A volte le serie televisive sono strane. Ci si aspetta molto da loro, sia per trama sia per contenuti e molte volte, quando i risultati disattendono le aspettative si da la colpa allo sceneggiatore della puntata ma più in generale allo showrunner che in teoria, dopo aver vagliato attentamente copione per copione, dà la sua benedizione per la realizzazione dell’episodio.
Lo showrunner è allo stesso tempo diavolo e acqua santa, il primo ad essere maledetto nel caso in cui le cose vadano male ma anche quello che sa esattamente che fili tirare nel suo spettacolo delle marionette e quindi l’individuo da idolatrare qualora le cose ci sorprendano positivamente. Facendo un discorso pressoché analogo a quello che feci per Helix, quando a scrivere un episodio è lo showrunner ci si aspetta sempre grandi scossoni alla trama, per lo più positivi, ma a volte capita esattamente il contrario e dall’entusiasmo iniziale si passa ad una fase interlocutoria in cui domande come “Ma gli sceneggiatori sanno cosa stanno scrivendo?” o “Are you fucking kidding me?” escono fuori dalle nostre bocche senza neanche che ce ne rendiamo conto. Nel nostro caso, la causa delle imprecazioni ha un nome e quel nome è Brian Buckner.
Solitamente lo showrunner scrive premiere e season finale perchè sono gli episodi con maggior pathos e solitamente più importanti all’interno di una stagione ma a volte può capitare che scriva solo uno di essi, nessuno dei due oppure, come in questo caso, una puntata apparentemente insignificante a stagione inoltrata. Non ci eravamo posti tante domande non vedendo il suo nome in “Jesus Gonna Be Here“, al contrario per questo “Fire In The Hole” abbiamo drizzato le antenne ed effettivamente un motivo serio c’è: Alcide Herveaux is dead. Se in “I Found You” ci si lamentava del possibile ritorno del triangolo amoroso Bill-Sookie-Alcide, qui Buckner ha eliminato il problema alla radice escludendo un elemento dall’equazione e azzerando di fatto l’ipotesi triangolo insieme a qualsiasi possibile evoluzione della love story con Sookie. Quest’ultima stagione di True Blood sembra essere indirizzata verso lo sterminio del folto cast di comprimari perchè dopo la morte di Tara, avvenuta in maniera fin troppo rapida per essere metabolizzata, ecco arrivare anche l’uccisione di Alcide, anche questa avvenuta senza tutti i dovuti crismi del caso. Parliamoci chiaro: non si può porre le morti di Alcide e Tara sullo stesso piano sia perchè quest’ultima continua ad imperversare lo show tramite comparsate nelle allucinazioni dell’odiosa madre, sia perchè Alcide era amato dal pubblico (avete detto addominali scolpiti?) mentre Tara no. Il lupo mannaro più amato di Bon Temps ci lascia in maniera brusca e priva di pathos, ucciso dal primo redneck che passava per strada e senza aver avuto l’opportunità di valorizzare un personaggio che, a suo tempo, aveva portato una ventata d’addominali d’aria fresca ad uno show in agonia. Buckner si è quindi scomodato dalla scrivania per scrivere un addio importante ma fatto in maniera svogliata, quasi costretto a farlo dimostrando un certo menefreghismo ed un’assenza di rispetto verso un character che aveva il suo peso nell’intera vicenda e di cui si sentirà sicuramente la mancanza. Da una serie trash come questa era lecito aspettarsi una trasformazione in vampiro come successo per Tara ma, anche per evitare di impelagarsi in acque fangose come quelle del lupo mannaro vampiro, l’inutile Sookie, altresì nota come la causa di ogni male, ha preferito non resuscitare Alcide con buona pace di tutti. Certo la morte della vecchia signora Fortenberry placa un attimo il disappunto generale ma è una piccola soddisfazione che non basta a colmare le lacune descritte sin qua.
Ovviamente “Fire In The Hole” non è solo il secondo step del massacro perpetrato dagli sceneggiatori di True Blood ma è anche l’occasione per riportare in scena l’ennesima variante di quella Sarah Newlin che a Bon Temps ha una foltissima schiera di detrattori. La Newlin però è riuscita nella difficile impresa di espandere il disappunto delle persone nei suoi confronti passandolo da “nazionale” ad “internazionale” e trovando nella Yokonomo Corporation una buona opportunità per incontrare la “vera morte”. L’azienda creatrice del True Blood rappresenta un’interessante variante sulle dinamiche di questa stagione, un’introduzione che sembra indirizzare la trama verso la chiusura di quel cerchio aperto sette anni fa. Eric Northman non poteva mancare alla festa della Yokonomo Corp. ma per reintrodurlo in quella che sembra essere diventata la storyline principale si è decisamente abusato dei flashback con Nan Flanagan, flashback che appesantiscono la narrazione ma che sono utili ad inquadrare la vicenda e questa misteriosa organizzazione. I vampiri infetti sono già passati di moda passando lo scettro a samurai giapponesi?
- Sarah Newlin is back!
- Yokonomo Corporation: potrebbe essere un valore aggiunto per la stagione
- Morte di Alcide piatta e superficiale oltre che negativa per lo show
- Decisamente troppi flashback
I Found You 7×02 | 3.0 milioni – 1.6 rating |
Fire In The Hole 7×03 | 3.2 milioni – 1.7 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.