Arrivati al dodicesimo episodio della prima stagione di Constantine, la quale (ricordiamo) ne è formata da tredici, è triste dover ammettere e riconoscere che, se il serial demoniaco dovesse essere descritto con una sola espressione, questi sarebbe “croce e delizia”. I momenti alti dello show sono stati tanti, come l’adattamento televisivo di alcune storie del fumetto, l’introduzione di personaggi/oggetti dell’Universo DC più o meno noti, la sempre più matura recitazione di Matt Ryan, l’ottima caratterizzazione dei personaggi e tutte le peculiarità che hanno permesso a John Constantine la fama che l’ha portato ad un serial tv. Però ci sono stati anche i tanti grossolani errori o le cadute di stile, come la trama dell’Oscurità Nascente (in teoria, quella principale) sempre più blanda, dozzinale e lasciata allo stato brado, oppure come alcuni episodi fin troppo fini a sé stessi, confezionati con dubbia professionalità e metodo o che addirittura hanno visto sviluppi narrativi piuttosto deludenti.
Forse è un pronostico, nonché giudizio, fin troppo azzardato e prematuro, ma al momento, il serial demoniaco Constantine sembra solo il prodotto della voglia di NBC di entrare nel grande cerchio dei serial comics e di attingere al momento d’oro che i fumetti stanno vivendo in questi anni; e per “bere fuori dal coro”, il network del Pavone sceglie di confrontarsi con un personaggio tanto amato, quanto difficile da gestire: un personaggio la cui indipendenza e unicità sembra esser sfuggita anche alla produzione stessa. Ripetiamo che questo può forse presentarsi come un giudizio azzardato e prematuro, ma vedendo come sono andate le cose con “Angels And Ministers Of Grace”, il pronostico di RecenSerie può cominciare ad acquistare concretezza e fondamento.
Innanzitutto, si metta agli atti che questo è l’episodio che precede il season finale è non solo privo di hype, ma si presenta anche come una puntata qualsiasi; certo, abbiamo qualche avanzamento nello sviluppo caratteriale del cast di protagonisti ed alcune pregevoli scene molto ben strutturate, tuttavia non solo si presentano fini a sé stesse, ma anche “inconcludenti” ai fini del tredicesimo ed ultimo episodio della prima (e molto probabilmente unica) stagione: e con quel “inconcludenti”, intendiamo dire che non hanno utilità alcuna nel creare un qualche tipo di attesa per quella che, nell’economia di una serie tv, è considerata “la puntata delle puntate”. Con questo non si vuole dire che “Angels And Ministers Of Grace” è un totale fallimento, solo che ha presentato la puntata giusta nel momento sbagliato. Se si guarda bene questo dodicesimo episodio, si può notare come la puntata in sé sia strutturata in maniera che si possa collocare in qualunque momento della continuity della serie, e che la produzione l’abbia messo in questa posizione perché sperava in un aumento degli episodi: cosa che non è avvenuta per tutti i motivi spiegati da “Non Est Asylum” fino ad oggi.
Non si vuole dire che scene come la struggente situazione di Zed, la toccante preoccupazione di Constantine o la spassosa riscoperta dell’umanità di Manny (che vengono rappresentati nel loro lato più umano) non strappino qualche momento divertente e di piacevole intrattenimento, solo che sono arrivati al momento sbagliato, quando era necessaria una certa “preparazione atletica” per “Waiting For The Man” che non è arrivata. Azzerando quel già poco hype che è andato diminuendo, per Constantine ora c’è solo la semplice voglia di liberarsi del telefilm.
- La rivista scientifica che Morris legge mentre aspetta il dottore durante l’episodio (chiamata “Science Showcase”), è la stessa che Barry Allen usa nell’episodio pilota del serial The Flash per ripararsi dalla pioggia. Ovviamente il numero è diverso, ma la testata è la stessa.
- Il nome di Morris ricorda un celebre avversario affrontato da John Constantine durante la storia “The Family Man”, uno dei cicli narrativi più inquietanti della serie, pubblicata su Hellblazer #23-24 e #28-33 tra il 1989 e il 1990. E improbabile che la produzione abbia voluto omaggiare quella storia, ma per i fan del fumetto è difficile non vederci qualche coincidenza. Deformazione professionale, sapete com’è.
- Il villian della puntata, il Dr. Thomas Galen (anche se involontariamente) omaggia due personaggi Marvel. Il primo è Iron Man, la cui spiegazione del proiettile è praticamente la stessa che ha portato Tony Stark a costruire l’armatura del Vendicatore Corazzato e a miniaturizzare il reattore Arc per sostenere il suo cuore ferito. Il secondo è Galactus: celebre essere cosmico gigantesco che si nutre di pianeti e avversario dei Fantastici Quattro; nella mitologia dell’Universo Marvel, Galactus è l’unico (o almeno, uno dei pochi) ad essere sopravvissuto al Big Bang, evento che ha distrutto la prima civiltà dell’universo. Prima di prendere il nome con cui era conosciuto e rinascere sotto forma di Galactus, il suo nome era Galen.
- In quest’episodio compare Eclipso, villain DC Comics poco conosciuto comparso per la prima volta su in House Of Secrets #61 del 1963. Mentre si trovava nella giungla per osservare un’eclissi solare, lo scienziato Bruce Gordon fu attaccato da uno stregone tribale di nome Mophir, riuscendo a ferire Gordon con un diamante nero (nell’episodio, il fantomatico Heart Of Darkness). Dopo di ciò, Bruce si ritrovava trasformato nel criminale Eclipso ogni volta che spuntava un’eclissi (imparando poi a richiamarla ogni qual volta che voleva grazie ai suoi poteri) diventando poi incarnazione dell’Ira di Dio e dell’Angelo della Vendetta che divenne malvagio (rimpiazzato anni dopo dallo Spettro). Diversi sono stati i personaggi che hanno investiti questa identità, tra cui Alex Montez e Jean Loring.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A Whole World Out There 1×11 | 3.30 milioni – 0.8 rating |
Angels And Ministers Of Grace 1×12 | 2.90 milioni – 0.8 rating |
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