Minority Report 1×01 – Visions Of MurderTEMPO DI LETTURA 7 min

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Prima di iniziare la recensione è importante sottolineare che esistono due diverse versioni del pilot: quella leakata e quella ufficialmente andata in onda. Di “Visions Of Murder” vi sono quindi due differenti esemplari che si differiscono l’uno dall’altro per gli ultimi 8 minuti che di fatto danno al pilot e alla serie una diversa impronta. Vi consigliamo di guardarle entrambe per capire esattamente quale sia l’impatto effettivo che si è riscontrato con la 2° versione.
Noi abbiamo deciso di mantenere intatta la recensione già fatta con la 1° versione aggiungendo un paragrafo per il montaggio avuto nella Post-Air. Speriamo di aver fatto cosa gradita.

In 2054, the six-year Precrime experiment was abandoned. All prisoners were unconditionally pardoned and released, though police departments kept watch on many of them for years to come. Agatha and the twins were transferred to an undisclosed location, a place where they could find relief from their gifts. A place where they could live out their lives in peace.

Il terzo pilot (dopo quelli già recensiti di Blindspot e Lucifer) uscito prima dell’ufficiale messa in onda è quello riguardante Minority Report. La serie riprende il filone narrativo lasciato abbandonato dal genio di Steven Spielberg nel lontano 2002 dopo aver trasportato cinematograficamente uno scritto (il libro in italiano ha il titolo di “Rapporto Di Minoranza”) dello stesso Philip K. Dick da cui Amazon ha tratto The Man In The High Castle. La serie è estremamente connessa al film in cui compariva Tom Cruise, riprendendone le ambientazioni avveniristiche, la storia di base e parte dei personaggi.
Come sarebbe strutturata la nostra società se ci fosse la possibilità di prevedere gli omicidi e di porre rimedio agli stessi prima ancora che avvengano? Questa era la domanda di base sulla quale era stata confezionata la prima opera che puntava a sottolineare però come, per ottenere una tale società progredita e civilizzata, si dovesse sacrificare l’esistenza di tre innocenti ai quali veniva impedito una qualsiasi tipo di normale esistenza. Questi soggetti erano definiti Precog (nome derivante dal loro dono che era appunto la precognizione).
A cosa punta questa serie, quindi? Spielberg aveva lasciato in sospeso molte questioni, la più importante delle quali riguardava proprio la vita dei tre Precog una volta chiuso il progetto che li riguardava in modo diretto: i tre vennero estraniati dalla città ed esiliati per il loro stesso bene affinché nessuna persona potesse sfruttarli a suo diretto vantaggio. Ma quanto potrebbe durare questo esilio forzato? Proprio in questo punto si posiziona la serie, presentandoci uno dei due gemelli Precog (che affiancavano Agatha, la ragazza che aiutò John/Tom Cruise nel film del 2002), trasportato nella sua moderna lotta al crimine.
I tre ragazzi cognitivi avevano ognuno un determinato compito quando ancora lavoravano per la sezione precrimine: Agatha aveva i poteri più sviluppati e poteva facilmente ricostruire l’intera scena del delitto senza l’ausilio dei fratelli; Arthur e Dash (il gemello protagonista nella serie) hanno dei poteri molto più limitati e tendono a completarsi l’un con l’altro (Arthur vede il colpevole, Dash intravede i dettagli e poco più).
Se vi steste chiedendo preoccupati quanto sia fondamentale la visione del film del 2002 per comprendere la serie, state pure tranquilli: i minuti iniziali del pilot servono come introduzione e riassunto sia all’opera di Spielberg, sia ai successivi dieci anni di vuoto narrativo. Ciò è positivo soprattutto perché non si vincola lo spettatore a recuperare un film per poter avere una tranquilla visione della serie tv, anche se comunque una rinfrescata non farebbe male.
Per quanto concerne gli attori e la recitazione, Dash e Vega (protagonisti della serie) sono rispettivamente interpretati da Stark Sands (Six Feet Under, Nip/Tuck) e Meagan Good (Deception e comparsata in  Californication). Al fianco della figura di Vega, ritroviamo Wilmer Valderrama (qui interpreta Will Black, in From Dusk Till Dawn è/era Carlos ma in assoluto ve lo potrete ricordare per la quasi decade in That ’70s Show). Tra i produttori esecutivi invece troviamo, oltre al già oltremodo citato Steven Spielberg, anche il nome di Max Borenstein (se il nome non dovesse dirvi niente, sappiate che ha curato la sceneggiatura di Godzilla, l’ultima in cui compare anche Bryan Cranston, e sta scrivendo quella del sequel).
La serie richiama giustamente il film del 2002 ma il suo essere stabile in maniera autonoma e senza il doversi basare completamente sul film stesso è un valore molto positivo e che potrebbe rendere la serie un’opera a sé stante. Il pilot, così come la serie, sembra essere promettente, ma è precoce sbilanciarsi dopo la visione della sola prima puntata viste le possibili derive creative da qui a fine stagione. Di sicuro la struttura da procedurale classico non può non richiamare alla mente alcuni dei più recenti antenati dai tratti futuristici, come Fringe o Almost Human, tuttavia si parla sempre di una serie dai tratti ben diversi che si basa quasi completamente sull’opera di Dick. Per quanto si è visto, la sensazione che la serie sviluppi di più il classico caso del giorno rispetto alla trama orizzontale è molto vivida e lascia intravvedere un plot principalmente focalizzato sull’inserimento nella società di Dash, sul suo diventare “umano” e sul ritrovamento di suo fratello gemello, come dimostra il cliffhanger finale.
Purtroppo Minority Report si porta dietro degli inevitabili déjà vu, tratti da svariate serie, per la caratterizzazione dei personaggi principali che a prima (e anche seconda) vista possono sembrare un mix tra l’iniziale duo di Person Of Interest (John e Carter) e quello di Almost Human (John e Dorian), Carter e Dorian per la precisione. Dash, come Precog, viene interpretato in maniera fredda e a primo impatto convince gran poco un po’ per colpa di Stark Sands abituato com’è ai palchi di Broadway, un po’ perchè la caratterizzazione del personaggio lo richiede. Di fatto ci vorrà un po’ di tempo perchè possa “bucare” lo schermo e creare empatia, lo stesso dicasi per Vega, troppo impostata nel clichè del poliziotto che pensa fuori dagli schemi per risultare originale.
Nota a margine: verso il minuto tredici, quando Vega e Black stanno verificando il riscontro per il viso di Sahm Adrangi nel databse, affermano che il suddetto è un drogato dipendente dalla Chiarezza. Ora, questi tipi di droga che portano il soggetto a provare vari tipi di stati d’animo sono stati già presentati nella serie britannica Doctor Who. Si ha una maggiore presenza degli stessi nell’episodio 3×03 Gridlock, nei quali il Dottore si ritrova sperduto all’interno di quella che era una vera e propria zona di spaccio per gli stati d’animo, i sentimenti e le emozioni.

