The Bastard Executioner 1×08 – Broken Things/Pethau ToredigTEMPO DI LETTURA 5 min

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Siamo agli sgoccioli di questa prima stagione del Bastardo Esecutore e il processo di srotolamento narrativo, emerso in particolar modo nel corso del precedente episodio, prosegue con intelligente parsimonia, rivelando allo spettatore il minimo indispensabile per stimolarne la curiosità in vista dell’imminente season finale.
Abbiamo dunque un avanzamento diegetico ripartito equamente in quattro storyline fortemente ancorate l’una all’altra: il nucleo principale, costituito naturalmente dalla falsa identità di Wilkin e il rapporto di dipendenza con Corbett; la gravidanza di Lady Love, la liaison con il boia e la conseguente gelosia da parte di Jessamy, elemento soap tanto amato da Sutter; Annora, il templare e il “gud prist”, storyline volta a marcare il lato più religioso/esoterico della serie (e che ci offre il momento più epico della stagione, a cui dedichiamo doverosamente l’immagine della recensione); e infine l’aspetto più politico, costituito dall’arrivo degli Ordinatori e l’annuncio dell’esilio di Gaviston, con tutte le implicazioni che esso porterà nei delicati equilibri del Ventrishire. Nonostante questa quadriripartizione abbastanza marcata nell’allestimento della trama, ciò che emerge nel corso della visione di questo ottavo episodio è l’importanza della figura di Wilkin all’interno del fitto intreccio narrativo ordito da Sutter. Il personaggio interpretato da Lee Jones diventa il collante tra i diversi segmenti narrativi, elevandosi finalmente a “protagonista” della serie, come d’altronde sarebbe dovuto essere fin da principio. Eclissato inizialmente da personaggi che almeno sulla carta dovrebbero essere semplici comprimari (Lady Love, Milus Corbett, Toran Prichard, il Dark Mute di Sutter, ecc.), finalmente Jones riesce nel’intento di conferire spessore al suo personaggio, rimanendo comunque coscienti del fatto che esistano ancora ampi margini di miglioramento in termini di espressività.
Come potevamo facilmente prevedere, la storyline dedicata ai coniugi Sutter si rivela la più interessante dal punto di vista dell’indecifrabilità, avvolta da quell’alone di mistero che si confà ad una vicenda imperniata sulla messa in discussione della religione cristiana. Scopriamo così che esistono nove tomi, tutti scritti a mano dal Nazareno. Una rivelazione che rischia di minare le fondamenta di tutto ciò in cui Padre Ruskin crede e predica, oltre che causare l’attacco ad Annora e al suo compagno Templare, i Serafini a cui l’Arcidiacono sta dando disperatamente la caccia e che hanno il compito di proteggere tali scritture dai “Socijs Rosula”, i Cavalieri del Bocciolo, discendenti dei soldati che hanno frustrato e torturato Gesù Cristo. Ecco che la componente più fantasy dello show, più volte vituperata a causa della poca attenzione dedicata all’aspetto prettamente estetico (draghi e serpenti infestano ancora il nostro sonno proprio come quello di Wilkin, ma nel nostro caso per colpa dell’imbarazzante CGI) si eleva a punto di forza dello show, mescolato insieme al tema religioso in un’alchimia che potrebbe costituire il vero elemento trainante della serie.
La componente soap del telefilm, doverosa in un drama ambientato a corte, si risolve con Jessamy letteralmente sedata e messa a dormire nelle stanze di Lady Love dopo aver assistito al “tradimento” da parte del “marito”. La baronessa e il boia sembrano inizialmente erosi dal senso di colpa, complice la straziante visione della schiena martoriata della povera vedova Maddox, ma poco prima della partenza di Wilkin lo sguardo preoccupato della donna ci suggerisce tutt’altro sentimento. La soluzione al problema della finta gravidanza della baronessa, al momento, sembra essere soltanto una, quella che ogni spettatore ormai si aspetta da un paio di puntate (“If you know what I mean“), ma evidentemente l’idea di partorire un cuscino costituisce, per Lady Love, l’opzione migliore a disposizione.
L’obiettivo di una serie come The Bastard Executioner appare dunque quello di esplorare un periodo storico lontano, cercando di non fermarsi alla semplice esposizione dei fatti, ma focalizzando invece buona parte della narrazione su aspetti ben più intimistici e maggiormente associabili alla contemporaneità (ambizione, fama, ricchezza, vendetta, tradimenti e così via). L’ambientazione e il contesto storico, conditi da quella violenza tipica delle opere di Sutter, si presta perfettamente a questo tipo di esposizione. Questo periodo, fatto di tradimenti, persecuzioni religiose, popoli dominati, portano alla luce tutta quella serie di cifre stilistiche già intraviste in Sons Of Anarchy, e naturalmente fa ben sperare per il futuro della serie nonostante i ritmi blandi mostrati fino ad ora. Sebbene la serie abbia faticato in principio a delineare un solido percorso narrativo, intaccato da una scrittura talvolta debole e scostante, con questo episodio sembra che Sutter abbia finalmente rimesso lo show sui giusti binari, dando l’impressione che il vero nemico dello showrunner sia il tempo piuttosto che la mancanza di idee. Tempo che però potrebbe non avere, complice forse una gestione sbagliata nell’allestimento della prima metà di stagione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Progressiva composizione del mosaico narrativo
  • La tortura della gemella
  • Moyer si conferma sorpresa della stagione
  • Kurt “Lo Sfregiato” Sutter e la sua parentesi da Badass
  • L’esilio di Gaviston
  • Narrazione a tratti un po’ lenta
  • Alcune performance recitative sono ancora un po’ acerbe

 

Restano solo due appuntamenti stagionali e The Bastard Executioner continua nella sua sistematica progressione diegetica servendo piccoli bocconi di trama volta per volta ad una platea di spettatori che fatica ad allargarsi. L’incremento degli ascolti rispetto al precedente episodio premia la svolta narrativa e qualitativa riscontrata da almeno un paio di puntate a questa parte, ma il continuo temporeggiare di Sutter – certamente cosciente della direzione da prendere, ma tergiversatore cronico quando si tratta di avanzamento di trama – potrebbe dimostrarsi fatale se non porterà a considerevoli sviluppi nel corso dei prossimi due episodi.

 

Behold The Lamb/Gweled Yr Oen 1×07 0.84 milioni – 0.3 rating
Broken Things/Pethau Toredig 1×08 1.07 milioni – 0.3 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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