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Uno dei marchi di fabbrica di Breaking Bad è senza dubbio il fatto che nulla è come sembra; le teorie e le supposizioni elaborate dai telespettatori, puntata dopo puntata, vengono rovinosamente distrutte come castelli di carta dal machiavellico piano di Vince Gilligan e degli sceneggiatori. Noi telefilm-addicted, o forse sarebbe meglio dire Breaking Bad-addicted, non possiamo fare altro che mangiarci le mani e battere i pugni per un ennesimo buco nell’acqua, mormorando un mea culpa a denti stretti. Naturalmente non tutti abbiamo la stessa visione e la stessa idea su una puntata ed è per questo che alcune persone riescono a carpire il vero senso di certi atteggiamenti ed azioni. Tanto di cappello e tanta invidia per loro.
Questa recensione comincia, quindi, con un mea culpa colossale. Nello scorso episodio si era ipotizzato un cambiamento totale di Walter White nei confronti della famiglia, come a volersene distaccare completamente dopo le tante delusioni subite. Scopriamo, purtroppo o per fortuna, che la chiamata minacciosa di Walt a Skyler altro non era che uno stratagemma per salvarla e liberarla da pesanti accuse di favoreggiamento. La famiglia, quindi, viene sempre prima di ogni cosa per l’ex insegnante di chimica e c’è da chiedersi se lo faccia per un puro spirito altruista e per devozione incondizionata, oppure se questo amore “tossico” per una famiglia che gli ha quasi sempre voltato le spalle abbia scatenato in lui una componente masochista. Il cancro è un male fisico, che divora il corpo dall’interno, ma Walter decide di sacrificare anche il suo intelletto, la sua libertà e tutto sè stesso per la famiglia. Le immagini di Walter Heisenberg da solo, in completo isolamento nella baracca del New Hampshire, ne sono la prova, e la scena in cui si lega la fede al collo, per paura di sentirla scivolare via dalle dita, fa intenerire quanto imbestialire. Non abbiamo mai visto Walter White così tanto disperato e provato dalla solitudine e dall’indifferenza della sua famiglia, che ancora non accetta e non apprezza i sacrifici fatti. La chiamata al figlio, per comunicargli la sua intenzione di spedire dei soldi, tra parole spezzate dal pianto, singhiozzi e tentativi di scuse, è uno dei momenti più belli e strazianti dell’intera puntata e Bryan Cranston si dimostra ancora una volta magistrale e sublime. Di certo non possiamo biasimare troppo Flynn per il suo atteggiamento: più che soldi a palate, ciò che desiderava era un padre onesto, normale ed una famiglia unita. Forse è proprio questo ciò Walt non è mai riuscito a capire. Per lui, infatti, i soldi volevano dire tutto e valevano più di mille abbracci. Nonostante tutto, Heisenberg contiene ancora molti tratti del povero
Questa recensione comincia, quindi, con un mea culpa colossale. Nello scorso episodio si era ipotizzato un cambiamento totale di Walter White nei confronti della famiglia, come a volersene distaccare completamente dopo le tante delusioni subite. Scopriamo, purtroppo o per fortuna, che la chiamata minacciosa di Walt a Skyler altro non era che uno stratagemma per salvarla e liberarla da pesanti accuse di favoreggiamento. La famiglia, quindi, viene sempre prima di ogni cosa per l’ex insegnante di chimica e c’è da chiedersi se lo faccia per un puro spirito altruista e per devozione incondizionata, oppure se questo amore “tossico” per una famiglia che gli ha quasi sempre voltato le spalle abbia scatenato in lui una componente masochista. Il cancro è un male fisico, che divora il corpo dall’interno, ma Walter decide di sacrificare anche il suo intelletto, la sua libertà e tutto sè stesso per la famiglia. Le immagini di Walter Heisenberg da solo, in completo isolamento nella baracca del New Hampshire, ne sono la prova, e la scena in cui si lega la fede al collo, per paura di sentirla scivolare via dalle dita, fa intenerire quanto imbestialire. Non abbiamo mai visto Walter White così tanto disperato e provato dalla solitudine e dall’indifferenza della sua famiglia, che ancora non accetta e non apprezza i sacrifici fatti. La chiamata al figlio, per comunicargli la sua intenzione di spedire dei soldi, tra parole spezzate dal pianto, singhiozzi e tentativi di scuse, è uno dei momenti più belli e strazianti dell’intera puntata e Bryan Cranston si dimostra ancora una volta magistrale e sublime. Di certo non possiamo biasimare troppo Flynn per il suo atteggiamento: più che soldi a palate, ciò che desiderava era un padre onesto, normale ed una famiglia unita. Forse è proprio questo ciò Walt non è mai riuscito a capire. Per lui, infatti, i soldi volevano dire tutto e valevano più di mille abbracci. Nonostante tutto, Heisenberg contiene ancora molti tratti del povero
professore di chimica squattrinato, usato dai suoi ex colleghi di lavoro e considerato un debole da quasi tutti, cognati compresi. Con il suo impero di meth Walter si era riscattato, aveva guadagnato qualcosa che non aveva mai avuto: rispetto, invidia, timore reverenziale. La mancanza di rispetto è, dunque, la molla che fa scattare la trasformazione da White in Heisenberg, come un moderno dottor Jekyll e Mr. Hyde. Elliott e Gretchen, siete avvisati.
