Marvel’s Luke Cage 1×04 – Step In The ArenaTEMPO DI LETTURA 7 min

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My name is Luke Cage.

C’erano solo due modi per risolvere il macello lasciato al termine di “Who’s Gonna Take The Weight?“: velocemente e con un pressapochismo giustificato solo dalla pelle impenetrabile di Luca Gabbia, oppure lentamente sfruttando l’occasione per approfondire ulteriormente la psicologia del protagonista bloccato sotto le macerie. Cheo Hodari Coker ha optato per la seconda strada che, anche considerando la mancanza di caratterizzazione delle origini del protagonista, si considerava necessaria per un approccio più corretto oltre che per una maggiore empatia.
In tutte le serie Marvel/Netflix finora prodotte (Daredevil, Jessica Jones) si è dedicato almeno un episodio al passato dei protagonisti, alla loro vita prima di acquisire i poteri e, ovviamente, al momento in cui sono stati ottenuti. Luke Cage non è da meno e, anzi, è probabilmente il character che maggiormente necessitava di una presentazione a tutto tondo per il semplice motivo che non l’aveva ancora avuta nonostante la sua presenza quasi costante in Jessica Jones.
Il blocco narrativo causato dal crollo del palazzo è quindi il classico MacGuffin narrativo utile per portare la narrazione lì dove lo sceneggiatore vuole, ovvero alla prigione di Seagate. Nel MCU la prigione ha degli inquilini molto rilevanti e non è la prima volta che viene nominata: Justin Hammer, Trevor Slattery, Commanche e Shades sono tra questi. Dettagli ed easter egg a parte, bisogna far notare subito un elemento che accomuna tutti e tre i supereroi della Marvel che hanno trovato casa su Netflix: tutti, nel bene o nel male, vengono risucchiati dal carcere e ne escono mutati. Sia esso Rykers o Seagate.
In “Step In The Arena” l’elemento catartico da interiorizzare è uno solo: Carl Lucas entra in prigione ma non ne esce. Non ne esce non perché non sia fisicamente sopravvissuto alla dura vita di Seagate o perché ne sia uscito trasformato e dotato di superpoteri: Carl Lucas muore lì dentro per le sofferenze e per le lacerazioni interiori che patisce. Entra Carl Lucas ed esce Luke Cage, è vero ma, nel passaggio, una parte di lui non sopravvive. Si può poi disquisire quanto si vuole circa questa evoluzione, tuttavia il dolore provato dall’ex poliziotto in carcere ha forgiato una persona nuova che, appunto, necessitava di un nuovo nome per poter ricominciare una nuova vita.
Un elemento importantissimo, oltre che di raccordo con Jessica Jones, è anche la presenza e l’introduzione di Reva Connors. Va infatti ricordato che, per chi non avesse visto la 1° stagione di Jessica Jones, quest’ultima, sotto l’influenza di Killgrave, ha ucciso involontariamente proprio la fidanzata di Luke Cage. Siamo quindi di fronte al primo step per poter apprezzare e approfondire nel miglior modo possibile il background di un character estremamente schivo e riservato che però, episodio dopo episodio, sta venendo sviscerato e contemporaneamente apprezzato. In tal senso l’introduzione di Reva permette al personaggio interpretato da Mike Colter di parlare liberamente, di aprirsi e di farsi conoscere non solo dalla psicologa ma anche dal pubblico. La liberazione dalle macerie va quindi interpretata (se proprio si vuole) come una liberazione simbolica di un peso, quello del proprio passato, che ora non deve essere più tenuto all’oscuro. Il tutto a partire da una presentazione di fronte alle telecamere.

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità, e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action del primo eroe in vendita Marvel? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, come fatto per Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.Marvel’s Agent Carter e Marvel’s Daredevil eccovi la “guida” a tutti i vari easter egg e trivia sulla puntata.

