Sarò banale nel dirlo ma qui a lato, negli occhi di Grant Gustin, potete scorgere tutta la passione che il trittico Berlanti/Kreisberg/Johns ci ha messo per la buona riuscita di questo pilot. E quando dico “buona”, intendo dire “magistralmente superba” perchè al termine di questi 40 minuti l’unica cosa che potrete fare è asciugarvi la bava e ringraziare Dio Greg, Andrew e Geoff per il loro lavoro praticamente ineccepibile sotto ogni fronte.
Grazie all’esperienza fatta su Arrow, al trio di sceneggiatori la trasposizione da carta a piccolo schermo è risultata molto più agevole rispetto a quanto lo sarebbe stata 3 anni fa. I pochi errori che son stati commessi con l’arciere verde sono stati analizzati e letteralmente spazzati via dalla potenza della sceneggiatura che è pressochè ineccepibile sotto tutti i punti di vista. La sensazione che si ha terminata la visione è quella di essere appena stati al cinema ed aver visto un film su un supereroe, un film molto breve visti i 40 minuti ma dannatamente funzionale e con effetti speciali di tutto rispetto, anche considerato che alle spalle c’è la CW. In pratica tutto quello che si poteva desiderare da questo pilot.
The Flash non dimentica quanto abbiamo visto in “The Scientist” ed in “Three Ghosts” ma lo rende parte integrante nel filone narrativo riuscendo a rendere armonico sia il prologo che il proseguo delle vicende post incidente al Laboratorio S.T.A.R.. Partendo dal prologo riusciamo finalmente a capire e a dare un senso a quanto Barry Allen andasse blaterando ad Oliver Queen, ovvero riusciamo a vedere il modo in cui la vita di Barry è cambiata quando sua madre è morta e suo padre è stato accusato dell’omicidio. In particolare ci sono un paio di fotogrammi, ben visibili quando Barry sta effettuando il test di velocità su pista, in cui si scorge una presenza umana, segno quindi evidente che esiste già qualcun altro con un potere analogo/simile al suo. Questa è la prima vera rottura che Berlanti/Kreisberg/Johns compiono rispetto ad Arrow, si decide (per forza di cose vista la tipologia di supereroe che è Flash) di rendere reali i superpoteri creando una frattura tra l’ambiente urban realistico che fino ad ora siamo stati abituati a vedere in Arrow e quanto vedremo d’ora in poi su The Flash. Questo distacco, per ora poco accentuato vista le location diverse (Central City e Starling City) e soprattutto grazie al breve crossover in cui Oliver Queen dà consigli a Barry, apre una nuova fase dell’universo seriale DC fino a qui creato dalla CW ed è quindi lecito aspettarsi, oltre ad altri spin-off, anche un contagio verso questo lato fantasy di Arrow, ma questo sono solo speculazioni.
Oltre ai meriti che bisogna concedere alla sceneggiatura ed agli sceneggiatori, un pilot per essere di successo deve anche essere ben girato e soprattutto recitato. Prima di parlare del cast, è bene rivolgere un attimo di attenzione al regista perchè, per quanto possa essere poco rilevante un regista di episodi telefilmici rispetto a quello di lungometraggi cinematografici, il misconosciuto David Nutter non è l’ultimo degli sprovveduti. Rinomato per essere regista di diversi pilot (Supernatural, Smallville, The Mentalist e Arrow su tutti) oltre che per essere un consolidato regista volto più al fantasy (giusto per portare un esempio è lui il regista del tristemente celebre “The Rains Of Castamere“), Nutter riesce perfettamente nell’impresa di dosare le tempistiche non comprimendo nè diluendo situazioni e riuscendo a rendere più che bene la seconda trasposizione telefilmica di Flash, effetti speciali compresi, condensando tutti gli eventi nei canonici 40 minuti. Certo alcune scene avrebbero richiesto un maggior minutaggio ma le tempistiche sono quello che sono e meglio di quanto abbiamo visto non credo fosse possibile farlo.
Il “Pilot” riesce a presentare più che bene tutto il cast della serie, quasi tutti i personaggi convincono sin dal principio e chi non lo fa è semplicemente perchè ha ricevuto meno spazio per mettersi in mostra, noi comunque concediamo a tutti il beneficio del dubbio. Ma parliamo subito di lui, Grant Gustin, il ragazzo venuto dal nulla perchè a parte qualche apparizione in Glee ed in 90120 il suo curriculum è composto da poche e sporadiche comparsate. Gustin sfrutta al meglio l’occasione della vita e ci regala un’impersonificazione di Flash particolare: l’idea che si ha a primo impatto è quella di un nerd, timido e perennemente in ritardo con cui la vita non è stata molto gentile; convincente per quanto riguarda il ruolo di Barry Allen lo è però un po’ meno quando veste il costume di Flash ma, d’altronde, l’essere impacciati fa parte anche della trasformazione che lo stesso Allen si trova a vivere e Gustin fa del suo meglio per rendere vivida questa sensazione. L’idea in generale è che l’attore debba ancora sentire suo il personaggio quando indossa la tuta rossa in neoprene ma gioca a suo favore il fatto che, oltre ad esserci tempo e modo per migliorare sotto questo aspetto, Gustin non interpreti un personaggio già rodato ma un supereroe alle prime armi e quindi tutto è perdonabile.
