Person Of Interest 4×01 – PanopticonTEMPO DI LETTURA 5 min

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We don’t need jobs, Harold. We need a purpose.

Non c’è frase migliore per esprimere il concetto di questa quarta premiere e la cosa più emblematica è che a pronunciare questa frase è esattamente l’uomo che 4 anni fa era senza uno scopo nella vita: John Reese. Certo le cose sono decisamente diverse ora, sia in termini globali che individuali, Person Of Interest con “Deus Ex Machina” ha chiuso un triennio, anzi un’epoca, in cui la civiltà è passata da non avere alcuna divinità ad averne due, il tutto senza che ovviamente nessuno sapesse cosa stesse accadendo. La prima guerra per il controllo del mondo si è appena conclusa ed ha visto un vincitore, anzi due: Samaritan e Greer. Loro ora sono i padroni indiscussi del mondo e, come tali, si meritano il recap in segno di rispetto ed in onore al simbolismo che trascende quest’immagine.
Dopo lo scorso tragico season finale Person Of Interest era costretto a compiere una decisione di importanza vitale: poteva spegnersi in un filone di storie autoripetitive dopo che si era chiuso da solo in un vicolo cieco oppure poteva dare un colpo di spugna, prendere atto di quello che era successo e ricominciare quasi come se la nuova premiere fosse un nuovo pilot. Jonathan Nolan ha scelto ovviamente la seconda possibilità e quindi la quarta stagione segnerà un nuovo inizio per una serie che non necessitava di un cambiamento così forte dello status quo generale ma, visto che un’era si è appena conclusa, è parso giusto rivoluzionare il tutto.
Probabilmente pochi se non nessuno di voi conoscerà Jeremy Bentham, filosofo e giurista inglese del XVIII secolo celebre (tra i pochi che lo conoscono) per l’ideazione e la progettazione di un edificio circolare che permettesse di controllare tutte le stanze dell’edificio se posizionati al centro di esso. Nolan è un amante dei titoli criptici ma emblematici (“/” e “Aletheia” ne sono un esempio) e pertanto non ha potuto sottrarsi al piacere di chiamare l’inizio della nuova era come l’ideazione di Bentham: “Panopticon”. Il Panopticon o Panottico (in italiano spiccio) vede il suo ottimale utilizzo nei carceri in quanto permette un controllo costante e globale di ogni cella, situazione che ovviamente mette in scacco i carcerati in quanto ogni loro mossa è controllata e subito punita nel caso risulti pericolosa o andasse contro le norme del carcere. Inutile dire che la metafora rappresenta perfettamente la situazione attuale del mondo post “Deus Ex Machina“, dove Samaritan e Greer sono le guardie del carcere e tutti gli altri noi i prigionieri.
Già dalla diversa sigla si capisce che qualcosa è cambiato, più di qualcosa in realtà: la biblioteca di Finch non esiste più e con essa sono sparite le rispettive vite mentre nel frattempo se ne sono create delle altre, fittizie, al solo scopo di sopravvivere. Ma, come diceva giustamente Reese, “We don’t need jobs, Harold. We need a purpose.” ed una vita passata a nascondersi per la mera sopravvivenza non è ciò che vogliono personaggi come Reese e Shaw, è qualcosa che può accettare chi ha sempre vissuto all’ombra dei propri alias come Finch o Root, ma anche per loro non è più verosimile. Tra questi ultimi due solo Root ha ben capito qual è la situazione e con un perforante “Just because you’ve stopped to listen to her,  doesn’t mean she isn’t looking out for you. This job, your identity, is Her keeping you alive.” distrugge ogni tentativo di difesa di un Harold ancora bloccato al fatidico bivio che ha condotto alla creazione di Samaritan. E’ tempo di andare avanti ed affrontare le conseguenze delle proprie azioni, della scelta di non uccidere il senatore McCourt (“I’m done taking orders from a computer, I thought I made that clear after instructed us to kill a congressman“), e di prepararsi alla nuova guerra che si profila all’orizzonte, una guerra in nome della libertà a cui tanto inneggiava Vigilance e che ora è diventata il vessillo anche del Man In The Suit e dei suoi colleghi.
“Panopticon” riprende il filo degli eventi qualche settimana dopo lo scorso season finale in modo da presentarci fin da subito il nuovo status quo di Finch & Co. ed allo stesso tempo spiegare come i nostri vivono il nuovo mondo. Ovviamente è anche l’occasione giusta per riorganizzare il team ed affrontare le nuove difficoltà che un nuovo numero può dare visto che ora c’è un nuovo Grande Fratello che tiene tutti d’occhio. Per ovviare l’utilizzo di improbabili escamotage che di volta in volta renderebbero molto difficile la credibilità degli script, Nolan e soci hanno pensato bene di creare una nuova rete di comunicazione che fosse invisibile agli occhi di Samaritan, che fosse parte integrante del caso del giorno e che al contempo dimostrasse come la Machine si stia impegnando attivamente per proteggere i suoi giocatori nella guerra che sta per ricominciare.
Tra le nuove difficoltà del nuovo mondo, oltre ad una nuova bionda e letale killer che rappresenta il braccio armato di Samaritan e di cui avremo sicuramente modo di parlare nelle prossime recensioni, c’è quella di venire a patti con la propria coscienza. Certo, c’era già anche prima, ma con la scomparsa di Vigilance e dell’HR si è reso disponibile un posto vacante che spetta di diritto al desaparecido Elias, ormai segregato nel suo bunker giorno e notte. Elias non ricompariva da “The Devil’s Share” ma non per questo era stato dimenticato, specialmente nell’ultimo periodo dove era diventato più un amico che un nemico. E’ proprio lui infatti che scatena il dilemma morale nell’animo di Reese, costretto a rivolgersi a lui in mancanza di alternative, facendogli scegliere il male minore tra il rafforzamento del potere di Elias e la morte di un giovane innocente. Inutile dire che tutto questo è pane per i nostri denti.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il titolo dell’episodio
  • Discorso motivazionale di Root a Finch
  • Nuova sigla
  • Reese e Fusco colleghi
  • Shaw commessa nel reparto profumi
  • Il ritorno in pompa magna di Elias
  • Finch fin troppo pedante
  • Vedere un po’ più di Greer e di Samaritan non avrebbe guastato
Se c’erano dei dubbi sulla nuova era di Greer e Samaritan sono stati decisamente fugati. Un’ottima premiere che meriterebbe anche mezzo voto in più se non fosse che da Person Of Interest bisogna sempre aspettarsi qualcosa di più oltre l’immaginabile e quindi è giusto tenersi leggermente stretti con i voti. 
Deus Ex Machina 3×23 10.83 milioni – 1.9 rating
Panopticon 4×01 10.58 milioni – 1.7 rating


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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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