  1. Nella ufficiale storia dell’Universo Marvel, si ipotizza che Luke Cage (a sua insaputa) sia l’ennesimo prodotto di una serie di esperimenti che hanno portato diverse personalità del Marvel Universe a replicare i poteri di Wolverine. Infatti, negli anni, si scoprirà che il nome con cui è alternativamente chiamato Logan, Arma X, non è da leggersi come lettera “X” ma come numero romano “dieci”. Quando si scoprirono le sue abilità, diversi governi mondiali passarono gli anni a cercare di replicare le sue abilità, finendo per arrivare alla creazione di tale Arma 0: altrimenti conosciuto come il Siero del Super-Soldato, formula che data ad una persona aumenta le capacità fisiche fino al limite dell’umano. Arma 0 venne poi trasmesso al soggetto che sarà conosciuto come Arma I aka Steve Rogers aka Capitan America. Quando però lo scienziato che inventò il siero venne ucciso, Steve diventò il primo e unico di quella che avrebbe dovuto essere una lunga stirpe di soggetti.
  2. Siccome molte informazioni si persero nel tempo, la gente dimenticò che Capitan America venne creato principalmente per avere una versione governativa di Wolverine, così (essendo anche il prodotto finito migliore) altri scienziati passarono la vita a replicare il Siero del Super-Soldato. Uno di questi fu il Professor Noah Burstein. Figlio dello scienziato nazista che lavorò in coppia con Abrham Erskine durante lo sviluppo del Siero del Super-Soldato, Brustein continuò le ricerche del padre e cercò (come mezzo Universo Marvel) di trovare quell’ingrediente che mancava alla ricetta che diede vita a Capitan America; ovviamente non ci riuscì ma creò delle alternative soddisfacenti.
  3. Il primo soggetto su cui Brustein provò la sua formula era Mitchell Tanner, un soldato Americano tornato dalla Guerra del Vietnam molto sconvolto e vittima di episodi atroci (come l’intera perdita del suo plotone). Somministrò a Tanner la stessa formula che sottopose poi a Cage, ottenendo due risultati: il successo stava nel fatto che ottenne non solo il fantomatico il potenziamento fisico, ma anche superforza e una pelle impenetrabile, capace di respingere qualsiasi oggetto solido; il fallimento stava nel fatto che la sua pelle divenne bianco latte, i suoi capelli blu elettrico e piuttosto sociopatico, finendo per diventare un killer prezzolato noto come Warhawk.
  4. Dopo il caso Tanner, Brustein lavorò al perfezionamento del siero e gli si presentò alla porta una seconda occasione di nome Luke Cage. Luke, all’epoca, era un criminale di mezza tacca ormai abituato al continui dentro/fuori di prigione; un giorno gli offrirono una scelta: l’ergastolo o l’esci gratis di prigione ad un piccolo prezzo. Scelse la seconda. Fece da cavia al nuovo esperimento di Brustein e gli effetti furono del tutto soddisfacenti: gli stessi poteri di Warhawk, senza però quel problema alla testa chiamato “schizofrenia”. Anche se non ci sono prove concrete e dichiarazioni ufficiali, è di sicuro che Warhawk e l’ex-Power Man hanno dei poteri derivati da una variante del Siero del Super-Soldato. Siccome non c’è mai stato il tempo per creare una connessione con Capitan America, anche perché la storia di Arma X è collegata a molti personaggi oggi di proprietà cinematografica della FOX, è probabile che sia Brustein e Reva siano in qualche modo collegati agli stessi esperimenti che daranno vita a Killgrave.
  5. Il padre dell’ex-Carl Lucas non era un prete ma un poliziotto. Cage invece, sin da piccolo, è sempre stato un delinquente e mai un poliziotto, condizione che raddrizzò una volta uscito di prigione. Il cambio di professioni è probabilmente dovuto al fatto che, nei fumetti, non è mai stato veramente spiegato il perché Carl Lucas abbia optato per l’insieme di nomi “Luke” e “Cage”. Per tanto, la spiegazione della puntata è inventata di sana pianta.
  6. Albert “Billy Bob” Rackham compare per la prima volta su Luke Cage, Hero for Hire #1 del 1972, comportandosi esattamente come abbiamo visto nella puntata. Anzi, nel telefilm è ancora più stronzo. Morirà per mano del villain Stiletto sulle pagine di Luke Cage, Hero for Hire #16 del 1973.
  7. “Step In The Arena” cita esplicitamente l’originale e primo costume di Luke Cage. Prima attraverso diadema e bracciali con cui viene attaccato alla macchina, poi con jeans e camicia di fortunata trovati per caso su uno stendi panni.
  8. Ripassiamo un attimo chi era Reva Connors nei fumetti. Reva Connors è un’amica di vecchia data di Luke Cage. I due, più il fratello di lei, uscivano assieme finché, una volta cresciuti, non cominciarono ad uscire da soli e diventare una coppia. Fece una sola e unica apparizione su Luke Cage, Hero for Hire #1 del 1972, in quanto apparì per la prima volta in quel numero ma morì nel corso della storia, uccisa per errore da dei mafiosi appartenenti al Maggia: la mafia “autoctona” del Marvel Universe.
  9. Il titolo della puntata è un riferimento all’omonima canzone dei Gang Starr.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Origini di Luke Cage necessarie e ben articolate
  • Introduzione di Reva
  • La vita da galeotto di Carl Lucas
  • MacGuffin prevedibile

 

Semplicemente l’episodio giusto prima che sia troppo tardi al momento giusto.

 

Who’s Gonna Take The Weight? 1×03 ND milioni – ND rating
Step In The Arena 1×04 ND milioni – ND rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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