La CW ha ormai preso il vizietto di piazzare dei backdoor pilot qui e li nei suoi show di punta. L’anno scorso è iniziata questa tradizione con l’episodio “The Originals” in The Vampire Diaries e quest’anno accade lo stesso per Supernatural con questo “Bloodlines”. I backdoor pilot fondamentalmente servono a due cose: sfruttare la fama della serie madre per ampliare l’universo narrativo ed al contempo lanciare una nuova serie con già un po’ di fan alle spalle ancora prima che sia iniziata la produzione della serie stessa. È un po’ come volere la botte piena e la moglie ubriaca per intenderci. Quest’anno ha decisamente funzionato per The Originals e quindi si è scelto di replicare l’esperimento con solo una differenza fondamentale: il nuovo spin-off non è esattamente quello che ci si aspettava.
Già il solo fatto che la nuova serie incorpori nel titolo “Supernatural” fa capire fin dall’inizio quanto bisogno ci sia di contare sulla fama della serie madre, una fama di cui The Originals ha fatto volentieri a meno. Il perchè di questo però è presto detto: la trama. La necessità di distinguersi da Supernatural ha portato a fare delle considerazioni con relative scelte obbligatorie: impostare una location fissa (Chicago) implica la necessità di creare un universo narrativo abbastanza grande da poter plasmare poi durante l’arco della futura stagione e per fare ciò si deve ricorrere per forza ad escamotage visti e rivisti come i soliti scontri interni tra membri di una stessa famiglia e l’immancabile amore impossibile in puro stile Romeo e Giulietta, stavolta tra mostri. Andrew Dabb è stato quindi in qualche modo costretto a ripercorrere una strada già vista per tentare di costruire una serie appetibile sia dal pubblico maschile che, sopratutto da quello femminile che non ha mai distolto lo sguardo dalle avventure di Sam e Dean. Nel concetto di “strada già vista” è ovviamente compreso anche il fattore famigliare che è praticamente identico a quello dei nostri due fratelli, ovvero un padre presunto morto che è in realtà un cacciatore. Storia già vista ma che a quanto pare dovrà essere ri-raccontata tra gli sbadigli generali.
La presentazione di questo backdoor pilot però offusca i fratelli Winchester che in tutto questo ricoprono il mero ruolo dei taxisti e nient’altro, e questo è un punto a sfavore dell’episodio. Se da un lato va bene concedere più spazio ed attenzione a quelli che saranno poi i protagonisti dello spin-off, dall’altro eliminando dall’equazione Sam e Dean si è ottenuto un effetto di smarrimento poco utile al raggiungimento del risultato sperato. Ne sono un esempio i primi 15-20 minuti in cui, in un turbinio di cambi di scena e presentazione delle famiglie, c’è una confusione generale in cui si fatica a capire nomi, ruoli e utilità nell’episodio. A farne le spese è ovviamente la comprensione della puntata ed il risultato finale che vede i due fratelli lasciare Chicago ed Ennis Ross in una situazione tutta da analizzare visto che la faida tra famiglie non è del tutto sopita e comunque la città è strapiena di mostri da eliminare. In fin dei conti stiamo parlando di una sorta di mafia gestita da mostri che non può essere dimenticata nè tanto meno sgominata in una quarantina di minuti.
Per quanto possa sembrare che io ne abbia parlato male, tuttavia “Bloodlines” non è nemmeno solo una copia metropolitana e romantica di Supernatural. L’introduzione avuta tramite questo episodio serve sicuramente per misurare pregi e difetti della nuova serie per andare eventualmente a modificare in corsa la serie. Il protagonista ed il background di character che lo circondano sembrano creati con un bel criterio e non risultano nè artificiali nè esagerati. In fin dei conti abbiamo intravisto solo due delle cinque famiglie di Chicago e quindi le cose a “serie ultimata” saranno decisamente diverse, o almeno si spera. Dobbiamo solo dare tempo al tempo per giudicare la nuova serie a lavori ultimati, per ora il giudizio è abbastanza positivo ma sicuramente migliorabile.
PRO:
- Il protagonista non sembra “malvagio” e nemmeno il parco di personaggi secondari
- Interessante la spartizione della città sotto cinque famiglie di mostri
- Ampio margine di miglioramento a serie ultimata
- Troppi personaggi presentati nei primi minuti generano un effetto confusionario poco apprezzabile
- Sam e Dean totalmente inutili
- Non si sentiva il bisogno di riciclare la tiritera di Romeo e Giulietta, nè tanto meno la storia del padre cacciatore morto
Alex Annie Alexis Ann 9×19 | 2.1 milioni – 0.9 rating |
Bloodlines 9×20 | 2.03 milioni – 1.0 rating |
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.