Hannibal 2×07 – YakimonoTEMPO DI LETTURA 4 min

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Arrivati alla settima puntata della seconda stagione, posso affermare con certezza che Hannibal è una delle serie più belle, riuscite ed efficaci di tutto il panorama seriale.
Ho atteso venti episodi prima di sbilanciarmi in un’affermazione del genere ma dopo la visione di “Futamono” prima e “Yakimono” poi, credo non
sia affatto azzardata. Miriam Lass è tornata alla vita, è proprio il caso di dirlo e se speravamo di vedere la ragnatela sempre più stretta attorno al Dr. Lecter, ci sbagliavamo di grosso. Dopo due anni nelle mani del Chesapeake Ripper, eravamo tutti sicuri che la donna avesse la certezza della sua identità: così non è, infatti Miriam è stata sottoposta da Hannibal allo stesso trattamento riservato a Will e non ricorda il volto del suo aguzzino. Sia l’ex agente, sia l’ex profiler sono entrambi sopravvissuti al cannibale ma ben lontani dall’essere fuori dalle dinamiche del suo gioco sottile e crudele.
Graham, ormai libero, ha un confronto breve ma molto intenso con Hannibal: Will vuole ucciderlo ma si rende immediatamente conto che questo farebbe della sua nemesi una vittima e il mondo non lo vedrebbe mai per com’è realmente; il dottore, da parte sua, sa che deve trovare qualcuno che diventi irrevocabilmente lo Squartatore e la scelta ricade sul Dr. Chilton.
Bryan Fuller dimostra abilmente la scelta di staccarsi definitivamente dagli scritti di Harris e dalle pellicole cinematografiche; Lecter mette in scena, sempre dall’ombra come sua abitudine, uno spettacolo tortuoso e sadico che porta il Direttore dell’Ospedale dritto dritto nella sua tela d’inganni. L’uomo era diventato ormai troppo sospettoso, Hannibal lo incastra con maestria, regalandoci sequenze dal ritmo serrato e dall’estetica perfetta.
In questo disegno rientra anche Miriam, che sotto l’influenza dello psichiatra, vede in Chilton e non in Lecter lo squartatore: la donna è ancora viva per scagionare il cannibale e togliere di mezzo un personaggio diventato scomodo. Il modo in cui è avvenuta la fine di Frederick non mi è dispiaciuta ma mi ha lasciato un pò perplessa: com’è possibile che dopo esser stata rinchiusa per molto tempo e senza un braccio, Miram torni di punto in bianco ad avere una mira così precisa? Probabilmente ci sarà una spiegazione anche a questo ma per il momento, è una soluzione un po’ azzardata.
“Yakimono” espone al pubblico la nuova scacchiera dopo gli eventi delle
precedenti puntate; chi rimane sulle sue posizioni è Alana, accecata
dalle emozioni, incapace di essere razionale davanti alle situazioni che
si stanno verificando.
Chi invece sembrava essere all’angolo è Hannibal ma l’episodio cambia le carte in tavola, confermando l’inarrivabilità del personaggio, la sua capacità di muovere tutte le pedine con una precisione pazzesca. Will, invece, cambia strategia: comprende che per essere alla pari del nemico, è necessario ricorrere all’astuzia, per riprendere il pesce, occorre lanciargli un diverso amo; insomma, Graham deve tornare ad usare il suo talento, entrare nella mente del serial killer e per fare questo decide di usare a suo vantaggio la curiosità di Lecter, chiedendogli di tornare ad essere il suo terapista: “vuole essere mio amico“.
Se l’Hannibal di Anthony Hopkins era straordinario nel suo essere un genio folle e febbrile, Madds Mikkelsen è calcolatore, raffinatissimo e letalmente elegante: entrambi gli attori hanno dato al personaggio due facce della stessa medaglia e il viso del cannibale non è più solo quello cinematografico di Hopkins ma anche quello televisivo dell’attore danese; un plauso anche a Hugh Dancy che con uno sguardo, attraverso il silenzio, dona una grandissima credibilità a Will, alle sue motivazioni e azioni.
Una serie difficile ma chiara nelle intenzioni, che non ha paura di rischiare: “è teatro, è tutto teatro” dice Graham a Crawford, noi guardiamo lo spettacolo da dietro le quinte e non vediamo l’ora di capire come si arriverà ai titoli di coda.


PRO:

  • La tela con cui Hannibal incastra il Dr. Chilton
  • Confronto tra Will e Hannibal
  • Cambio di strategia di Will
  • Intensa interpretazione di Anna Chlumsky alias Miriam Lass
CONTRO:
  • La mira troppo perfetta di Miriam che sancisce l’addio di Chilton

Nonostante il modo un pò azzardato in cui viene gestita la fine di Chilton, non si può non premiare l’abilità con cui Fuller riesce a incastrare tutti i pezzi del puzzle; la voglia della serie di rischiare, senza perdere in qualità, il ritmo serrato, la recitazione ottimale di tutto il cast e il nuovo assetto di gioco, tengono la puntata su alti livelli, lo spettatore sulla graticola e il responso, ancora una volta, ottimale.

Futamono 2×06 2.32 milioni – 0.8 rating
Yakimono 2×07 2.25 milioni –  0.7 rating
VOTO EMMY

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