“Debugging is actually all about finding the bug, about understanding why the bug was there to begin with, about knowing that its existence was no accident. It came to you to deliver a message, like an unconscious bubble floating to the surface, popping with a revelation you’ve secretly known all along.
I don’t know why I’m saying all of this. […] usually it’s because there’s a sense it’s coming. A bug buzzing its way towards me to gum up the works until it forces me to make a call. Kill me or embrace me.”
Con queste parole iniziamo la recensione della terza puntata dello show con i titoli più complicati da scrivere che si siano mai visti, che alla fine per essere sicura che non ci hai lasciato qualcosa devi rifare il check come con i numerini delle cartelle della tombola.
Parole pronunciate da Elliot che, a posteriori, insinuano il dubbio se siano rivolte allo spettatore o a sé stesso. La rivelazione che “segretamente hai sempre saputo” è quella per lo spettatore: Mr. Robot è solo frutto dell’immaginazione di Elliot? O si riferisce a quest’ultimo e al suo rendersi conto, alla fine, di quale sia la cosa giusta da fare?
Se dopo il finale della puntata precedente sembrava naturale che Elliot prendesse le distanze dalla Fsociety per condurre una “vita normale”, ecco arrivare il “plot twist” (mica tanto, per gli spettatori) con la conferma del coinvolgimento della Evil Corp nei casi di leucemia di cui furono vittime il padre di Elliot e la madre di Angela.
Ora, se si abbraccia la teoria che Mr. Robot non sia un personaggio reale, ormai quasi completamente confermata (si veda la scena in ufficio in cui agisce indisturbato parlando a gran voce senza che nessuno presti attenzione alla cosa), si possono fare anche delle considerazioni su quanto avvenuto.
Se Mr. Robot non è reale chi è stato ad aver spinto Elliot dalla ringhiera? La spiegazione del gruppo di ragazzini data in ospedale sembra veritiera quanto l’affermazione “non mi farò più di morfina” con annessa scena immediatamente successiva in cui se la sniffa in un negozio. Plausibile potrebbe invece essere che il discorso con Mr. Robot rappresentasse la riflessione interiore che probabilmente ha attanagliato Elliot per tutta la vita circa l’essersi meritato o no il trattamento ricevuto dal padre per aver infranto la promessa e che, a seguito di quella “discussione interiore” si sia gettato forse per essere arrivato alla conclusione che il tradimento nei confronti del padre non fosse giustificato e quindi meritasse di essere punito; o forse Mr. Robot non è solo un “amico immaginario” ma una proiezione di sé stesso, una versione più coraggiosa e attiva dell’Elliot che, come suo padre, ha iniziato ad adottare la politica del non far niente e stare a guardare. E visto che siamo in vena di scuole di pensiero, la teoria che vuole Mr. Robot parte dell’immaginazione di Elliot è avvalorata dal fatto che, nello scorso episodio, Mr. Robot si presenta come l’unico che riesce a toccare Elliot senza che questi si senta a disagio o si ritragga al tocco, cosa che non accade per altri personaggi; certo, in questo “Eps1.2_d3bug.mkv” viene toccato da Gideon, ma qui si presenta come eccezione che conferma la regola. Quel che non cambia, però, è che ancora una volta il paragone con Fight Club emerge tiranno.
Mr. Robot è la versione con meno addominali e sex appeal di Tyler Durden/Brad Pitt e Elliot la versione con stesse occhiaie di Edward Norton? La scena finale in cui Elliot torna dal gruppo di hacker che lo guardano in modo quasi venerante e sta per annunciare “il piano” fa pensare che sia così: non c’è mai stato un Mr. Robot fisico con le sembianze di Christian Slater ma è stato Elliot fin dall’inizio a ideare il progetto di distruzione della Evil Corp. Peraltro, come il protagonista di Fight Club, anche Elliot cerca di tirarsene fuori provando ad iniziare una vita normale fatta di foto di animali su instagram, fidanzata, cene con gli amici – con relativo monologo in stile Trainspotting; salvo il fatto che, come nel film di David Fincher (che, ricordiamo, tratto dal libro di quell’adorabile pazzoide di Chuck Palahniuk) era stata la versione più intrepida del protagonista a impedire che la versione più mite ponesse fine al progetto impedendo che le venissero svelati i piani. Qui la versione audace di Elliot, Mr. Robot, gli impedisce di tirarsi indietro facendo trapelare la notizia del coinvolgimento della Evil Corp nelle morti per leucemia (nell’episodio precedente il video diffuso dalla Fsociety annunciava che a meno che l’FBI non avesse liberato Colby, avrebbe scatenato la diffusione dei dati rivelatori dei crimini di cui la società si era macchiata), andandolo a colpire nel suo punto debole, il suo bug.
Si potrebbe dire che stia allo spettatore decidere se questi parallelismi siano un omaggio all’opera sopra citata o se si ispirino troppo ad essa da sfociare nel “plagio” inficiando il giudizio di originalità che questa serie si stava guadagnando già dalla prima puntata. In questa sede, si rimanda il giudizio se non alla fine della stagione, almeno alla visione delle prossime puntate e di come procederà la narrazione, vista anche la presenza di personaggi secondari che si stanno facendo abilmente strada nello spettatore: su tutti sicuramente l’aspirante CTO della Evil Corp, Wellick, nella versione hacker di “Cinquanta Sfumature Di Grigio” con tanto di guardaroba monocromatico e moglie tanto fan del bondage da non poter resistere nemmeno in dolce attesa; a questo, aggiungiamo anche una caratterizzazione che ricorda moltissimo il Patrick Bateman di “American Psycho”.
Un aspetto negativo di questo episodio può rintracciarsi nel non essere incentrato su Elliot, vuoi anche per aver sacrificato l’usuale (se così si può dire dopo sole due puntate) “caso” da risolvere del giorno – leggi “cattivo” da spiare e consegnare alla polizia – in favore dello sviluppo di storyline di personaggi secondari (il sopra citato Wellick ma anche Angela e il tradimento del ragazzo e forse futuro pericolo per la AllSafe). E’ indubbio che la forza di questi personaggi nulla può nei confronti dell’ammaliante hacker sociopatico. Infatti, a mantenere lo spettatore affascinato come nella prima puntata, al di là di eventuali eccessivi parallelismi con opere incentrate sullo stesso tema, resta sicuramente lo stile descrittivo e il personaggio di Elliot. Se possiamo infatti chiederci continuamente se quello che sta accadendo è vero, se un personaggio esiste realmente o no, è grazie al modo in cui gli eventi vengono narrati: attraverso il punto di vista del protagonista ma facendo già trapelare dall’inizio (tutti i personaggi chiamano l’azienda Evil Corp invece di E Corp) che questo punto di vista è totalmente soggettivo e possibilmente fuorviante, venendo dalla mente di una persona con problemi psicologici e socialmente instabile e incapace di relazionarsi, quindi portata facilmente a crearsi un suo mondo, o un suo modo di vedere la realtà.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Eps1.1_ones-and-zer0es.mpeg 1×02 | 1.73 milioni – 0.6 rating |
Eps1.2_d3bug.mkv 1×03 | 1.60 milioni – 0.6 rating |
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