Oltre a Gustin, la folta schiera di comprimari conta un’amica del cuore (Iris West) che ha già scritto in fronte “love interest: property of Barry Allen”, una coppia di scienziati degli S.T.A.R. Labs (Cisco Ramons e Caitlin Snow) a supporto di Flash già visti in Arrow in “The Man Under The Hood“, il capo degli S.T.A.R. Labs (Harrison Wells) ed infine, rispettivamente come padre e padre adottivo, John Wesley Shipp e Jesse L. Martin. Se quest’ultimo è ben noto al pubblico per essere stato il Detective Ed Green in Law & Order per quasi 10 anni e quindi qui è già a suo agio nelle spoglie del Detective Joe West, la presenza di Shipp va vista come un omaggio che autori e produttori hanno voluto fare a lui e alla serie “classica” di The Flash del 1990 dove l’attore interpretava il ruolo di Flash. Shipp, ben più noto alle cronache per essere stato il padre di Dawson Leery in Dawson’s Creek, qui interpreta il padre di Barry accusato di omicidio, un uomo che, pur essendo innocente, è già venuto a patti con il suo destino ed ha ormai accettato la pena da scontare in prigione, o almeno questo è quanto si evince dalla toccante scena finale del pilot. Per maggiori informazioni circa il cast e per soddisfare la vostra voglia di sapere vi rimando alla rubrica sottostante “L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo”.
Ovviamente la nascita di un supereroe o “metahuman” (come sono definiti in The Flash”) non è tale senza un nemico da combattere con cui poter sfoggiare i nuovi poteri acquisiti e, a tal proposito, qui è stato chiamato in causa quello che nei fumetti è noto come “Il Mago Del Tempo”, un nemico non eccezionale ma che è funzionale all’introduzione in questa nuova Central City e soprattutto nell’era dei “metaumani” che sono nati dopo l’esplosione agli S.T.A.R. Labs. La sua presenza non ruba spazio alla narrazione ma anzi la stimola portando questi 40 minuti più sul versante action che su quello melodrammatico e riflessivo, cosa non di poco conto che avrebbe appesantito notevolmente il tutto.
The Flash, per come è stato realizzato, è un pilot pressoché perfetto, ottimo nella recitazione, più che dignitoso negli effetti speciali (è pur sempre della CW) e con una trama intrigante che non annoia mai, un mix di elementi che lo candida subito alla palma di “Miglio Pilot della stagione 2014/15” con largo anticipo rispetto a tutti gli altri perchè, davvero, è di gran lunga superiore a quanto si potesse sperare di vedere. Se poi ci aggiungiamo una serie di easter eggs ed il breve crossover con Oliver Queen, anche i palati dei nerd più raffinati qui vengono soddisfatti. Fucking perfect.
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Quando Barry Allen cammina insieme a Harrison Wells per i corridoi dei Laboratori S.T.A.R., viene inquadrata in primo piano una gabbia devastata con ancora attaccata una etichetta con scritto “Grodd”. E’ un riferimento ad uno dei più famosi villians di Flash: Gorilla Grodd, un…beh, gorilla parlante e super-intelligente. Acquisì dei poteri quando una navicella spaziale approdò sulla Terra e, il pilota di tale nave aliena, diede dei superpoteri a Grodd e ad altri semplici gorilla come lui; oltre ad avere un intelletto di gran lunga superiore a quello degli esseri umani, è anche un telepate. Lui e i suoi compagni potenziati, poi, decisero di seguire l’alieno e costruirono una città interamente formata da gente come loro e la chiamarono “Gorilla City”…ma Grodd divenne presto assetato di potere e progettò di conquistare il mondo, portandolo spesso e volentieri sulla strada di Flash.
