0
(0)
C’è un grosso problema nei pilot delle comedy a cui stiamo assistendo, ed il problema è che non si ride, fatto che è assai grave se la serie non è un drama. Dads purtroppo non fa eccezione tranne in alcuni rari momenti e questo, per uno che confidava molto nel prodotto targato Seth MacFarlane, è come una pugnalata al cuore. A dirla tutta MacFarlane ci mette solo la faccia, visto che non è lo showrunner, però il suo nome è sicuramente il più altisonante oltre che quello di qualità visto che viene subito associato a I Griffin. Non si dovrebbe giudicare una serie da un solo episodio ma noi lo facciamo lo stesso anche perchè non tutti abbiamo minuti da perdere guardando schifezze e quindi anche solo i venti minuti di un pilot a volte possono bastare per staccare la spina alla serie o lasciarla attaccata per proseguire la visione. Per Dads si potrebbe anche tentare una seconda visione sperando in qualche miglioramento ma francamente ho seri dubbi su un possibile exploit positivo.
Volente o nolente un po’ tutti abbiamo recepito le critiche negative provenienti d’oltre oceano ancora prima della messa in onda per via di un pilot troppo sessista e razzista. Le scene incriminate sono un paio in cui l’asiatica del cast (Brenda Song) viene obbligata a vestirsi come una scolaretta degli anime/manga giapponesi e un’altra in cui il padre di Eli (Peter Riegert) chiede al figlio (Seth Green) se sta guardando “Prendi a pugni il portoricano”. Personalmente non penso che queste accuse siano il vero problema, piuttosto andrebbe esplicitato il fatto che siano stati scelti tali mezzucci (e mi riferisco principalmente al “razzismo asiatico” ma anche a battute trite e ritrite) in un pilot che dovrebbe a tutti gli effetti mostrare il massimo potenziale dello show, e se questo è il meglio che gli sceneggiatori hanno in serbo per noi allora la scelta giusta è chiudere subito la tv e rifugiare i nostri assetati occhi in altre serie.
Tra i pochi elementi positivi che si riscontrano in Dads non si può non citare un cast di tutto rispetto che “dovrebbe” garantire una certa qualità almeno sul fronte interpretativo, dovrebbe. Seth Green tra tutti è il più espressivo e anche quello che cerca di sorreggere da solo l’intero peso comico della sit-com, un peso che non può ovviamente tenere da solo ma almeno è apprezzabile lo sforzo. Insieme a lui Martin Mull sfrutta a dovere il suo character mostrando da subito certe potenzialità che però vengono subito oscurate da uno script osceno e dall’assenza di una chimica con il resto del cast. Completamente fuori posizione troviamo sia un Giovanni Ribisi molto fuori forma che funziona solamente se accompagnato da un Golden Retriever su un divano, il che è abbastanza deprimente, sia un Peter Riegent non molto adatto nel ruolo di padre fallito. A chiudere il cerchio ci sono una moglie inutile e un’asiatica che si lamenta degli stereotipi, tutto il resto è noia e risate finte in sottofondo, tante, troppe risate in sottofondo di persone che non si stanno divertendo e che sono costrette a fingersi soddisfatte della scenetta appena vista. Sembra un fattore irrilevante ma nella noia più totale una risata finta in più fa la differenza, in peggio.
Insomma avrete capito anche voi da questa recensione che Dads non è uno show che verrà ricordato dai posteri per le sue qualità, forse già l’anno prossimo lo avremo rimosso dalla nostra memoria con qualche altra comedy più decente dove si ride non forzatamente e soprattutto dotata di carisma e di un cuore, cosa che manca totalmente in questo pilot. Dispiace solo che Seth Green abbia deciso di bruciarsi così il rientro a tempo fisso in tv.
Tra i pochi elementi positivi che si riscontrano in Dads non si può non citare un cast di tutto rispetto che “dovrebbe” garantire una certa qualità almeno sul fronte interpretativo, dovrebbe. Seth Green tra tutti è il più espressivo e anche quello che cerca di sorreggere da solo l’intero peso comico della sit-com, un peso che non può ovviamente tenere da solo ma almeno è apprezzabile lo sforzo. Insieme a lui Martin Mull sfrutta a dovere il suo character mostrando da subito certe potenzialità che però vengono subito oscurate da uno script osceno e dall’assenza di una chimica con il resto del cast. Completamente fuori posizione troviamo sia un Giovanni Ribisi molto fuori forma che funziona solamente se accompagnato da un Golden Retriever su un divano, il che è abbastanza deprimente, sia un Peter Riegent non molto adatto nel ruolo di padre fallito. A chiudere il cerchio ci sono una moglie inutile e un’asiatica che si lamenta degli stereotipi, tutto il resto è noia e risate finte in sottofondo, tante, troppe risate in sottofondo di persone che non si stanno divertendo e che sono costrette a fingersi soddisfatte della scenetta appena vista. Sembra un fattore irrilevante ma nella noia più totale una risata finta in più fa la differenza, in peggio.
Insomma avrete capito anche voi da questa recensione che Dads non è uno show che verrà ricordato dai posteri per le sue qualità, forse già l’anno prossimo lo avremo rimosso dalla nostra memoria con qualche altra comedy più decente dove si ride non forzatamente e soprattutto dotata di carisma e di un cuore, cosa che manca totalmente in questo pilot. Dispiace solo che Seth Green abbia deciso di bruciarsi così il rientro a tempo fisso in tv.
PRO:
- Nomi altisonanti nel cast
CONTRO:
- Script orribile
- Livello di comicità ai minimi storici
- Poca originalità mixata a battute e situazioni fin troppo prevedibili
A dispetto delle tante critiche negative ricevute mi ero approcciato al pilot con una rinnovata fiducia sia nel cast sia nella produzione, confidavo in un eccessivo conservatorismo d’oltre oceano magari formato da critici puritani che ostentavano superiorità, invece è tutto vero. Chance giocata malissimo da Fox che quasi sicuramente cncellerà Dads entro l’anno perchè già da ora è difficile vedere un futuro longevo per questa comedy, figuriamoci per un biennio.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.