Se si guardasse solo al numero di show rinnovati quest’anno si potrebbe gridare al successo per la ABC, tuttavia con un’analisi un po’ più accurata è abbastanza evidente che si tratta di un successo a metà, quindi è il caso di festeggiare con moderazione.
In un’annata che ha segnato forti cali di ascolti in tutti i principali network, che si voglia dare o meno la colpa alla tecnologia legale e non, nessuno show tra quelli già in onda nell’annata 2013-14 si è salvato da un calo degli ascolti e molti serie slow sono stati toccati un po’ ovunque da Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. a Once Upon A Time, passando per l’ormai anziano Grey’s Anatomy. Anche qui si potrebbe aprire una discussione a riguardo: troppa concorrenza, uso spasmodico della tecnologia che porta ad un vistoso calo del pubblico che assiduamente ogni sera si siede davanti alla poltrona o semplice calo della qualità? Un po’ tutte e un po’ nessuna è la risposta corretta.
Di fronte ad una competizione sempre più agguerrita sia in tv che in rete, ABC ha serrato i ranghi tenendo compatti più show possibili e dando di conseguenza continuità alla sua linea editoriale. Il livello di ascolti accettabili è sceso drasticamente e così anche serie come Marvel’s Agent Carter o Galavant si sono viste salvare in extremis come riempitivi della pausa invernale. La verità però è che in un periodo di cambiamento come questo o ci si evolve o si prende atto che risalire la china sarà ancora più difficile l’anno successivo, ABC e la Disney hanno però fatto un atto di fede su praticamente tutti gli show proposti quest’anno e quindi solo negli Upfronts del 2016 potremo sapere se è stata una scelta corretta oppure, come sembra adesso, una mezza follia.
La risposta ad un 2014-15 un po’ sottotono sono delle serie che ricalcano per forma (The Catch è l’ennesima creazione di Shonda Rhymes che così raggiunge quota 4 serie solo nella ABC) e metodo (Quantico ricalca le orme di How To Get Away With Murder) alcuni dei “successi” di questa stagione. Ovviamente non mancano dei colpi sicuri (The Muppets) ma neanche delle cose inguardabili (The Real O’Neals), quindi ce n’è un po’ per tutti i gusti, cosa che rende ABC adatta un po’ a tutti ma specializzata in quasi niente.
DR. KEN: Lato positivo: una seria con Ken Jeong. Lato negativo: va in onda di venerdi sera e questo la dice lunga su qualità e potenzialità dello show. Non tutti sanno che Ken Jeong originariamente prima di diventare un attore famoso era un dottore, sarà anche per questo che la serie, almeno per lui, assume il significato di revival del passato. Dr. Ken è la classica sit-com che si regge in piedi solo grazie alla performance da one man show del suo protagonista e, proprio per questo motivo, può e deve avere una dinamica limitata e sicura per non stancare. Se vi state chiedendo quindi perchè la serie vada in onda di venerdi sera, la risposta è: classica sit-com.
OF KINGS AND PROPHETS: Partiamo subito dal logo: osceno. Proseguiamo quindi con il trailer: troppo biblico per risultare credibile perfino nella Bibbia. Ogni anno c’è qualche network che prova a giocarsi la carta “show biblico” e, ogni anno, arriva la sonora batosta che rimette tutti ai propri posti in attesa che l’anno successivo qualche altro network provi ad alzare la testa in questo ambito. Quest’anno è il turno di ABC che però calca un po’ troppo la mano su musiche e frasi epiche che ormai non si adattano più alle serie moderne. Il tema di quest’anno è “sfida, ambizione e tradimento raccontate come non le avete mai viste prima”. Si certamente, mai viste prima…
OIL: Effettivamente non si era ancora vista una serie che si basasse sulla ricerca e la caccia del petrolio ma ora si può mettere una spunta anche su questa. Con la scoperta del più grande giacimento di petrolio in Nord America riparte una sorta di corsa all’oro (nero) anacronistica in cui vige di fatto la regola del più forte, è in questo mondo una giovane coppietta prova a farsi strada in North Carolina. Nonostante non si riesca a vedere facilmente la durata di una trama orizzontale come questa, rimane comunque l’intrigo dovuto a questioni di denaro e di oro nero. Sicuramente da guardare almeno il “Pilot”, oltre al trailer.
