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Non abbiamo resistito e così, come i peggiori giornali scandalistici di genere, ci ritroviamo a fine anno a redarre una classifica delle 10 serie meno lette di Recenserie.
Lo facciamo un po’ perchè ci piace ricordare chi ci ha piacevolmente stupito, un po’ per rendervi edotti dei bilanci che tiriamo a fine anno, un po’ perchè ne abbiamo viste veramente tante ed è giusto rendere onore ed omaggio anche alle serie che la nostra community ha snobbato ingiustamente di più. La democrazia regna sovrana, l’ingiustizia anche. Inutile dirvi che c’è un’omologa classifica anche per le 10 serie più lette visto che tra di esse si nascondono diverse perle di cui il genere umano non può fare a meno.
Tanto lo sappiamo che non resisterete e scenderete subito per guardare la n°1 ma almeno date un’occhiata veloce anche alle altre nove elencate qui sotto in rigoroso ordine decrescente.
“Good evening. I’m Helen Mirren, and you’re watching Documentary Now!“
Ne abbiamo sentite di diverse di scuse, dalla classica “IFC? Mai sentita.” al “Era estate.”, fatto sta che pochi hanno considerato o anche solo sentito nominare Documentary Now! di IFC. Eppure di motivi per prestare attenzione a questo show ce n’erano diversi.
Innanzitutto Documentary Now! non è una serie come le altre ma una raccolta di finti documentari (mockumentary in gergo) realizzati dal duo Fred Armisen e Bill Hader del Saturday Night Live che in realtà non sono altro che parodie di documentari veramente andati in ondata e finiti nel dimenticatoio. È chiaramente una “serie” non per tutti e chiaramente l’umorismo è veramente particolare, però un’occhiata, anche solo per cultura personale, dovrebbero darla tutti. Son solo 6 episodi ed è stata già rinnovata per una 2° stagione, un ottimo modo per passare le vacanze di Natale.
“You turned your back on your entire life.“
È parafrasando questa frase detta da Saul Berenson che si può descrivere l’Homeland di quest’anno e dell’anno scorso. Se la 4° stagione aveva avuto l’arduo compito di far digerire la dipartita di Brody, la 5° avrebbe dovuto essere all’insegna della continuità ed invece alla fine si è tradotta più in una stagione di stampo antologico che altro. Sarà magari per questo motivo che molti non hanno gradito questa quinta annata dai tratti estremamente realistici ma purtroppo privi di mitologia. Eppure il pregio più grande di questa stagione è stato proprio quello di trattare in maniera vivida e fredda la situazione geopolitica mondiale con mesi di anticipo, fregandosene altamente di possibili ripercussioni trattando un tema così caldo come quello degli attentati in Europa. Solo per questo motivo andrebbe recuperata, poi sul finale stendiamo un velo pietoso ma questo è un altro discorso.
“Limbic resonance.“
C’è stata molta freddezza nei confronti del nuovo lavoro dei fratelli Wachowski e di J. Michael Straczynski, troppa freddezza. Vuoi perchè i loro ultimi lavori cinematografici hanno deluso molte aspettative, vuoi perchè Sense8 non è stata poi pubblicizzata benissimo, fatto sta che, per la qualità dimostrata, Netflix ha decisamente fatto strike. Sense8 è come un curatissimo film di 12 ore da guardare tutto d’un fiato con estrema attenzione visto che l’esperienza visiva e uditiva si ergono al massimo livello proprio per merito della storia imbastita dai Wachowski. Con una 2° stagione guadagnata di diritto, vi invitiamo caldamente a recuperarla il prima possibile. Sense8 è all’ottavo posto: coincidenze? Noi non crediamo ma l’anno prossimo lo vogliamo vedere nella classifica delle 10 serie più lette.
“Objection your honor.“
Ci piace pensare che sia tutta colpa del nome se la serie con protagonista Julianna Marguilles non riesce ad ottenere il rispetto che si meriterebbe nemmeno dopo 7 anni. Eh si, tanti sono passati da quando Alicia Florrick scorrazza nelle serate domenicali degli americani senza riuscire a far breccia nel loro cuore e, di conseguenza, nel vostro. Noi le conosciamo le potenzialità di questa serie, le abbiamo viste in ogni modo e in ogni anno, tuttavia, alle soglie del probabile series finale (sembra che questa debba essere l’ultima stagione) un giusto riconoscimento andrebbe concesso anche alla serie dei coniugi King. In fin dei conti stiamo parlando di uno show che ha i tratti somatici di una serie nata sul via cavo ma che in realtà viene mandata in onda da CBS e che è stata premiata con diversi Emmy (3) e Golden Globe (1). Non fatevi ingannare nè dal nome nè dalla “vecchiaia” dello show: questa stagione di The Good Wife è ottima come le precedenti.
