Quanti di voi hanno storto il naso alla notizia di una serie tv prodotta ed interpretata da 50 Cent? Il misto tra curiosità e disgusto che impregnava il pilot di Power è sparito circa 5 minuti dopo l’inizio, ovvero quando i pregiudizi che aleggiavano sulla serie si sono diradati per lasciar spazio a Ghost ed al suo fottutissimo impero di droga, di lavanderie a gettoni e di discoteche. Il più delle volte quando un cantante si prova a reinventare in un settore come quello hollywoodiano il risultato non è mai assicurato, attira molta attenzione su di sè ma il prodotto finale non è mai all’altezza delle voci che sono circolate. Power prende le voci e si tira a lucido per non sfigurare e ci riesce benissimo, merito di una produzione attenta ma anche e soprattutto di un sottovalutatissimo Omari Hardwick, pienamente a suo agio nel ruolo di James “Ghost” St. Patrick.
Power è l’espressione di quel “american dream” visto però in chiave afroamericana dove gli unici modi per fare successo ed uscire dal ghetto sono diventare un rapper famoso o diventare un criminale famoso, Ghost ha votato per l’opzione numero due rinunciando però alla celebrità per evolvere il business del mero spaccio di droga in qualcosa di diverso come una discoteca. La scelta di far passare l’apertura del locale come un metodo per riciclare il denaro sporco è vera solo a metà perchè dal modo in cui Mr. St. Patrick guarda il suo locale si capiscono molte cose, ancora di più dalle parole “See that Pa’? I did it. Your boy did it“. L’apertura del Truth rappresenta l’entrata nella legalità in un business, come quello della movida notturna, che potenzialmente potrebbe sostituire quello (ovviamente illegale) della droga e che al contempo permetterebbe a Ghost di diventare quell’uomo maturo che si prende cura della propria famiglia senza rischiare la galera.
“Not Exactly How We Planned” riassume esattamente la sensazione che si ha al termine del pilot quando le aspettative di un concentrato di machismo, frasi da ghetto e le classiche sparatorie tra gang rivali vengono disattese per presentare un prodotto più maturo, audace e per certi versi unico nel suo genere nonostante i classici clichè, ma di questo parleremo dopo. Il pilot offre una rapida carrellata degli eventi, dalla serata di apertura del Truth ed ai problemi con lo spaccio di droga si passa in maniera molto naturale sul versante sentimentale dove ci vengono presentati i classici problemi matrimoniali che sorgono quando il marito è troppo impegnato a lavoro ma anche una liaison con il primo amore che, guardacaso, fa anche parte di una task force volta a sgominare un grosso giro di droga. Si perchè Power è anche questo, un drama dove si osserva l’ascesa di Ghost nella City ma al contempo si assiste al suo possibile declino, ovviamente addolcito da una relazione che sicuramente si trasformerà in un tradimento.
Il pilot cattura a sè anche per una scrittura attenta ed oculata e sorprende molto se si pensa che a scriverla è una donna, Courtney Kemp Agboh, perchè a scatola chiusa si potrebbe scommettere su uno sceneggiatore di sesso maschile anche e soprattutto per le tematiche trattate oltre che per i dialoghi tra Ghost ed il suo braccio destro Tommy. Già Tommy, è una piacevole sorpresa la scelta di un attore bianco da accostare ad un black drama che ha chiaramente l’intenzione di strizzare l’occhio alla comunità afroamericana; una decisione che, apparentemente strana, in realtà ha il duplice compito di strizzare l’occhio anche al pubblico generalista oltre che di non risultare “razzista” come ci si potrebbe aspettare da un black drama che ripropone la vita da ghetto americana dove i bianchi stanno con i bianchi, i neri con i neri e gli ispanici con gli ispanici.
A rifinire ulteriormente il pilot arriva anche una soundtrack azzeccata e ben studiata da 50 Cent che, fin dalla bellissima sigla d’apertura, ci accompagna nella vita di Ghost al ritmo di “Big Rich Town” e lo fa in punta dei piedi non risultando mai un peso nè portando via l’attenzione dalle scene ma accompagnando tutto in maniera molto naturale, come nel passaggio tra i corridoi oscuri e la pista da ballo del Truth.
Se proprio vogliamo trovare un difetto questo è sicuramente la scelta di ripetere il classico clichè secondo cui “casualmente” l’ex fidanzata di Ghost è invischiata in una task force volta a sradicare un cartello della droga che conduce proprio Ghost, il più classico dei classici espedienti narrativi che presuppone una certa dose di mani negli occhi per riuscire a credere a questa casualità. Certo, è un elemento non di poco conto ma d’altronde è anche la miccia che condurrà a diversi eventi, una miccia necessaria ed interessante, per quanto impossibile da credere reale. Ad ogni modo questo è il solo difetto rilevante in un pilot che si può permettere quest’unica scivolata visto le tante doti che ha.
PRO:
- Omari Hardwick perfettamente a suo agio nel ruolo di Ghost
- Colonna sonora adeguatissima e che, anzi, dà quel qualcosa in più allo show
- Storyline intrigante e cast ben amalgamato
- Ottima presentazione di protagonisti e comprimari
- Il rischio di proporre certi clichè amorosi come quello dell’ex fidanzata che è casualmente a capo della task force investigativa rende tutto meno credibile
Not Exactly How We Planned 1×01 | 0.46 milioni – 0.2 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.