Bene così. I segnali positivi che si intravedevano nei precedenti episodi trovano finalmente uno sbocco in questo episodio che sprizza essenza di Community da tutti i pori.
Creare delle gerarchie tra i personaggi, all’interno della trama (al contrario di altri contesti, dove un gioco di squadra paritario è la strada giusta), si presenta come mossa vincente. Analizziamo come. Nelle due storyline i protagonisti sono Jeff da un lato e il terzetto Britta-Annie-Abed dall’altro. Il preside è la spalla di Jeff mentre Frankie, Chang ed Elroy vagano sullo sfondo, con più o meno azzeccati interventi. E’ innegabile quindi come l’attenzione venga indubbiamente dirottata verso figure familiari e maggiormente gradite, i cui caratteri e le cui dinamiche sono stati sviluppati in questi anni. A ciò ovviamente si aggiunge anche la presenza limitata del geniale Chang in quanto il suo apprezzamento è sempre stato direttamente proporzionale alla sporadicità delle sue apparizioni, vere e proprie perle gettate qua e là. Personaggi rispettabilissimi come la nuova Frankie vengono giustamente relegati a fare “gavetta” tra i personaggi di secondo piano (come un tempo fu per il Dean), aggiunti soltanto per non far diminuire un elevato numero di figure, evidentemente necessario per il processo creativo e di scrittura di Harmon e soci. Ciò che consola, inoltre, è l’entità, non accennata, non sparsa qui e lì, ma costantemente presente del soggetto principale: l’assurdo.
A partire dalla prima stagione, la metamorfosi di Community è stata quella da comedy colorata e leggera, a miscellanea di metatelevisione, parodie e contesti surreali e burleschi. Inutile dire che la metamorfosi non si è verificata in maniera graduale e cumulativa, bensì con la stessa velocità della proverbiale pallina sul piano inclinato. Un primo survival a base paint-ball nell’antica prima stagione ne è la prova. E’ anche vero che con il passare di questi ultimi anni la nostra tecnologia ha fatto passi da gigante e condizioni solo teorizzate sono diventate la concreta realtà. In ambito cinematografico (“Her”) e televisivo (Black Mirror) la “spersonificazione” del rapporto umano è stata affrontata alla grande. Ma crearne un simile thriller carcerario che culmina in un finale al miele da commedia, questo non poteva essere concepito, se non da una mente ancora tutta da scoprire come quella di Dan Harmon. L’intera cultura pop e cinematografica di cui deve essersi imbevuto durante una chissà quanto bizzarra giovinezza lo ha portato a dei mix incredibili. La sequenza del confronto tra Willy e Jeff nel parcheggio permette di far gustare allo spettatore non solo Community così come noi tutti lo conosciamo ed apprezziamo, ma un ulteriore livello di inventiva ed assurdità.
La facile successione di gag tra professore e alunno presente solo mediaticamente è in realtà un geniale quanto contorto mezzo per entrare nel profondo dello show, risalendo alle sue radici. Ancestrale come non mai è infatti la presenza di Jeff a Greendale, la sua personalità atta a cercare la scorciatoia e last but not least il suo personale e ambiguo rapporto con il Dean. Da un lato quindi stratagemma narrativo bizzarro e innovativo, ma assolutamente inserito nei meccanismi di Community, dall’altro approfondimento su un tema antico e mai ripetitivo. Le due cose insieme creano un mix vincente ed una trama che permette lo scorrere rapido dell’episodio.
Dall’altro versante è presente invece una dinamica maggiormente visitata in passato, ma non per questo mancante di numerosi spunti di riflessione. Abbiamo già visto contrasti di personalità tra Annie e Britta, così come abbiamo già visto l’eccentricità di Abed sfuggire di mano (ricordate il racket di polli fritti, o il meta-film su Gesù?). In ogni caso è innegabile come tutta la vicenda, composta da parties, rules, movies (concetti astratti che sintetizzano le tre personalità), altro non sia che un riabbracciare le vere caratteristiche di tre tra gli storici protagonisti di Community. Viene fatta ammenda per il poco spazio dato a coloro che ci hanno fatto innamorare di questo show, per il ruolo da macchietta e da emarginata a cui era stata relegata Britta (sebbene il suo ruolo in questo episodio ancora non tocchi gli antichi fasti), per ruoli troppo comuni e di secondo piano a cui Abed si stava abituando più del solito (il compito, ad esempio, di protezione del nido nello scorso episodio era ritagliato alla perfezione per Troy e Pierce). E’ vero, la tematica della festa e della convivenza altro non è che una sottotrama oscurata dalla situazione surreale messa in piedi dagli studenti galeotti e dalla loro interazione con Jeff. Come detto ad inizio recensione, tuttavia, è proprio questo genere di ordine gerarchico a restituire quel particolare sapore di delirio continuato in Community. “What the hell kind of school is this?” verrà chiesto nel finale. Noi ce ne ricordiamo bene e sorridiamo di fronte ai ricordi che quella scuola ci ha dato, con la lacrimuccia che scorre e con i versi di quando si cantava “Greendale’s the way it goes”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Queer Status And Advanced Waxing 6×04 | ND milioni – ND rating |
Laws Of Robotics And Party Rights 6×05 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.