Mr Mercedes ha cominciato col botto la settimana scorsa mettendo fin da subito in primo piano il tema principale e i due co-protagonisti della “caccia” raccontata nel romanzo di Stephen King. Sembra quindi naturale che, dopo un incipit del genere, la puntata successiva tenda a rilassarsi per riprendere fiato. Il problema di “On Your Marks” però è il fatto che se la prende con troppa calma.
In realtà le scene che si susseguono sono molte in questo episodio ma tutte concentrate sulla descrizione psicologica due character principali, il detective Bill Hodges (di cui, in questa puntata, si scopre in maniera scherzosa il suo primo nome ossia Kermit) e il futuro ormai noto commesso killer Brady Hartsfield. Questi due personaggi si alternano ripetutamente lungo tutto l’episodio catturando tutta l’attenzione e creando empatia con lo spettatore. Questo per merito soprattutto dei due interpreti, Brendan Gleeson e Harry Treadway, che riescono a dar vita a due personaggi-vittime inconsapevoli dei loro tempi. Soprattutto Gleeson riesce a creare un personaggio quasi comico con il suo detective burbero in pensione che si esprime per lo più bofochiando (ma regalando anche dialoghi incredibili).
Bill è la perfetta metafora dell’alienazione dell’uomo contemporaneo di fronte a un mondo in continuo movimento, purtroppo non sempre verso un futuro radioso, rappresentato da Brady che è, invece, la metafora dei valori distorti dell’America neoliberista (e con lui l’odioso capo-reparto Robi).
Il continuo confronto tra questi due personaggi tiene in piedi l’intera trama portando però a un problema che, soprattutto in questo episodio, si avverte molto: la messa in secondo piano (ma anche in terzo e quarto) ed il conseguente appiattimento di tutti gli altri personaggi. A parte Bill e Brady, infatti, gli altri comprimari sembra siano presenti nello show solo come mere figure di supporto e anche i loro dialoghi sono solo funzionali a rivelare aspetti ulteriori dei due protagonisti o aiutarli nelle loro missioni, ma mancano completamente di quella profondità che avevano nel romanzo.
Personaggi come Jerome o Ida sono divertenti e originali in questo contesto ma funzionano solo come “supporto” di Bill (allo stesso modo la madre di Brady, Deborah, che qui comunque è molto più approfondita che non nella puntata pilota). Jerome soprattutto rischia di diventare solo un generico “Dottor Watson” (parole sue) per lo più relegato ai margini dell’indagine vera e propria nonostante le sue conoscenze informatiche che dovrebbero essere l’arma in più per combattere quell’altro genio informatico che è Brady. Invece si limita entrare a cazzo di cane casualmente nei momenti topici della puntata rivelando la sua utilità al solo fine della trama.
Certamente si tratta solo delle prime due puntate e ci sarà (si spera) modo e tempo di approfondire ulteriormente tutti i personaggi ma la sensazione è che difficilmente, sia dato il carisma e la presenza scenica dei due protagonisti sia per il fatto che il medium televisivo fa fatica a dare la stessa profondità di un romanzo scritto, si riuscirà a trovare un compromesso in tal senso. Anche perché la puntata ha il merito di introdurre anche il personaggio di Janey Patterson (una Mary-Louise Parker in stato di grazia), sicuramente non un personaggio secondario (e chi ha letto il romanzo lo sa) e che necessiterà di tutte le attenzioni del caso.
L’episodio in generale, dunque, sembrerebbe essere la classica puntata di raccordo tra un plot twist importante (quello della puntata precedente) e un cliffhanger finale (l’incontro con Janey Patterson e il suo coinvolgimento nell’indagine) che preannuncia nuove sorprese. Per il momento, dunque, l’episodio si merita un Save ma già il prossimo episodio potrebbe riservare delle sorprese sotto l’ombrello blu di Debbie. Non resta che attendere le prossime puntate. Come direbbe il detective Hodges: “let’s pray for a good day”.
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Pilot 1×01 | ND milioni – ND rating |
On Your Mark 1×02 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!