Dom, Ilya e Katarina Rostova (o chi per lei).
Volendo immaginare un finale roseo per lui, non sembra probabile un arruolamento nelle forze dell’ordine statunitensi. Sarebbe meglio l’isola magica, se la meriterebbe. Non per niente, resta sempre portatore sano della scatola con cui Red gli ha promesso la libertà, senza condizioni né recriminazioni: erano i tempi in cui il Concierge del Crimine scoprì che l’amico africano sapeva della finta morte di Lizzie e aveva taciuto.

RED CONTRO NEVILLE TOWNSEND


Dunque anche la famiglia di Mr. Townsend è stata sterminata. Un altro punto di contatto fra la sua storia e quella del Concierge del Crimine. Ripensandoci, si potrebbe riferire anche a lui la cosiddetta Parabola del Contadino.
Stavolta, comunque, viene anche rimarcata una differenza fra i due: Red ha cura dei suoi sottoposti, o almeno ci prova, Neville no.
Fa piacere vedere James Spader svolgere un lavoro attoriale di assoluta qualità nelle scene in cui, sotto tortura, dialoga con il nemico. Bello anche vedere il tocco di realismo per cui Red, anche dopo l’iniezione dell’antidoto, viene portato via in ambulanza.
Dà invece fastidio vedere Mr. Townsend prendere a pugni il sacco da boxe, da cui salta fuori il malcapitato Ruddiger. Non tanto per il dolore inflitto ad un altro essere umano, dato che ciò rientra nello stile fumettistico della narrazione. Ma si parla di un personaggio mostrato, solo un episodio prima, in stato praticamente catatonico, mentre ora lo si vede carico di forze. Questo rovina la sospensione dell’incredulità.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dembé (all’infinito)
  • James Spader nelle scene in cui Red sotto tortura fronteggia Townsend
  • Lo stesso personaggio, in un episodio è ridotto un vegetale, in quello dopo massacra un uomo di botte
  • Si ha la netta impressione che in certe scene dovesse esserci Lizzie, assente ingiustificata

 

Una sana e virile storia di due fraterni amici che si salvano la vita a vicenda. Vederla di questi tempi fa bene al cuore, è quasi rinfrescante. Questo tipo di trama fa parte di quell’antiquariato cinematografico e mitologico che non va distrutto né lasciato svanire nel nulla.
Suscita ancora perplessità l’inspiegata e inspiegabile assenza della protagonista femminile, protrattasi ormai per sei episodi. Alcune scene sembrano scritte prevedendo la sua presenza, poi girate comunque senza Megan Boone. Questo toglie qualcosa alla fruizione delle puntate.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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