Post-Air

La FOX trae tutti in inganno e concede ai propri spettatori una piccola sorpresa per quanto concerne il pilot: quello leakato infatti pare non fosse il pilot originale. O meglio: sui quarantaquattro minuti, gli ultimo otto circa sono completamente cambiati e rimodellati. L’elemento del fratello in pericolo e/o scomparso viene di fatto accantonato considerato che Arthur (Nick Zano) compare nella puntata aiutando il duo Dash-Vega a risolvere il caso. Il finale appare meglio strutturato senza tralasciare sbavature di alcun tipo (il pilot leakato, infatti lasciava adito a dubbi riguardo la scomparsa dell’uomo pazzo che cercava vendetta). L’episodio si conclude con un velato riferimento da parte di Agatha al fatto che i tre ex precog possano essere nuovamente presi e sfruttati dalla Precrimine.
La scelta di modificare il finale ufficialmente non la sapremo mai, tuttavia è estremamente plausibile che la decisione di cambiare il montaggio sia stata presa dopo l’enorme mole di recensioni non molto lusinghiere ricevute all’unanimità dalla critica. Cambiare le cose in corsa è sembrata quindi la decisione più  giusta, oltre ad un aumento vertiginoso delle scene in cui la scollatura di Meagan Good. Scelte di un certo livello in pratica.
Nota di merito: anche in questi nuovi otto minuti rimane fedele il richiamo al film del 2002 con le nano sentinelle robot, identiche a quelle della famigerata scena in cui a Tom Cruise viene analizzato l’occhio appena innestato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Spunti ma non dipendenza dall’opera di Spielberg
  • La rappresentazione della società con relativi effetti speciali
  • Dash e Vega
  • Personaggi secondari momentaneamente in stasi
  • Piccioni assassini

 

Il cliffhanger di fine episodio sembra presentare la vera essenza della trama di stagione: il tentativo di Dash di ricongiungersi con il fratello. Nel mezzo, la serie seguirà le orme di altri procedural crime già più volte apparsi sui nostri teleschermi.
Il rischio c’è, ma speriamo che Spielberg e Borenstein, così come gli attori, riescano a mantenere la serie su livelli accettabili.

 

Visions Of Murder 1×01 3.09 milioni – 1.1 rating

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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