Baby 1×01 – SuperpoteriTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Se hai sedici anni e vivi nel quartiere più bello di Roma sei fortunato. Il nostro è il migliore dei mondi possibili. Siamo immersi in questo acquario bellissimo, ma sogniamo il mare. Ecco perché, per sopravvivere,abbiamo bisogno di una vita segreta.”

Per tornare alle origini della storia alla base di Baby bisogna fare un veloce esercizio di memoria e tornare indietro ad ottobre 2013.
Da una denuncia di una delle madre delle due baby squillo, esasperata dai comportamenti al limite della violenza fisica della figlia e dall’inconsueta ed ingiustificata disponibilità economica, partono le indagini del Nucleo Investigativo di Roma che porteranno di lì a poco a perquisizioni ed arresti.
Il finto castello delle favole costruito attorno a questo ristretto gruppo di persone crolla inesorabilmente: gli sfruttatori da una parte, le due baby squillo (14 e 15 anni) dall’altra. Le due giovani vengono affidate ai familiari, mentre il resto dell’organizzazione arrestato e successivamente processato. I capi di accusa sono quelli risaputi e che la cronaca ha più volte portato all’attenzione.
Ma c’è un fattore che deve essere analizzato: la costrizione. Più volte verrà infatti segnalato che le due giovani non sono mai state costrette in alcun modo a prostituirsi ed è un appunto questo che potrebbe indurre a valutare gli sfruttatori diversamente: perché sì, hanno economizzato alle spalle di due giovani ragazze consci di ciò che avveniva, però, insomma, non hanno le hanno mai costrette a proseguire od iniziare.
Il passo successivo sarebbe forse identificarli meno mostri di quello che in realtà sono.
Tuttavia la colpa è enorme: sfruttando due adolescenti, incapaci di razionalizzare cosa effettivamente stava accadendo, questo gruppo di persone ha abusato della fiducia cieca e sincera puntando al puro e semplice denaro ignorando il lato sociale e psicologico dell’intera situazione. Le due giovani vedevano arrivare i soldi, il divertimento e complice una determinata situazione famigliare, sono riuscite a liberarsi anche di quella poca attenzione riservata loro dai genitori. Non si rendevano conto, tuttavia, della disumanità che si consumava giornalmente (più di una volta) all’interno delle mura di quell’appartamento in viale Parioli.
Della vicenda si era già occupato, prima di questa serie, anche un docufilm andato in onda sul Nove: “Professione Lolita”.
Baby parte da lontano, dallo sbocciare di quella che diventerà ben preso un’attività economica fiorente, dall’incontro completamente casuale tra Chiara (Benedetta Porcaroli) e Alice Pagani (Ludovica). Anche se risulta molto fortuito (per la storia) che approfondiscano la loro conoscenza/amicizia proprio in questo momento visto e considerato che al Collodi frequentano quotidianamente.
“Superpoteri” è blandamente introduttivo per quanto concerne i personaggi in scena, il complicato contesto famigliare e le meccaniche che girano attorno ai personaggi introdotti.
E’ un prodotto strano Baby ma funzionale per il tipo di fruizione a cui Netflix ormai ha abituato il proprio pubblico: a dettare le tempistiche si è pensato bene di adibire una voce fuori campo, una sorta di narratore che riesuma l’intera vicenda quasi fosse un enorme flashback. Se in conclusione di puntata non si fosse udita la voce narrante, non si sarebbe mai percepita la sensazione di chiusura che si ha quando ci si approccia al termine di una puntata. Questo perché la storia appare monca una volta conclusosi l’episodio, si percepisce l’assenza di qualcosa.
La puntata, dovendo ricoprire il ruolo di pilot, si deve per forza di cose appoggiare su stilemi narrativi molto più simili ad un mediocre teen drama piuttosto che quelli di un prodotto drama che puntava a traslare sugli schermi uno spaccato della società (finta)perbene dei Parioli. Le diatribe tra i giovani protagonisti si sprecano, quindi, così come si sprecano i continui battibecchi tra i giovani e gli adulti in cui i discorsi giungono sempre alla stessa conclusione: “non mi puoi capire”. In cui si può sicuramente cogliere una certa leziosità.
Per quanto concerne il comparto recitativo, al momento, alziamo le mani e lasciamo scorrere. Sfruttiamo quella che calcisticamente verrebbe definita “regola del vantaggio”: la storia è interessante, quindi tanto vale far proseguire il tutto senza dover a tutti i costi appuntare quanto mediocre sia tutto il resto. Anche perché per determinati fattori, purtroppo, sarebbe come sparare sulla croce rossa.

“Per noi la vita è semplice. Vogliamo sentirci onnipotenti, divertirci e fare cazzate. E se non riusciamo a farlo alla luce del giorno, ci rifuggiamo in qualcosa che è solo nostro. La cosa bella quando hai una vita segreta è che non sai mai cosa ti aspetta.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’interesse che suscita la serie
  • Le musiche
  • La storia e lo scandalo che la serie vuole raccontare
  • Attori, attrici ed attoroni (italiani)
  • Non si avverte il senso di chiusura della puntata
  • L’ennesimo teen drama targato Netflix

 

Baby, forte di una storia interessantissima, attuale e socialmente molto forte, decide di non presentarsi nel migliore dei modi al proprio pubblico. Si avverte la qualità, la si percepisce nella regia, nelle scene continuate in cui la tensione sale accompagnata da una valida soundtrack. Ma il resto fa scadere il prodotto nell’ennesima serie tv di stampa teen drama di casa Netflix. Certo, i protagonisti sono adolescenti quindi per forza di cose questo elemento doveva esserci, ma sarebbe stato preferibile non percepirlo così profondamente.

 

Superpoteri 1×01 ND milioni – ND rating

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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