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Hannibal 2×02 – SakizukiTEMPO DI LETTURA 3 min

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Hannibal mi lascia senza fiato: trascorro i quarantatre minuti in sua compagnia trattenendo il respiro, completamente rapita dalla sottile psicologia, dal fascino di bene e male che si intrecciano, dall’interpretazione di Mikkelsen e Dancy e dalla straordinaria arte visiva che mi si presenta davanti.
L’interessante ribaltamento di ruoli visto in “Kaiseki” procede, ed è una delle scelte che più funzionano all’interno della narrazione: il percorso di Will verso la verità, parallelo a quello di Hannibal verso l’inferno e la sua colpevolezza, delinea la trama orizzontale della stagione ed ogni pezzetto del puzzle riconduce a questo, senza perdersi in null’altro.
“Sakizuki” ci mostra in modo schiacciante e oggettivamente bellissimo, la pericolosità del Dr. Lecter: lo psichiatra solo per un momento diventa giustiziere ma l’oscurità è dentro di lui ed attraverso il suo modus operandi culinario, lo capiamo senza alcun dubbio; Lecter non vuole essere salvato, non si preoccupa del concetto comune di moralità e l’Uomo, intriso di Humanitas, è visibile solo attraverso il risveglio della sua sfera affettiva, cosa accaduta nei confronti di Will.
E’ con questa chiave di lettura che riusciamo a vedere e comprendere il perché Hannibal, così perfezionista e attento, compie il suo primo, vero errore, sporcando l’opera dell’assassino che Will capisce subito, notando la “pennellata” errata: il passo falso vuole discolpare Graham?
Will d’altro canto, continua a muovere passi per provare la sua innocenza e in modo definitivo usa l’arma della sua nemesi per riuscirci: nel toccante e intenso confronto ad inizio puntata con Lecter, lo manipola, lo circuisce solleticando l’istinto affettivo a cui accennavo prima, risvegliando l’Uomo nel cannibale. L’ex profiler si guadagna anche l’aiuto da parte dell’agente Katz e quello dell’enigmatica terapista Bedelia Du Maurier, protagonista dell’altro dialogo inquietante e drammaticamente alto della puntata, in cui con grande controllo, la donna tiene testa ad Hannibal, sciogliendo il loro rapporto dottore-paziente.
Diversi sono gli spunti che la puntata offre e non solo dal punto di vista strettamente legato alla storia: Fuller e la regia di Tim Hunter, regalano allo spettatore una sequenza intrisa di potenza visiva a servizio della narrazione. Dall’occhio, che tutto vede attraverso una sorta di giudizio divino, si arriva a spiegare come si possa con l’omicidio, il più nichilistico degli atti, dare vita a qualcosa che resista al tempo e sopravviva in eterno; il paradosso della creazione attraverso la morte.
Hannibal e Will si rincorrono in questo gioco misterioso e sanguinolento, poco importa se già conosciamo il finale: per lo spettatore è un piatto gustoso e godibilissimo per ognuno dei cinque sensi, condito da una recitazione strepitosa e con un ritmo drammatico, un pò lento ma necessario per capire ogni sfaccettature di questo duello.

PRO:

  • Scambio di ruoli tra Hannibal e Will
  • Dialogo intenso e inquietante tra la D.ssa Du Maurier e il Dr. Lecter
  • Trama orizzontale chiara e vero filo conduttore della stagione
  • Richiami al misticismo e al concetto di vita-morte attraverso il gesto artistico
CONTRO:
  • Sempre un po’ di lentezza nell’azione

Serie di difficile approccio ma che con questa puntata esplora ancor di più le dinamiche tra i protagonisti e le loro azioni, senza perdere la raffinatezza che ormai contraddistingue questo prodotto, insieme all’indiscusso gusto del nostro cannibale preferito.

Kaiseki 2×01 3.35 milioni – 1.1 rating
Sakizuki 2×02 2.64 milioni – 0.8 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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