“Plata o plomo.“
Pablo Emilio Escobar Gaviria è rinomato in tutto il mondo, un po’ meno la sua storia. È esattamente qui che si intrufola sinuosamente una delle ultime nate in casa Netflix e lo fa in maniera estremamente realistica mantenendo addirittura lo stesso idioma a garanzia di veridicità. Sentire parlare Escobar in spagnolo all’inizio può risultare straniante ma diventerà subito normale non appena vi ammalierà. Narcos è una piccola chicca che non può mancare nella collezione di tutti gli amanti delle serie tv perchè sia per la realizzazione tecnica (montaggio e riprese vere dell’epoca), sia per la qualità delle sceneggiature, presenta uno spaccato di Pablo Escobar che ammalia, seduce e conquista. Il rinnovo per una 2° stagione è stato obbligatorio, confidiamo sia lo stesso anche per il vostro recupero.
“Hi Hitler.“
Ultima produzione in ordine di tempo ma prima serie per numero di visualizzazioni: The Man In The High Castle è il fiore all’occhiello di Amazon e si è già assicurata una 2° stagione. Tratta dal romanzo ucronico di Philip K. Dick, l’adattamento ad opera di Frank Spotnitz ha convinto un po’ tutti e, seppur con qualche difettuccio di lentezza, il risultato è stato estremamente piacevole. D’altronde stiamo parlando di come sarebbe il mondo se Hitler fosse ancora vivo e avesse vinto la 2° Guerra Mondiale, un minimo interesse dovrebbe pur averlo ed invece, almeno tra di Voi, non c’è stato tutto questo appeal. Ne prendiamo atto, ve lo facciamo notare e vi informiamo che se vorrete, per la 2° stagione, ci trovate sempre qua, insieme a Hitler e Spotnitz.
“I’m not looking to make history with their transfusion. I want to make history with their survival.“
Non sorprende più di tanto la presenza di The Knick in questa “spiacevole” classifica, in fin dei conti stiamo parlando di una serie che è più rinomata in Italia che in America, assurdo ma vero. Clive Owen e Steven Soderbergh sono i portavoci di uno show iconico che meriterebbe molta più attenzione e visibilità ma purtroppo, o per fortuna, solo una élite di fortunati sanno della sua esistenza. Purtroppo Cinemax non ha lo stesso appeal di una HBO o di una AMC e questo costringe The Knick a rimanere nell’oblio di quelle serie poco note al grande pubblico che però meriterebbe molta più attenzione. Nel nostro piccolo noi, con le nostre recensioni, abbiamo provato a farvelo conoscere, ora resta a voi non perdere la chance di guardare un gioiellino.
“Welcome to Fargo.“
È incredibile come nel gradino più basso di questo indesiderabile podio si trovi una perla come Fargo. È ancora più incredibile se si pensa che la 2° stagione (a cui seguirà una 3° già confermata) ha alzato ulteriormente il livello della qualità narrativa pur mantenendo intatte tutte quelle caratteristiche ormai “tipiche” tratte dall’omonimo film dei fratelli Cohen. Questo non lo diciamo solamente noi, a supportare la nostra opinione ci sono anche svariate nomination e 2 statuine con l’etichetta Best Miniseries provenienti dalle ultime cerimonie di Emmy Awards e Golden Globe Awards. Insomma, non seguire Fargo è più una scelta irrazionale che logica, non credete?
“Guilt, not God.“
La scomoda presenza di Hand Of God al secondo posto è paragonabile solo alla blasfemia. La nuova serie con Ron Perlman può esservi sfuggita, e lo capiamo, ma non può rimanere nel dimenticatoio per l’enfasi e la qualità con cui tratta il rapporto viscerale che lega fede, ragione e corruzione. Amazon, che ha rinnovato la serie per una 2° stagione, si muove costantemente lungo una sottile linea che tiene altissima la concentrazione per discernere dove comincia la realtà e dove finisce l’atto di fede. Che crediate in Dio o meno non importa, credete in noi però: recuperatela. Hand Of God merita davvero il vostro atto di fede per i 10 episodi di cui è composta. Non ve ne pentirete.
“There are no miracles in Miracle.“
Inaccettabile ma vero, è questa la numero 1. The Leftovers già l’anno scorso aveva dimostrato di essere uno show speciale, quest’anno però ha superato ogni genere di aspettativa toccando delle vette di poesia che raramente si sono viste in anni e anni di televisione. Damon Lindelof insieme a Tom Perrotta stanno scrivendo la storia e molti nemmeno lo sanno. Ogni puntata di The Leftovers è un tripudio di sensazioni contrastanti in cui il cervello ed il cuore non viaggiano mai all’unisono, anzi; è un viaggio nell’inconscio e nel dubbio da cui nessuno esce vincitore; è un’esperienza di vita. Sembrano tutte parole molto auliche ma se alla fine di questa 2° stagione qualcuno riesce a descrivere questa serie con altre parole ci inchiniamo al suo cospetto. Il becero pubblico americano durante quest’anno ha disertato l’appuntamento con la serie per dirigersi verso altri lidi (probabilmente The Walking Dead o Homeland visto che era in onda allo stesso orario), tuttavia HBO ha un cuore grande e con il rinnovo per una 3° e ultima stagione ha dimostrato che, se non ci sono miracoli a Miracle, in HBO ci sono.
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