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Fossimo in una serie qualunque questo sarebbe stato il season finale, per nostra fortuna Person Of Interest non può essere classificato sotto la seguente categoria.
Partiamo subito dalle quattro mani che hanno avuto l’onere e l’onore di scrivere la sceneggiatura: Amanda Segel e David Slack. Se per la prima glissiamo perchè non ci sono aneddoti di particolare interesse da raccontare su di lei, sul secondo bisogna fermarci un attimo per un minimo di elogi. Ricordate “Bury The Lede” o “Prisoner’s Dilemma“? Ecco, non penso di dover aggiungere altro se non che Slack è sinonimo di perfezione, sempre, comunque e dovunque. “Zero Day”, per nostra fortuna, non è l’eccezione alla regola.
La coerenza della successione degli eventi è sempre stato il classico piatto forte di POI perchè non è mai stata dimenticata ma anzi gli autori la considerano una specie di mantra personale deducibile dal principio universale del karma. Un’azione virtuosa volontaria genera una o più conseguenze positive, mentre un’azione non virtuosa volontaria che produce sofferenza nel prossimo genera effetti negativi. Cosa c’entra questo con il dinamico duo? Bè se Reese non è un santo per via della sua precedente attività lavorativa, la mente del gruppo è, come si può dire, la causa di tutto. Finch ha creato la Machine e, sorpresa delle sorprese, ha creato anche parte del codice madre del virus che ha infettato la stessa creatura, ovviamente non per volontà di Finch ma per “merito” di Decima Technologies. E come ha fatto Decima ad avere il codice madre del virus? Anche qui principio di causa-effetto: è stato trovato nella valigietta che Reese e la Stanton cercavano nella loro ultima missione insieme. Ora come sia possibile che il codice di Harold sia arrivato in un paese sperduto in Cina non ci è dato saperlo, quello che ci interessa è vedere come tutti gli eventi siano concatenati come un domino in cui all’inizio e alla fine c’è lo stesso tassello: Harold Finch.
“Zero Day” è un’ecatombe di principi morali e di convinzioni. John all’inizio della puntata è completamente assorto nella ricerca del fantomatico “Ernest Thornhill” e più va avanti con la sua indagine e più altarini vengono allo scoperto. La pulce nell’orecchio viene insinuata da Mr. Decima Technologies quando accusa con cognizione di causa Finch per tutto quello che sta avvenendo. E più che una pulce è una vera e propria coltellata alla schiena per Reese che ha sempre considerato immacolato il suo partner. In aggiunta a tutto questo casino c’è l’ex agente Shaw. La Shaw è senza dubbio quella trottola impazzita da cui non sai mai cosa aspettarti e soprattutto non sai se ti abbandonerà all’improvviso o se ti coprirà le spalle. Rischi del mestiere quando ci si affida ad una ex killer del governo “deceduta”. Per la donna non ci sono buoni o cattivi ma solo una verità da perseguire sotto l’egidia della vendetta mascherata da giustizia.
Paroloni, troppi paroloni ma è così. Person Of Interest è un telefilm complicato e non adatto a tutti. I personaggi non sono mai completamente senza macchia e senza paura e se lo sono, vedasi la Carter, non ci metteranno molto a macchiarsi di qualcosa. Ad ogni modo tutti i character vivono ed agiscono seguendo un fine, sia esso giusto o sbagliato, e lo perseguono in ogni modo possibile e con le alleanze più disparate ed impronosticabili. Tutte queste frasi sono neanche tanto velatamente riferite alla partnership obbligata tra Root e Finch, partnership con lo scopo di salvare la Machine, curarla e per Root anche liberarla.
Da quando il conto alla rovescia ha raggiunto il punto critico delle 24 ore tutto è cominciato a cambiare, in peggio, e le verità non si sono fatte attendere: la Machine è “viva”, è un essere senziente e si fa chiamare Ernest Thornhill. Ammetto che ci sono rimasto quando ho cominciato a capire l’entità del tutto, e rimasto è il termine più edulcorato che conosco. Fossimo in un’altra serie avrei detto che probabilmente gli autori avevano fatto il passo più lungo della gamba e che nel lungo periodo non avrebbero saputo gestire la situazione ma con Nolan e Slack non può essere così, o almeno non lo è stato fino ad adesso. Il season finale è qui dietro l’angolo e sinceramente se già siamo rimasti shockati da questa “Zero Day” non oso immaginare cosa ci hanno riservato per la prossima puntata. Reese o Root: uno dei due o nessuno dei due sarà il nuovo padrone della Machine?
“Zero Day” è un’ecatombe di principi morali e di convinzioni. John all’inizio della puntata è completamente assorto nella ricerca del fantomatico “Ernest Thornhill” e più va avanti con la sua indagine e più altarini vengono allo scoperto. La pulce nell’orecchio viene insinuata da Mr. Decima Technologies quando accusa con cognizione di causa Finch per tutto quello che sta avvenendo. E più che una pulce è una vera e propria coltellata alla schiena per Reese che ha sempre considerato immacolato il suo partner. In aggiunta a tutto questo casino c’è l’ex agente Shaw. La Shaw è senza dubbio quella trottola impazzita da cui non sai mai cosa aspettarti e soprattutto non sai se ti abbandonerà all’improvviso o se ti coprirà le spalle. Rischi del mestiere quando ci si affida ad una ex killer del governo “deceduta”. Per la donna non ci sono buoni o cattivi ma solo una verità da perseguire sotto l’egidia della vendetta mascherata da giustizia.
Paroloni, troppi paroloni ma è così. Person Of Interest è un telefilm complicato e non adatto a tutti. I personaggi non sono mai completamente senza macchia e senza paura e se lo sono, vedasi la Carter, non ci metteranno molto a macchiarsi di qualcosa. Ad ogni modo tutti i character vivono ed agiscono seguendo un fine, sia esso giusto o sbagliato, e lo perseguono in ogni modo possibile e con le alleanze più disparate ed impronosticabili. Tutte queste frasi sono neanche tanto velatamente riferite alla partnership obbligata tra Root e Finch, partnership con lo scopo di salvare la Machine, curarla e per Root anche liberarla.
Da quando il conto alla rovescia ha raggiunto il punto critico delle 24 ore tutto è cominciato a cambiare, in peggio, e le verità non si sono fatte attendere: la Machine è “viva”, è un essere senziente e si fa chiamare Ernest Thornhill. Ammetto che ci sono rimasto quando ho cominciato a capire l’entità del tutto, e rimasto è il termine più edulcorato che conosco. Fossimo in un’altra serie avrei detto che probabilmente gli autori avevano fatto il passo più lungo della gamba e che nel lungo periodo non avrebbero saputo gestire la situazione ma con Nolan e Slack non può essere così, o almeno non lo è stato fino ad adesso. Il season finale è qui dietro l’angolo e sinceramente se già siamo rimasti shockati da questa “Zero Day” non oso immaginare cosa ci hanno riservato per la prossima puntata. Reese o Root: uno dei due o nessuno dei due sarà il nuovo padrone della Machine?
PRO:
- “Tu la uccidi ogni notte“
- La Machine si chiama Ernest Thornhill!
- Trama quanto mai ingarbugliata e potente
- Reese scopre qualche verità in più su Finch
- Alleanza Finch-Root
CONTRO:
- Con tutto quello che è successo a Fusco lo scorso episodio non si può lasciarlo in panchina la puntata dopo. E’ vietato.
- Carter poco e mal sfruttata nella trama secondaria
Al solito quando bisogna spararle grosse gli autori di POI non si tirano mai indietro. Meglio per noi…
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.