Homeland 4×03 – Shalwar KameezTEMPO DI LETTURA 4 min

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God, I fuckin’ love you Quinn. Don’t you?
Yeah“.

Trattasi di classico esempio di frase perfetta detta in tono, contesto e modo completamente differenti da come la si vorrebbe sentire in realtà. E quel “Yeah” in realtà non è altro che un enorme “vaffanculo” esclamato sommessamente al mondo da un Peter Quinn decisamente sopraffatto dai sentimenti che non riesce a reprimere. Di mezzo come al solito c’è Carrie ma in realtà non c’è nulla di nuovo sotto il sole perché, ammettiamolo, sapevamo già tutti quanti che Quinn aveva preso una sbandata per la bionda già da un paio di stagioni. Peccato ci fosse un Brody di troppo in mezzo.
Nella nuova era di Homeland i pesi specifici di tutti i protagonisti vengono ricalibrati per assecondare le necessità di trama e le necessità del pubblico. Con la venuta meno del personaggio maschile d’eccellenza si poteva credere che Saul ne avrebbe guadagnato in popolarità e minutaggio: grosso errore. A spiazzare le nostre aspettative ci pensano Gordon e Gansa che invece scelgono di puntare tutto su Rupert Friend che ha così la possibilità di dimostrare tutto il suo valore attraverso la caduta e la rinascita del suo personaggio. Quinn sta conducendo una dieta alcolica molto restrittiva che si basa su sedute pomeridiane di scotch e lancio del cellulare in piscina, mentre per la sera il programma è lattine di birra e rapporti occasionali con donne “più grandi” di lui. Questo stile di vita è un metodo autodidatta che Quinn ha ideato per riuscire a superare questo particolare momento della sua vita dove le regole del gioco non sono più molto chiare ed il caos regna sovrano nella sua mente. Gli esseri umani sono complicati e a volte, pur essendo palese una cosa, se non la si vuole vedere non la si vede fino a quando qualcuno non la fa notare ed è lì, in quel preciso istante, che avviene l’epifania, quella rivelazione che toglie il velo di Maya che il soggetto si ostinava a tenere; quel soggetto nel nostro caso è Quinn che si rende finalmente conto dei suoi sentimenti tramite il “because your feelings for Carrie Mathison” detto dal suo ex(?) capo Dar Adal. Improvvisamente tutto assume più senso e quindi anche la scelta di abbandonare la CIA trova nell’amore per Carrie una spiegazione ragionevole, perché non era sicuramente a causa del linciaggio di Sandy che in Quinn è scattato qualcosa.
“Shalwar Kameez”, pur viaggiando su due binari completamente differenti creati apposta per Quinn e Carrie, riesce a creare quel pizzico di attenzione in più che Homeland va tanto ricercando. Rispetto alla premiere, ma anche rispetto a “Trylon And Perisphere“, c’è innanzitutto da registrare un progresso nella trama, sia esso la già citata presa di coscienza dei sentimenti nei confronti di Carrie, oppure il tentativo di approccio del giovane Aayan Ibrahim. Entrambi i filoni narrativi vanno a ricongiungersi nel finale di puntata ma quello che più ci interessa è notare come, pur viaggiando in parallelo, entrambi abbiano la medesima utilità: preparare i due protagonisti. Se Quinn deve affrontare un percorso di riabilitazione morale e psicologica volto a superare le ultime esperienze, Carrie deve guadagnarsi il diritto di stare dove sta stringendo patti con l’ambasciatrice e forzando la mano con il giovane Aayan pur di creare un legame. Tutti questi sono solo preparativi necessari per creare i legami di cui la trama orizzontale necessita per il suo sviluppo che vede negli ultimi minuti dell’episodio il suo sbocco narrativo. A coordinare il linciaggio infatti sembra che siano stati i servizi segreti pakistani ma, se il motivo è ancora da chiarire, la svolta che si prospetta è invece piuttosto chiara e richiederà tutti gli sforzi possibili da parte di Carrie per la creazione di un team adatto alla missione: Quinn ed Aayan su tutti.
In tutto ciò non si può non rimanere perplessi per il trattamento riservato a Saul, ormai relegato a mero supporting character che compare solo perché Homeland non ha un cast molto folto. In tre episodi la sua importanza, in rapporto a quella avuta nell’ultimo triennio, è del tutto imparagonabile ed è un fatto che dispiace molto visto che Saul è un personaggio carismatico, astuto e machiavellico, uno di quei personaggi di cui non si potrebbe mai fare a meno sulla carta. Di tutt’altra opinione invece sono Gordon e Gansa a quanto pare, visto che hanno scelto di mandarlo in pensione anticipata quasi fosse una punizione. E’ ancora distante la fine di questa stagione ma dopo averne visto un quarto possiamo dire che si può sicuramente far meglio viste le potenzialità inespresse finora.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Svolta narrativa nel finale che prepara ad interessanti sviluppi
  • Morte e resurrezione di Quinn
  • Preparazione del team di Carrie
  • Saul è decisamente sottoutilizzato
  • Poco credibile la scena girata nel bagno tra Carrie ed Aayan

 

“Shalwar Kameez” è più appetibile dei suoi due predecessori per il semplice fatto che qui, effettivamente, si scava più nel profondo e si denota un certo desiderio di cambiamento che fino ad ora era stato solo paventato. Quinn da solo tiene su la puntata ma Carrie dal canto suo gestisce tutti i fili e quindi non può essere dimenticata. Homeland è ancora vivo e riparte da qui.

 

Trylon And Perisphere 4×02 1.61 milioni – 0.6 rating
Shalwar Kameez 4×03 1.22 milioni – 0.4 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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