La settima puntata di Limitless, nel mettere Brian al centro del “caso del giorno” in veste sia di risolutore che vittima, dà una sferzata di energia allo show andando ad utilizzare per la prima volta uno stratagemma tendenzialmente riempitivo come motore – o meglio, come occasione rivelatoria – dell’evoluzione del personaggio durante queste puntate.
È ormai assodato che la parte del “clown” (in accezione positiva, s’intende) a Brian Finch/Jake McDorman risulta particolarmente congeniale, e la divertente scena iniziale della finta malattia ne è la riprova. Quello che si era mostrato poco era come il personaggio stesse veramente affrontando tutti i cambiamenti a cui sta andando incontro dall’inizio di questo programma di assunzione di NZT, come questo avesse influito sul suo carattere e sulla sua personalità. Il distacco e l’indifferenza iniziali, nei confronti della serietà con cui le persone intorno a lui guardavano al suo coinvolgimento in questa avventura, ha lasciato il posto prima ad un candido stupore verso un mondo (FBI, inciuci segreti e senatori misteriosi, ecc) fino ad allora sconosciuto, poi alla consapevolezza delle nuove capacità acquisite e alla determinazione di utilizzarle per “fare del bene”, con conseguente delusione al sopraggiungere del fallimento. Tutto era determinato dal fatto che, nonostante la pillola, Brian Finch continuasse a rimanere fedele a se stesso e ai suoi principi, come Rebecca gli aveva fatto notare. Con il finale di questo episodio, in cui un Brian tranquillo e completamente distaccato emotivamente racconta di come abbia messo da parte i suoi principi morali sul non far del male agli altri per salvarsi la pelle come fosse il suo pane quotidiano, si è voluto mostrare (e sancire anche con le parole della stessa Rebecca) un cambiamento anche caratteriale del suo personaggio, un’evoluzione verso una versione più matura e disincantata del Brian iniziale, alla cui spensieratezza e frivolezza si accompagna ora una maggiore coscienza di sé e di come va il mondo.
La stessa logica di risoluzione della situazione con i mercenari della black op, avvenuta con un’analisi più psicologica (per quanto non particolarmente approfondita o innovativa, sempre in virtù della sostanziale faciloneria che pervade lo show, di cui si era già parlato qui) che tecnica (che aveva finora caratterizzato le soluzioni brillanti del Brian Finch sotto effetto di NZT), riflette questo tema caratteriale della puntata. Brian appare quindi un po’ come il “prescelto”, l’Harry Potter della situazione, per il quale Rebecca veste i panni di mentore e tutor (immaginiamola vestita da Silente invece che con i ridicoli outfit della mente di Brian) che si preoccupa della sua innocenza intaccata dalle vicende in cui lo ha trascinato e allo stesso tempo vede il suo protetto diventare “grande” davanti ai suoi occhi, senza rendersi conto del momento in cui è accaduto. (Se vi aggrada di più il genere, potete rileggere il paragone sostituendo a “Harry Potter”, “Neo di Matrix” e a “Silente”, “Morpheus”).
La scelta del coinvolgimento della CIA nella storyline dell’episodio ha inoltre dimostrato che anche qualcun altro sa di Brian e dell’NZT e ciò potrebbe portare a ulteriori coinvolgimenti e intrecci nei prossimi episodi (se gli autori sono stati bravi e non hanno buttato dentro la CIA in questo episodio per puro caso, ma con l’intento di sfruttarla come nuovo player del gioco).
Nota dolente è il modo in cui si continua a trattare lo sdoppiamento dell’inner Brian nelle sue versioni di Brian buono/pre-NZT e cattivo/post-NZT. Purtroppo si continua a rappresentare quello che poteva essere un intelligente escamotage per rendere il filo logico del pensiero di Brian – sia sotto NZT che senza – come una classica scenetta con angioletto e diavoletto sulla spalla, alla stregua quasi di Kronk de “Le Follie Dell’Imperatore” alle prese con i suoi dilemmi morali: le due versioni/voci nella testa di Brian, vestiti in modo diverso e rispondenti a canoni molto basic di versione buona e cattiva con un cardigan da un lato e il giubbino di pelle dall’altro, sembrano additare agli spettatori una generale stupidità ed incapacità di seguire i discorsi “se non ve lo mostrassimo nel modo più immediato che c’è”. Si deve però tenere in considerazione la possibilità che queste proiezioni mentali siano state scelte appositamente per far capire che ora in Brian convivono due personalità ben distinte: il se stesso normale e il se stesso sotto effetto della pillola e che, a seconda delle situazioni, uno dei due prenderà il sopravvento. Sarà dunque una scelta narrativa consapevole e mirata, quella di evidenziare una distinzione netta tra le due personalità? O è stata piuttosto una scelta di comodo per bypassare problemi di rappresentazione di personalità multiple? Probabilmente, non cedendo alla tentazione di rendere perfettamente chiara a chi guarda questa distinzione, si sarebbe lasciato spazio al rischio di confusione per un pubblico che gli stessi autori credono non sia troppo esigente nei confronti dello show.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Side Effects May Include 1×06 | 7.45 milioni – 1.4 rating |
Brian Finch’s Black Op | 7.86 milioni – 1.5 rating |
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