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A proposito dei Laboratori S.T.A.R.: cosa sono esattamente? In teoria sono dei laboratori (grazie, fin qui c’eravamo arrivati)…ma in pratica, sono fonte di guai e disastri per metà dei supereroi della DC Comics. Il complesso (la cui sigla sta per Scientific Technological Advanced Research) fa la sua prima apparizione su Superman #246 del 1971 e si presenta come una organizzazione dedicata alla ricerca tecnologica, medica e scientifica con sedi in diversi stati dell’America con lo scopo di migliorare la vita umana; il suo fondatore, Robert Meersman, creò la società con lo scopo di volere una catena di complessi scientifici attrezzata con apparecchiature all’avanguardia sconnesse dai programmi militari. Non sempre il sogno di Meersman fu rispettato, dato che i presidenti di questa organizzazione hanno sfruttato le sue risorse per atti decisamente poco etici (come fece, tanto per fare un esempio, il professor Emil Hamilton). La S.T.A.R. è inoltre collegata alla origine o all’upgrade di poteri e armamenti di molti criminali e supereroi, come per esempio Cyborg e Atomic Skull.
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Alla fine dell’episodio, quando Wells entra nelsuo “privè” per consultare un giornale del futuro, si legge di una certa e non ben specificata “fusione” con la Waynetech; inutile dire che la suddetta è la società dello scapolo multimiliardario Bruce Wayne, altrimenti noto come “tu sai chi”.
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In questo episodio, Harrison Wells è affiancato da due personaggi che saranno parte integrante e fondamentale del cast di supporto di Flash, ma che in futuro potrebbero diventare anche loro dei “metaumani” (come chiamano i tizi con poteri qui, in questo serial): Cisco Ramon è conosciuto con l’alias di Vibe e ha il potere di emettere onde shock dall’altro potere vibrante; purtroppo, nei fumetti, il personaggio non avrà né molta fortuna, né la vita facile, visto che finirà ucciso e resuscitato più e più volte…e sempre in un modo orribile. Mentre Caitlin Snow è conosciuta con l’alias di Killer Frost e ha gli stessi poteri del più noto Uomo Ghiaccio della Marvel; è un Uomo Ghiaccio con le tette, insomma? Si, per farla breve. E’ una villain ricorrente delle storie di Firestorm, altro supereroe della DC Comics poco noto al grande pubblico; Caitlin è la quarta donna a vestire i glaciali panni di Killer Frost, prima di lei ci sono state altre tre donne: Crystal Frost, Louise Lincoln e Loren Fontier.
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Un altro personaggio che ha nel futuro un po’ di dose di poteri, è il fidanzato di Iris West, Eobard Thawne: nei comics è conosciuto come il malvagissimo e stronsizzimo Professor Zoom (conosciuto anche come Anti-Flash). Nei fumetti, Thawne è un criminale del 25° secolo che trovò per caso una capsula temporale contenente un costume di Flash; grazie alla tecnologia del suo tempo, Eobard riuscì a ricreare la traccia energetica che Barry Allen emetteva quando usava i suoi poteri usando l’energia residua presente nel ritrovato costume, così da copiarne i poteri e farli propri (nel processo, i colori del costumi si invertirono). Zoom usò questi poteri per commettere dei crimini, ma fu fermato più volte da Flash; la sconfitta sarà così bruciante che Zoom si ossessionerà talmente tanto ad Allen da volersi addirittura sostituire a lui sia come eroe, sia come persona. I due si odiano proprio e negli anni se ne combineranno a vicenda di ogni tipo.
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Il nemico che affronta Flash e che poi viene apparentemente freddato dal padre di Iris West è un altro celebre villain di Flash: Il Mago Del Tempo. La sua origine nei fumetti è molto diversa da quella che abbiamo visto nell’episodio; nei comics, il fratello Clyde scopre un modo per controllare i cambiamenti climatici prima di morire a causa di un attacco cardiaco. Mark Mordon prese gli appunti del fratello deceduto e costruì una bacchetta (si, come le bacchette magiche) in grado di controllare il tempo e si diede al crimine. Forse è meglio quella del telefilm, eh?
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Nell’episodio compare come ospite specialeOliver Queen nei panni di Freccia Verde, il protagonista del serial Arrow che spaccia consigli al futuro velocista; ricordiamo, infatti, che The Flash è considerato uno spin-off del serial sull’arciere dato che (ufficialmente) Barry Allen fa il suo debutto in questo nuovo universo narrativo nel telefilm citato.
PRO:
- Effetti speciali ben realizzati
- Plot intrigante e ben studiato
- Apprezzabilissimi gli easter eggs ed il cameo di Stephen Amell
- Cast di comprimari ben assortito che, per i cultori del fumetto, rappresentano già un’infinità di possibili storyline
- Ultima inquadratura da WTF?
- Ci si poteva risparmiare qualche inutile battuta sulla velocità
Pilot 1×01 | 4.83 milioni – 1.9 rating |
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.