Si chiude una porta e si apre un portone, o almeno è quello che si dice. Non è ben chiaro se questo detto possa valere anche per questa puntata però l’impressione è che non sia proprio così, ma andiamo per ordine.
Innanzitutto è bene ricordare che Supernatural è un procedurale fatto di “monsters of the week” che permettono la realizzazione dei canonici 22 episodi a stagione e, come tale, ha bisogno di avere uno status quo che permetta di realizzare questo genere di puntate, cosa altrimenti difficile in caso contrario. Certo difficile ma non impossibile, ed è il genere di sfide che ogni sceneggiatore dovrebbe saper cogliere, il genere di sceneggiatore che però non ha 9 stagioni alle spalle e che magari scrive Person Of Interest. Tutto questo serve a far capire che non bisogna essere sorpresi dal rapido abbandono di Dean al lato demoniaco perchè, a conti fatti, se fosse rimasto lì non si sarebbero verificate le condizioni per la realizzazione del classico procedurale visto che si sarebbe passati ad un’evoluzione massiccia della trama orizzontale. D’altronde era successo anche l’anno scorso dopo la “angel’s fall” e due anni prima con il Castiel in “God mode” e l’arrivo dei Leviatani. Ecco quindi spiegato (in meri termini sceneggiativi) il perchè dell’abbandono momentaneo di una trama così forte ed appassionante.
La scelta obbligata però ci permette di assistere ad un episodio intelligente, ben studiato e con un ritmo intrigante che colpisce nonostante la non eccessiva pressione. Innanzitutto è più che apprezzabile il flashback che si riallaccia direttamente a “Black” e a “Reichenbach” e che modifica le carte in tavola riguardo le azioni del “buon Sam”. Quando i Winchester si scontrano faccia a faccia con una creatura demoniaca/mostruosa ne esce sempre una sorta di dettagliata visita psicanalitica che fa emergere comportamenti discutibili e svariate somiglianze con atteggiamenti riprovevoli perpetrati dagli “psicanalisti” in questione. Dopo l’incontro/scontro con lo “psicanalista del giorno” i due fratelli passano le successive puntate (in genere filler) a rimuginare su quanto detto, sulla sempre più sottile linea comportamentale che li dovrebbe rendere migliori rispetto ai mostri che uccidono quotidianamente. Se a sputare in faccia la verità però è uno dei due fratelli (Deanmon) gli effetti post-seduta psicanalitica sono triplicati e, alla luce dei fatti, il “sacrificio” di un uomo per il mero tentativo di venire a conoscenza della posizione di Crowley non rende Sam migliore di un qualsiasi demone, anzi lo mette sullo stesso piano. Think about it.
Anche Castiel vede risolvere almeno per il momento il problema della sua essenza angelica che gli viene gentilmente concessa da Crowley, l’unico attualmente che può sporcarsi le mani senza remore morali. “Soul Survivor” non è un titolo riferito unicamente a Deanmon ma anche a Castiel che deve venire a patti con la sua anima accettando di buon grado il prezzo morale che deve pagare pur di rimanere in vita. A questo punto pare ormai una mera questione di tempo la svolta sentimentale tra lui e Hannah, ormai sempre più attratta dall’angioletto che, ricordiamolo, non è più vergine dai tempi di “I’m No Angel“, fatalità degli stessi Brad Buckner & Eugenie Ross-Leming autori di questo episodio.
“Soul Survivor” è scritto bene e funziona ancora meglio come spartiacque tra due periodi narrativi della stagione, il prologo e l’introduzione: se Castiel esplicita la situazione con “One problem is solved but one is still remain“, con un semplicissimo “One battle at the time, you know?” Sam chiarisce che un periodo narrativo è concluso e che al resto si penserà più avanti, come è giusto che sia. Ora come ora è necessario riprendersi dal periodo di caccia a Deanmon e festeggiare il suo ritorno alla vita, all’umanità, perchè a tutti gli effetti Dean era morto e, anche se il Mark Of Cain gli ha permesso di continuare a camminare tra i vivi avendo due occhi neri, è comunque ancora vivo e vegeto, e questo è ciò che conta.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Nota a margine: l’episodio è diretto da Jensen Ackles stesso, qui in doppia veste di attore e regista come già in passato in “Heartache“.
Reichenbach 10×02 | 2.13 milioni – 1.0 rating |
Soul Survivor 10×03 | 2.08 milioni – 0.9 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.