Nella stessa condizione mentale di solitudine e disperazione troviamo Jesse Pinkman. Rapito da Jack, Todd e gli altri scagnozzi, il ragazzo si ritrova ora recluso in uno scantinato e costretto a cucinare con Todd, sotto minaccia di una possibile ritorsione su Andrea e Brock. Come volevasi dimostrare, il cervello di Jesse non riesce a elaborare concetti difficili, e decide quindi di fuggire. Ovviamente viene subito individuato, fermato e… goodbye Andrea. Impossibile rimanere impassibili di fronte alla scena in cui Jesse viene costretto ad assistere all’esecuzione della ragazza, ma sappiamo che in fondo, se l’è cercata e non riusciamo a compatirlo totalmente. Quale sarà ora il destino del ragazzo? Walt vorrà vendicarsi anche su di lui, o riuscirà a trovare, dentro di sé, la forza per perdonarlo magari coalizzandosi? Sicuramente la rivelazione su Jane lascia presagire che il signor White abbia completamente diseredato il suo figliastro.
Un’altra componente importante di questa puntata è data senza dubbio da Jack e la sua banda. Cattivi fino al midollo, pazzi scriteriati e senza un briciolo di sale in zucca (dai, come si fa a lasciare una clip in mano ad un prigioniero con delle manette?). Se per Walt riusciamo ancora a trovare delle giustificazioni per i suoi crimini e assassinii, proteggendolo quasi, non riusciamo a fare lo stesso per questi redneck neonazi anche se, ammettiamolo, ci piacciono parecchio. L’attore che interpreta Todd è riuscito a dipingere perfettamente un ragazzo soggiogato dallo zio, in balia di sè stesso, con forti problemi relazionali, ingenuo ma al tempo stesso senza un briciolo di etica e morale, un character che si è molto tridimensionalizzato in questa seconda parte di stagione, nel bene e nel male. Anche i personaggi secondari vengono, quindi, pensati e studiati nei minimi dettagli per servirci sempre un capolavoro su un piatto d’argento.
PRO:
- La solitudine e disperazione di Walter da un lato, e Jesse dall’altro
- La caratterizzazione perfetta anche dei personaggi secondari
- Scene strazianti, ma belle: Walt che si lega la fede al collo e chiede ad Ed di fermarsi a fargli compagnia
- La (piacevole) sorpresa nel vedere Robert Forster come guest star!
CONTRO:
- Anche se in linea con la storia ed il personaggio, il fatto di aggiungere Elliott e Gretchen alla schiera dei “nemici” di Walt stona un poco. Come se si fosse scelto in fretta e furia qualche capro espiatorio, al posto di Skyler.
Siamo dunque giunti all’epilogo, al momento che precede quel bagagliaio carico di armi e quel “Ciao, Carol” esclamato con nonchalance. Forse Breaking Bad può considerarsi concluso solo con la morte di Walter White; forse solo in questo modo Heisenberg può espiare le sue colpe e avvicinarsi, per quanto poco, alla redenzione. Certo è che Breaking Bad non può concludersi senza una strage coi fiocchi. E le premesse ci sono tutte.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.
ATTENZIONE SPOILER PER CHI NON E' IN PARI CON BREAKING BAD.
Se state leggendo questo articolo, significa che NON state guardando Breaking Bad.
Andate a vederlo, e basta!!!!!
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