Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 3×05 – 4,722 HoursTEMPO DI LETTURA 8 min

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Una delle più grandi critiche, mosse dal pubblico a Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D, è quella di non aver un budget degno delle caratteristiche su cui si fonda la serie, oltre al fatto che il network di trasmissione non sia adatto per la trasmissione delle puntate che (a detta di molti) frenerebbero gli sceneggiatori, impedendo loro di condurre il serial su lidi più seriosi e impegnati. Per il secondo punto, sappiamo ovviamente che è una menzogna. Chi ha mosso queste critiche mente sapendo di farlo, oppure si è fermato alla prima stagione e adesso si diverte a fare l’hater su qualche forum. Per il primo punto, sotto certi aspetti, hanno ragione. Nelle nostre recensioni se ne è parlato solo quando la pochezza dei mezzi era palese e sfiorava addirittura l’amatoriale (vedi un certo make-up di Lash), ma il comparto “effetti speciali” ed altre necessità visive per una spy story come James Bond Nick Fury comanda, fanno parte, effettivamente, di uno dei talloni d’Achille della serie. Però è anche bene sottolineare che se ne è parlato sempre poco, perché il serial Marvel Studios/ABC ha fatto sua l’arte del sapersi arrangiare, ovvero: raggiungere il massimo risultato, con il minimo disponibile, sapendo sfruttare quel budget, a detta di molti striminzito, in maniera eccellente e con risultati inaspettati. “4,722 Hours” ne è la prova. Prima di parlare della trama e dei due soli attori, soffermiamoci qualche riga sulla regia e le scelte registiche di questo episodio “Jemma-centrico”.
Non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro e quindi “4,722 Hours” potrebbe non essere l’unico nel suo genere ma, analizzando solo il presente, la regia sfornata nell’episodio è la migliore che si sia mai vista finora e le scelte atipiche e originali, apportate come arricchimento di contorno, non hanno fatto altro che rendere più elettrizzante la visione; magari queste saranno le cosiddette “ultime parole famose”, ma attualmente non c’è nessun altro episodio di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. a competere con questo a livello di regia. Mentre finora abbiamo potuto solamente avvertire virtualmente il trauma e l’alienazione di Jemma Simmons, attraverso le sue parole e i suoi comportamenti, con il quinto episodio della terza stagione lo spettatore ha avuto l’occasione di viverla veramente sulla sua pelle, ripetendo quell’esperimento di immedesimazione di cui si è parlato la scorsa volta.
Partendo da piccoli dettagli informativi, come la durata in ore della permanenza della Simmons (e che quantifica il tempo che è trascorso sul pianeta alieno tra il doppio season finale “S.O.S.” e “Purpose In The Machine“), la regia lavora sui dettagli, orchestrato un’approccio totalmente differente dal solito e cercando sopratutto di simulare lo stesso stressante e martoriante esilio extraterrestre, ricreando nel cuore e nella mente dello spettatore l’esperienza dell’assoluta protagonista della puntata. Tra alcune di queste, quelle più palesi e maggiormente d’aiuto alla causa, come il dominio assoluto delle tonalità blu scure, la mancanza di una voce narrante di riferimento (lasciando, quindi, alla immagini il compito di mostrare, come faceva un certo Stanley Kubrick) e la quasi totale assenza di una colonna sonora di qualche tipo (salvo nei momenti più significativi) riescono a creare un’autentica sensazione di fastidio, di nausea e di smarrimento, riuscendo con accorgimenti visivi semplici ed efficaci, a creare una forte empatia. In più, la presenza di un solo personaggio del cast ha aumentato esponenzialmente il senso di solitudine assoluta.
Ma, ovviamente, la regia è solo lo sgargiante pacco con cui questo regalo è stato confezionato; l’apparenza è importante, certo, ma ancor più importante in un regalo sono il contenuto e la sostanza, cose che non tardano ad arrivare e ci vengono regalate da una Elizabeth Henstridge assolutamente sublime. Come il collega che interpreta Fitz, la Henstridge ha stretto un legame simbiontico con la sua creatura, legame che dona al personaggio di Jemma Simmons del prestigio e una delineazione sempre più certosina e curata della sua personalità: sopratutto in “4,722 Hours”, bisogna rincarare la dose di complimenti per la caratterizzazione a dir poco cinematografica. La puntata in sé aveva un duplice fine: quello di fornire il gap narrativo all’economia generale della trama, ma anche di fornire quel gap di caratterizzazione che serviva per capire il personaggio, dato che la Jemma che avevamo lasciato non era la stessa che abbiamo ritrovato. Se nelle serie tv l’evoluzione di un personaggio è diluita nell’arco di una stagione, in questa puntata si opta per un’evoluzione costante e che va a braccetto con lo scorrere del minutaggio, proprio come nei film in stile The Breakfast Club, in cui i protagonisti se ne uscivano dalla trama profondamente cambianti e pronti per affrontare il mondo con un nuovo slancio. Da semplice bel faccino e con una smodata intelligenza racchiusa nel prototipo del topo da laboratorio, l’abbiamo vista cacciare, impazzire e diventare praticamente una bestia sempre sull’orlo della perdita dell’umanità: tutto nell’arco di quaranta minuti occupati con grande maestria.
Una puntata perfetta, insomma. O meglio, quasi.
Una cosa che molti fan sicuramente prenderanno come dettaglio con cui demonizzare parzialmente la puntata è la brevissima love story tra Jemma e Will, che sarà sicuramente vista come una pugnalata ai danni del povero Fitz, nuovamente friendzonato senza pietà. Di sicuro non è un dettaglio da trascurare perché, come il serial ci ha abituati, la scappatella della Simmons con Will sarà oggetto di trama e di sviluppi futuri, sopratutto sarà una tematica da affrontare nel rapporto tra i due inseparabili scienziati; finora nessun dettaglio è stato introdotto a caso e sempre con uno scopo preciso, e sicuramente la parentesi “Jemma/Will” avrà il suo perché. Ma è anche sicuro che, per lo spettatore onnisciente e che di tutti tutto sa, il bacio tra i due “naufraghi spaziali” è visto come ignobile bullismo verso Fitz da parte degli autori, quando in verità il gesto è totalmente in linea con la situazione disperata vissuta da Jemma a seguito della perdita di ogni speranza; insomma, ormai arresi al fatto che non avreste più rivisto casa, non avreste accolto di buon grado l’occasione di dividere qualche momento intimo con un altro essere umano? In ogni caso, quel che è certo è che la questione farà discutere e dividerà il pubblico tra chi lo considererà un gesto di tradimento, e chi solo un tentativo di essere felice in un posto a dir poco ostile. E di questo il serial deve andarne fiero perché vuol dire che lo sviluppo non ha lasciato nessuno indifferente. Quindi, in definitiva, non sarebbe un vero e proprio Thumbs Down, ma viene comunque spontaneo chiedersi se gli sceneggiatori vogliono in qualche modo male a Iain De Caestecker.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
 
