Vikings 4×05 – PromisedTEMPO DI LETTURA 5 min

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Nella scorsa recensione ci complimentammo con Vikings per aver bruciato sul tempo i nostri pensieri. Proprio mentre stavamo muovendo al serial la critica di non aver ancora mostrato qualche evento più concreto, questo sfornò “Yol“, una puntata che fece entrare il telefilm vichingo nel vivo unendo in un unico filone narrativo le diverse storyline in corso. Questa volta però Vikings fa vigliaccamente marcia indietro e sforna quello che possiamo considerare come il primo mezzo passo falso della serie. Pur non bocciando completamente questo quinto episodio bisogna comunque criticare le scelte di sceneggiatura di Michael Hirst.
La colpa principale di questo episodio riuscito a metà ricade su due elementi: la sceneggiatura e la costruzione della stagione in sé. Nello script è stata data molta importanza a quelle che possiamo definire come le storyline “meno importanti” del serial, quelle di minor importanza. Perché non solo allo spettatore interessano di meno ma anche perché (negli episodi precedenti) venivano utilizzati come mezzo per intervallare altre quest di maggior importanza/appetibilità.
Difatti qui abbiamo avuto una inversione di ruoli. Questa volta sono state le trame del Wessex, di Parigi e la vita di coppia di Rollo e Gisla ad avere più luci della ribalta e più minutaggio in loro favore, oltre che ad essere intervallate da segmenti riguardante il versante norvegese. Un’arma a doppio taglio. Se dal punto di vista narrativo si è potuto avanzare in maniera indipendente facendo a queste storyline acquistare una loro identità – riuscendo anche a sollevare qualche spunto carino, come il discorso di Re Ecbert nel confessionale che lo valorizza ulteriormente come impeccabile stratega – dal punto di vista mediatico avere tutte queste trame stipate nella prima metà della puntata, ha creato un po’ di generale disinteresse visto che non sono tanto interessanti quanto quelle di Ragnar, Lagertha e soci.
Ma nonostante la sceneggiatura di Hirst vada comunque demonizzata per aver concentrato tutti gli aspetti poco interessanti della quarta stagione di Vikings nella prima metà, va anche detto che (prima o poi) un momento del genere sarebbe potuto arrivare. Ricordiamo che quest’anno Vikings è composto da venti episodi, non più dieci come le precedenti tre stagioni. Ora il serial sarà costretto (speriamo il meno possibile) a sfornare episodi come questi poiché il gran numero richiede uno smistamento più accurato delle svolte più importanti, il tutto per evitare di arrivare col fiatone in zona season finale. Molte delle paure descritte in “A Good Treason” riguardo il doppio deca di puntate si sono parzialmente avverate in “Promised”. Fortunatamente la seconda metà della puntata risolleva “Promised” e chiude l’episodio in maniera più che promettente.
Prima cosa: notare come la relazione tra Ragnar e Yidu si sia trasformata da una semplice notte di passione ad una relazione molto appassionata tra due personaggi che stanno mostrando enorme affiatamento l’un l’altro. Da semplice avventura di una notte, costellata da allucinazioni che andranno molto forte negli anni ’60, il re di Kattegat e la ex-schiava cinese cominciano ad entrare più in confidenza, scambiandosi informazioni sulla loro cultura, il paese di provenienza e lasciandosi travolgere da quella che è una passione molto sentita e che buca lo schermo per la complicità venutasi a formare tra i due attori Travis Fimmel e Dianne Doan. Quella che sembrava una relazione alla John Lennon e Yoko Ono si è plasmata in una storia che va oltre il mero sesso visto come semplice stretching delle regioni basse. Una svolta davvero inaspettata, mancavano gli Aerosmith come sottofondo.
Ovviamente l’altro grandioso e gradito aspetto della puntata è stata l’uccisione di Kalf da parte di Lagertha, colpo di scena che si fa apprezzare non solo per l’imprevedibilità della sequenza ma sopratutto perché unica svolta narrativa in cui c’è della concretezza. Su questa decisione possiamo solo muovere teorie ma, a quanto pare, la morte di Kalf sembra essere un contrattacco dovuto al complotto ordito dai seguaci dello stesso ai danni di Bjorn. Potrebbe infatti esser stato lui a scagliare i berserker contro Bjorn nel tentativo di ucciderlo. Tale visione della cosa ci fa notare come le intenzioni di Kalf non fossero poi così nobili e come Lagertha si confermi, ancora una volta, come uno dei personaggi migliori del serial per la sua capacità di rendersi protagonista di scene che prendono contropiede lo spettatore.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Lagertha uccide Kalf
  • Ragnar, Yidu & gli Aerosmith
  • – “Eunuchi?”
    – “Uomini che non sono uomini”
    – “E come fanno a essere uomini?”
    – “Gli è stata tagliata la loro virilità”
    – “Non mi piace”
    – “Neanche a loro”
  • Re “Master Planner” Ecbert
  • Troppo spazio alle trame del Wessex e di Parigi
  • Gli effetti negativi di una stagione a 20 episodi si fanno sentire
  • Bat-Rollo & Cat-Gisla

 

“Promised” è il primo episodio della quarta stagione a non essere grande quanto i precedenti. Riesce comunque ad offrire degli spunti interessanti e delle scene che porteranno delle conseguenze nello show, cosa già anticipata dal cambio delle immagini nella sigla che evocano fuochi di battaglia e sanguinolenti massacri senza quartiere. Ma questo in futuro. Nel presente, la puntata regala più spazio alle trame meno interessanti di questa stagione, lasciando l’episodio in pasto ai difetti che comporta avere una stagione fatta di venti episodi, sopratutto da un serial che ne ha sempre avuti dieci per stagione e che deve ancora imparare a gestire una stagione così lunga. Sia chiaro, “Promised” non è un fallimento per Vikings ma, di sicuro, non è un episodio eccelso. Una sufficienza se la merita sopratutto per il finale. Ma nulla di più.

 

Yol 4×04 2.23 milioni – 0.7 rating
Promised 4×05 2.13 milioni – 0.6 rating

 

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