Person Of Interest 2×12 – Prisoner’s DilemmaTEMPO DI LETTURA 5 min

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Se tirassi in ballo il nome di Albert W. Tucker molti di voi probabilmente non saprebbero neanche di che cosa starei parlando e giù subito a googlarlo per capire chi è costui. Vi risparmio la fatica e vi informo che, il non tanto celebre, Mr. Tucker non è altro che un matematico canadese che ha formalizzato il ben più famoso “Dilemma del Prigioniero”. Non vi dice ancora niente? Si vede che non avete studiato la teoria dei giochi di Nash o non avete visto “A Beautiful Mind” di Ron Howard, ad ogni modo compensate velocemente il vostro deficit e poi potremo riparlarne.
L’episodio di oggi, il cui titolo è appunto riferito con un doppio significato al ” Dilemma del Prigioniero” di Nash e di Donnely, è l’ennesima grande dimostrazione di come la televisione, a volte, possa essere meglio del cinema. La tensione che si prova in questi 40 minuti è talmente alta che è decisamente preferibile ad una scarica di adrenalina data da un qualsiasi horror movie. Vogliamo paragonare la sofisticatezza della trama e gli apici narrativi che ammiriamo attoniti con un qualsiasi altro prodotto televisivo o cinematografico. No qui è tutto un altro livello, ed il merito è sempre di un certo Nolan e di uno sconosciuto David Slack che ha scritto la trama dell’episodio e che, fatalità, è anche lo stesso ad aver scritto la sceneggiatura della 2×05 e cioè dell’altro episodio perfetto di questa stagione. E se una volta può essere un caso, due volte non è di sicuro una coincidenza.
Slack ha tessuto una trama davvero potente che riesce a calibrare tempistica ed azione in maniera perfetta mischiando al contempo non una, non due ma ben quattro(!) storyline che erano rimaste in sospeso: Donnely ed FBI, Elias, i membri del governo che sono a conoscenza della Machine ed i relativi killer governativi, Kara Stanton. Vi è esploso il cervello? A me quasi, nello specifico quando, con imprecazioni non trascrivibili per non incorrere nella censura, Donnely ha arrestato Reese e Carter. Le bestemmie sono volate pensando che la puntata si sarebbe fermata lì ed invece no, le bestemmie si sono propagate nell’aria ancora una volta quando Donnely è stato 1)investito 2)ammazzato dalla Stanton. E qui si che la mascella ha toccato il pavimento.
Donnely è una volpe, morta, ma pur sempre una volpe. Ha capito in anticipo il piano di Carter e l’ha testata in ogni modo per vedere fino a dove si sarebbe esposta e lei, eroicamente, non ha mai ceduto. L’Agente Speciale è sembrato addirittura paranoico da quanto si prodigava nell’asfisiante serie di interrogatori ma alla fine ha vinto lui, poi ha vinto Miss. Stanton che ha risolto la situazione nell’unica maniera possibile. Sbucata fuori dal nulla come un tir (battutaccia…) l’ex spia della CIA e, come ci ricordano i flashback ex partner di John, si è manifestata sbaragliando la concorrenza e lasciandoci con una serie di domande a cui avremo risposta solo tra venti infiniti giorni. Si perchè la CBS ha programmato il ritorno di POI solo per il 31 gennaio e quindi dobbiamo farcene una ragione e aspettare ansiosi un’altra puntata in cui speriamo di ricevere un po’ di risposte e anche nel caso non le ricevessimo, chissene, va bene anche così.
Tutti i personaggi sono in grande spolvero, chi perchè bravo a mentire durante un interrogatorio, chi perchè ce la mette tutta per reggere un doppio gioco che si fa sempre più difficile, chi perchè dimostra tutta la sua abilità nell’hackerare siti governativi e non. In questo caso è anche sbagliato parlare anche solo di dinamico duo, d’ora in poi si potrebbe modificare in dinamico trio visto che Carter si è guadagnata tutta la stima che le possiamo dare. Ha rubato, scambiato prove, mentito all’FBI, incriminato consapevolmente persone estranee ai fatti, è il minimo aggiungerla di diritto al duo in questione, un diritto guadagnato insieme ad un paio di manette. In fin dei conti se ha fatto tutto questo per una giusta causa come si fa darle torto?
In tutto questo non potevano mancare il sempre più enigmatico Elias ed i suoi occhiali in puro Finch style. Il suo è un ritorno molto atteso perchè, diciamocelo, è uno dei pochi cattivi che non si può non amare perchè ha quel modo di fare e quel carisma che inducono ad ammirarlo più che a disprezzarlo, bad ass così ne capitano uno su mille e bisogna tenerseli stretti. Elias si dimostra fin da subito il vero capo del penitenziario di Ryker’s Island, viene rispettato da tutti e basta un suo fischio per stoppare una rivolta, cosa non da poco per un omuncolo che difficilmente riuscirebbe a sopravvivere lì dentro se non si fosse creato intorno a sè un’aura di paura rinfoltita da una schiera di sudditi fedeli. John gli è sempre stato simpatico fin da quando lo salvò essendo stato, ci tengo a ricordarlo, anch’egli un caso della settimana. Quindi prendete per buona la spiegazione della partita di scacchi tra lui e Finch perchè effettivamente è così: Elias non ha nemici che lo possano disturbare tranne Reese e Finch. E cos’è un cattivo senza un eroe da sconfiggere? Semplicemente non è un cattivo ma qualcuno che perde lo scopo principale della sua esistenza, cioè essere superiore al suo antagonista. Questo Elias lo sa bene ed è per quello che John viene messo sotto la sua ala protettiva, ha bisogno di lui altrimenti non avrebbe nessuno contro cui rivalersi una volta che uscirà da Ryker’s. E noi attendiamo spasmodicamente quel momento…
Meanwhile in Manhattan… Fusco bangs a pussy! Non proprio così ma l’idea che la “vittima” del giorno ha lasciato passare è proprio quella. E fu così che il karma premiò Fusco per le innumerevoli volte che ha aiutato il dinamico duo e d’altronde, dopo aver imitato Stallone/Van Damme/Schwarzenegger contro un gruppo di armeni incazzosi, si è decisamente meritato una ricompensa simile. Tanta stima per lui che riesce a portare l’ironia anche dove non dovrebbe esserci.

PRO:

  • Fusco VS Armeni
  • Elias e Reese in combutta
  • La strategia di Finch e di Carter
  • La confessione di Reese riguardo la sua vita sentimentale
  • Sceneggiatura da Emmy
CONTRO:
  • Non mi posso lamentare di nulla ma 30 secondi in più di Fusco potevamo averli…
  • Donnely è morto!

 

Non mi sento di dire che questa 2×12 sia meglio della 2×05, semplicemente dico che sono entrambe perfette così come sono. Ennesimo bersaglio pienamente centrato per Nolan e per Slack che, toccando i tasti giusti, creano un episodio da scuola di televisione. Prendete appunti!

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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