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per la nuova stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.
  1. “4,722 Hours” vince il primato come il primo, e finora unico, episodio in cui viene utilizzato il minor numero di membri del cast di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D.
  2. Il titolo è una citazione al film 127 Ore, pellicola basata sulla storia vera di Aron Ralston, un alpinista statunitense che nell’aprile del 2003 rimase intrappolato in un Canyon dello Utah e fu costretto ad amputarsi il braccio destro per potersi liberare.
  3. L’intera missione di Will è una citazione al film 2001: Odissea Nello Spazio. Difatti, la trama principale del film vedeva un manipolo di astronauti avventurarsi alla scoperta di un portale nell’anno 2001.
  4. La trama dell’episodio ricorda la pellicola recentemente rilasciata sul grande schermo intitolata The Martian, a sua volta tratta dal libro L’Uomo di Marte di Andy Weir. Le due opere vennero però filmate in due periodi diversi, specialmente “4,722 Hours”, che venne filmato molti mesi prima di The Martian. Ma coincidenza vuole che entrambi venissero rilasciati in concomitanza.
  5. Will Daniels è un personaggio appositamente creato per lo show.
  6. Alcuni fan su Internet hanno cominciato a teorizzare che il pianeta in cui Jemma e Will sono stati prigionieri sia Ego il Pianete Vivente e, come recita il suo nome, Ego è un pianeta senziente e dotato di coscienza, personalità ed intelligenza, nato come tutti i pianeti nascono: grazie all’unione di polveri e gas cosmici. Il Pianeta Vivente si è dichiarato essere uno degli Antichi dell’Universo. Difatti, si dice che prima dell’esplosione del Big Bang ci fosse un’altra civiltà e che Galactus sia l’unico superstite del mondo prima dell’esplosione; se Galactus fu il primo a raggiungere la consapevolezza nel nostro universo dopo che una parte di lui sopravvisse nella distruzione dell’universo precedente, Ego può essere stato il secondo. La teoria, per quanto speculatoria, è probabilmente nata da alcune parole di Will sul pianeta stesso, descritto come se se il pianeta avesse degli “sbalzi d’umore”. Probabilmente, i Marvel-fans di vecchia data hanno fatto due più due.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto
  • Fitz friendzonato. Di nuovo. Ci manca solo che come suoneria metta “Servi della Gleba” e la trasformazione è completa.

 

È inutile fare giri di parole. Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. confeziona una Signora Puntata.

 

Devils You Know 3×04 3.85 milioni – 1.5 rating
4,722 Hours 3×05 3.81 milioni – 1.4 rating

 

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5 Comments

  1. Io appena finito di vedere l'episodio mi sono subito sbilanciato ed ho esclamato…questo non è stato un episodio…MA UN FILM! E subito ho pensato a THE MARTIAN per i primi minuti in cui Jemma è sola dove deve ambientarsi e procurarsi cibo! Per me è stato perfetto in tutto! Bravissimi i due attori ….e anche Iain in quel piccolo spezzone finale…darà sicuramente un mano importante per il salvataggio di Will….per amore si fa di tutto e si va a salvare anche l'antagonista! 😀

  2. Questo è vero! Però ci dispiace un sacco vedere Fitz un pò "Servo della gleba a testa alta, verso il triangolino che lo esalta" 🙁

  3. Potrebbe essere citato come esempio nel vocabolario per la voce "friendzone". Povero Fitz

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