QUANTICO: Se quanto visto nel trailer si avvicina anche solo alla metà di quello che la serie vuol far finta di esser allora Quantico si candida a serie dell’anno. Seguendo un flashforward che annuncia un attentato gravissimo nel suolo americano ad opera di uno dei nuovi cadetti di Quantico, lo show (emulando How To Get Away With Murder) sarà ambientato nel “passato” e seguirà l’addestramento della protagonista per 21 settimane durante le quali si scandaglierà l’intero gruppo di nuove reclute per cercare un responsabile. Nonostante possa sembrare una classica serie da CBS, questa è ABC, e son cazzi per tutti.
THE CATCH: Probabilmente a molti basterà leggere che questo nuovo drama in onda in midseason è prodotto dalla Shondaland di Shonda Rhymes per annotarlo tra le nuove serie da vedere la prossima stagione, tuttavia forse è il caso anche di informarsi sull’argomento trattato. Alice Martin è un’investigatrice di frodi e le smaschera per lavoro ma è essa stessa vittima delle bugie, nonchè di una gigantesca frode, del promesso sposo che, di fatto, l’ha truffata battendola al suo stesso gioco. Si è visto gran poco nel trailer per poter dare un giudizio abbastanza sicuro sulla serie e onestamente vogliamo vedere di più prima di dare esprimerci. Per ora è un “ni”.
THE FAMILY: Convince? No. Vale la pena di essere evitato? No. Dopo aver visto il trailer di The Family si rimane spiazzati: non è un thriller normale ma non è nemmeno un drama politico, è un mix dei due ma nemmeno poi tanto chiaro. Il ritorno di un figlio scomparso e creduto morto 10 anni prima ha già un forte impatto di per sè su una famiglia, se a questo ci aggiungiamo che la madre ha una carriera politica da mantenere e che magari il ragazzo non è in realtà il figlio scomparso allora avrete capito che siamo in un telefilm non molto delineato. Thriller o political drama non importa, magari un’occhiata più approfondita a The Family gliela si può dare ma per ora è corretto dimostrarsi impassibili.
THE MUPPETS: I Muppets o li si ama o li si odia, in entrambi i casi però va riconosciuto loro il pregio di far parlare di sè. Dopo il film prodotto di recente, la Disney preme l’acceleratore e crea una serie che utilizza lo stile documentario per osservare la vita lavorativa e amorosa di tutti i Muppets. Non si può non rimanere arrapati al termine del trailer ed al contempo estasiati per la maturità narrativa con cui Bill Prady (The Big Bang Theory) e soci sembrano aver imbastito questa nuova serie. Surrealismo ed iperrealtà sono le chiavi vincenti dello show, c’è da scommetterci ad occhi chiusi che sarà un successo.
THE REAL O’NEALS: È difficile credere che la ABC abbia deciso di rendere The Real O’Neals una serie perchè, da quello che si può vedere nel trailer, non c’è veramente alcuna ragione. Questa serie sembra appartenere ad un’altra decade ed appare totalmente anacronistica addirittura paragonata a The Goldbergs, e questo la dovrebbe dire lunga sulla qualità. Il plot, d’altro canto, è limitato ai soliti paradigmi famigliari delle famiglie perfette che nascondono dei segreti importanti come l’omosessualità di un figlio e se a questo aggiungete un po’ di stereotipi sulla famiglia irlandese avrete il cocktail di noia che si chiama The Real O’Neals. Una serie così poteva andare bene negli anni ’80, ma qui, ora, è totalmente fuori luogo e scontata.
UNCLE BUCK: Cavalcando la “black wave” che dallo scorso anno sta dettando legge nel panorama seriale (Empire e Black-ish sono solo due dei tanti nomi), Uncle Back rielabora il film “Io E Zio Buck” del 1999 e lo trasforma in una comedy che faceva meglio a rimanere nell’oblio del 1999. Mike Epps è Uncle Buck e recita in una maniera talmente forzata e costruita da risultare così finto che già solo il trailer non può che farsi odiare per tutte quelle piccole cose che, nell’insieme, rendono Uncle Buck come un qualcosa da evitare con molta attenzione per non sentirsi bruciare gli occhi dallo scempio messo in onda.
WICKED CITY: Le crime series antologiche stanno andando veramente molto di moda, basta pensare a True Detective o a American Horror Story. Wicked City è un’altra serie di questo tipo, ambientata a Los Angeles, segue la storia di due assassini alla Bonnie & Clyde che imperversa nella città mentre, sullo sfondo degli anni ’80, rock’n’roll e cocaina dettavano i ritmi della vita in California. Con Chuck Bass come serial killer, lo show prova ad infilarsi nel genere tanto di moda e lo fa discretamente bene da quanto si può vedere nel trailer. Annotatelo nel vostro taccuino.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
La Redazione di Recenserie è l'account con cui le alte sfere postano articoli interessanti.