Bobby: “How long have you been a wolf?”
Sheila: “How long have you been Barbra Streisand?”
Bobby: “Longer than she has. Since I was a pup. When I was her, I could sing. As me, not so much”.
Episodio di transizione questo per GLOW, ma che rilascia comunque buoni e importanti spunti per gli sviluppi futuri dello show.
Questa puntata è un ottimo tandem con quella precedente per quanto riguarda la descrizione della routine lavorativa che si cela dietro il “magico” mondo del wrestling. Se in “Desert Pollen“, infatti, veniva messo in luce l’importanza dell’allenamento fisico, qui è il lato più “artistico” a farla da padrone con tutte le metafore annesse e connesse alle vite delle varie protagoniste.
Questa terza stagione, infatti, sembra caratterizzarsi per l’insistenza continua sul tema del cambiamento e della paura di crescere, leitmotiv di tutte le singole puntate, ma predominante soprattutto in queste ultime due. E se il cambiamento fisico, nella scorsa puntata, toccava in particolare modo Debbie (Betty Gilpin) e Cherry (Sydelle Noel) e i loro problemi legati alla maternità (di cui questo episodio ne rappresenta il proseguimento), qui sono soprattutto Ruth (Alison Brie) e Sheila (Gayle Rankin) a farla da padrone.
In particolare quest’ultima è protagonista di un percorso evolutivo davvero intenso ed interessante che la sta vedendo abbandonare via via il suo personaggio-cliché di “donna-lupo” che, fino a questo momento, l’aveva sempre caratterizzata.
Un’evoluzione che già era stata preannunciata con la decisione di seguire un corso di recitazione, particolare che sembrava dover essere relegato a mero “spezzone comico” all’interno dell’episodio precedente. Ma il bello di GLOW consiste anche nel fatto che la narrazione procede spesso per questi “falsi indizi”, anticipando sviluppi importanti senza però marcarli troppo all’inizio ma assecondandone la naturale evoluzione. E così quella singola e solitaria scena diventa qui il vero e proprio motore dell’azione, annunciando un probabile abbandono, da parte di Sheila, del suo personaggio per assecondare un ragionevole desiderio di evolversi e diventare una “performer a tutto tondo”.
E qui salta subito all’occhio l’introduzione di un personaggio particolare che rappresenta il “mentore” di questa evoluzione di Sheila e, al tempo stesso, un’eccezionale metafora di quanto già detto: la drag queen Bobby Barnes/Barbra Streisand (Kevin Cahoon, già “freak” in A Series Of Unfortunate Events). Protagonista di siparietti comico-musicali, tra cui un’elaborata e struggente sequenza alternata finale con in sottofondo “Yes” di Liza Minelli. Bobby è l’anello di congiunzione tra il mondo delle Gorgeous Ladies Of Wrestling e lo showbiz puro (che trova nelle luci di Las Vegas l’ambientazione ideale), l’elemento che rimarca l’appartenenza delle protagoniste al mondo degli artisti sognatori ed emarginati, lo stesso mondo da cui provenivano, in origine, Ruth & company. Si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini, necessario per ricordare a tutte loro da dove vengono, ma soprattutto, quanto ancora possono offrire al proprio pubblico.
E infatti tutti i personaggi, chi più chi meno, mostrano proprio questo aspetto. A maggior ragione appare un po’ sacrificata la scena di dialogo tra Carmen “Machu Picchu” e il fratello Kurt in camera, buttata lì quasi per caso nonostante potesse rivelare molto del personaggio interpretato da Britney Young, che risulta molto in disparte in questa terza stagione, rispetto agli altri personaggi. Ma può darsi che, come per Sheila, le problematiche del personaggio in questione saranno poi riprese in un successivo episodio.
Così come la storyline di Ruth che paga il ritorno (non desiderato) di Russell. Scelta che mette in secondo piano il personaggio di Sam Sylvia (Marc Maron) per evidenziare i problemi di coppia dei due (elemento abbastanza inutile che, infatti, si risolve con un nulla di fatto).
Rimangono molto buoni, invece, i siparietti comici di cui, a questo giro, è protagonista indiscusso Bash (Chris Lowell) che, con la sua solita faccia da schiaffi sorniona, dà vita a un vero e proprio casting di giocolieri e “disperati” che cercano un ruolo all’interno del suo show. E che rilascia un finale con l’amaro in bocca per la decisione presa su Bobby, singolare per un personaggio che più di tutti (visto il suo percorso nelle stagioni precedenti) sarebbe dovuto essere più sensibile a quanto proposto dall’artista. Ma, in fondo, forse l’obiettivo finale degli autori era proprio di suscitare questo sentimento, anche per rappresentare al meglio (e in maniera più empatica) la situazione in cui si trovano in questo momento le protagoniste. E, in questo, bisogna dire che lo show (come sempre) se la cava in maniera ottima.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Desert Pollen 3×03 | ND milioni – ND rating |
Say Yes 3×04 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!