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“In every murder there is the tale of a city.”
Nuova serie police procedural di Amazon, basata sugli scritti di Michael Connelly. Il protagonista infatti, il detective Hieronymus Harry Bosch, è uno dei personaggi creati dallo scrittore americano ed elemento portante di circa diciassette suoi libri. Il pilot della serie venne mandato in onda circa un anno fa, lasciando al pubblico la decisione riguardo la commissione o no della serie stessa. Diversamente per quanto accaduto per The After, la serie di Chris Carter (creatore di The X-Files), la serie riuscì a superare il test del pubblico e venne quindi mandata in produzione.
La puntata è scarna di spunti e sembra non ingranare completamente, ciò trattandosi di un pilot pare quantomeno strano e controcorrente. Basti pensare al primo episodio confezionato ad hoc per How To Get Away With Murder per far impallidire questa serie, certo il paragone potrà sembrare azzardato viste le poche caratteristiche in comune, resta il fatto che Shonda ha saputo fin da subito coinvolgere il proprio pubblico. Cosa che Jim McKay (regista dell’episodio) e Michael Connelly stesso, non sono riusciti a fare.
La puntata è scarna di spunti e sembra non ingranare completamente, ciò trattandosi di un pilot pare quantomeno strano e controcorrente. Basti pensare al primo episodio confezionato ad hoc per How To Get Away With Murder per far impallidire questa serie, certo il paragone potrà sembrare azzardato viste le poche caratteristiche in comune, resta il fatto che Shonda ha saputo fin da subito coinvolgere il proprio pubblico. Cosa che Jim McKay (regista dell’episodio) e Michael Connelly stesso, non sono riusciti a fare.
Bosch è una serie in continuo progredire, questo lo si capisce. La premessa non sarà delle migliori, ma gli elementi per far bene ci sono tutti. Ottimi attori, fotografia e riprese molto ricercate e particolari, recitazione buona: insomma, un libro non si può valutare solo dalla copertina, serve uno sguardo più approfondito e lungo prima di poter giudicare in modo completo.
Il personaggio di Bosch, interpretato da un perfetto Titus Welliver (il Fumo Nero di Lost), rappresenta il cliché del poliziotto dedito al lavoro in misura tale da isolarsi in maniera quasi totale dal mondo a lui circostante, apatico e non portato per il relazionarsi con il prossimo. Gli altri personaggi comparsi sono dei semplici comprimari che ruotano attorno alla figura del detective, sia come personaggi a lui di aiuto, sia come personaggi decisi a mettergli i bastoni fra le ruote.
L’apertura di puntata ricorda quella di Luther ed i due personaggi sembrano poter aver molto in comune fra loro, con la differenza che il poliziotto interpretato da Idris Elba abbia più fantasmi del proprio passato rispetto a Harry, ma per il resto la similitudine regge in toto.
La puntata percorre due strade differenti presentando quelli che, presumibilmente, saranno i due punti cardine della stagione: il primo è il ritrovamento dello scheletro di un bambino di tredici anni, sul quale Bosch inizierà fin da subito ad interessarsi e a raccogliere prove; il secondo invece, vede il detective doversi difendere in tribunale da una accusa di omicidio. Questi sono i due filoni di trama principali ed intorno ad essi gireranno le storie dei vari personaggi. Tra questi ritroviamo diversi attori già conosciuti nel mondo delle serie tv: Irvin Irving è interpretato da Lance Reddick (già visto in Lost, ma divenuto famoso per il ruolo di Phillip Broyles in Fringe), Jerry Edgar, collega di Bosch e interpretato da Jamie Hector (Marlo Stanfield in The Wire), dottor Guyot, interpretato da un vivo e vegeto Scott Wilson (Hershel Greene in The Walking Dead).
Alla regia abbiamo, come detto, Jim McKay il quale è stato dietro la cinepresa per serie tv come Breaking Bad, Boss, The Good Wife e The Wire. Chiamatelo novellino.
La puntata è molto lenta e soppesata in ogni sua scena, alcune di esse sembrano protrarsi per decisamente troppo tempo, ma ciò non stona il generale equilibrio dell’episodio e della serie stessa. Certo, troppa lentezza alle volte coincide con il potere soporifero di certe riprese (si pensi a Resurrection), ma in Bosch sembrano essere di altra levatura e decisamente meglio studiate e non piazzate a caso tanto per allungare il brodo della trama (sono di esempio le diverse scene in cui Harry si ritrova da solo sul luogo del ritrovamento delle ossa).
La valutazione generale della puntata è quindi buona e le premesse sembrano far sperare, Amazon ha messo a disposizione (in stile Netflix) tutte le restanti puntate, per dar modo a chiunque fosse deciso a continuare la strada intrapresa un anno fa, di concludere la propria esperienza con la prima stagione di Bosch. La serie è molto ben fatta e caratteristica, sicuramente dargli una possibilità non sarebbe sbagliato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“He who fights monsters should look to it that he himself does not become a monster. And when you gaze long into an abyss, the abyss also gazes into you.”
Bosch ha sparato per legittima difesa a Roberto Flores oppure ha ceduto al “mostro” cresciuto dentro di sé dopo così tanti sguardi nell’ “abisso”? Riuscirà a proclamare la propria innocenza e a salvarsi?
Bosch ha sparato per legittima difesa a Roberto Flores oppure ha ceduto al “mostro” cresciuto dentro di sé dopo così tanti sguardi nell’ “abisso”? Riuscirà a proclamare la propria innocenza e a salvarsi?
Pilot 1×01 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.