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Supernatural 11×10 – The Devil In The DetailsTEMPO DI LETTURA 5 min

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Team-up over. 
The rest of you lot, get the hell out of Hell.

Dopo il ritorno, per così dire miracoloso, di Mark Pellegrino nei panni di Lucifer nel midseason finale, l’hype non poteva che essere altissimo visto e considerato il potenziale vaso di Pandora appena scoperchiato e, fortunatamente, le aspettative sono state tutto sommato soddisfatte. Si poteva fare di meglio? Sicuramente, infatti c’è ben più di qualche elemento che andremo a confutare, tutto sommato però Andrew Dabb ha scritto un copione molto più che gradevole e di questo bisogna darne atto.
“The Devil In The Details” di fatto è divisa asimmetricamente in due parti: la prima, della durata di 30 minuti, in cui non si sente quella vibrazione mistica che si dovrebbe sentire quando Lucifer parla; la seconda è invece totalmente su un altro piano e trasuda Supernatural da ogni dove, quel Supernatural delle prime 5 stagioni.
Che lo si sapesse o meno, la presenza di Mark Pellegrino era a scadenza. D’altronde non ci si può aspettare che dal nulla un attore della sua importanza faccia capolino nella serie e rimanga ad oltranza, è come se Jeffrey Dean Morgan ritornasse come guest star e ci si aspettasse la sua permanenza in pianta stabile. Difficile che accada, se non impossibile. Allo stesso modo con Pellegrino era solo questione di tempo pertanto la domanda che ci si doveva porre non era tanto il “quando” se ne sarebbe andato, quanto piuttosto il “come”. Gli showrunner più bravi ed apprezzati da pubblico e critica sono coloro che di fronte ad una situazione cosiddetta “no way out” riescono a pensare fuori dagli schemi trovando sempre un’alternativa valida e inimmaginabile. Sam e Lucifer rinchiusi nella stessa gabbia non potevano avere una vita molto lunga e la situazione logicamente si poteva risolvere solo in due modi: Sam accetta di diventare il contenitore di Lucifer oppure si risolve tutto in una bolla di sapone con Lucifer che rimane nella gabbia e Sam che riesce a fuggire cercando un altro modo per sconfiggere The Darkness. Carver può quindi fregiarsi di appartenere alla élite degli showrunner per il modo in cui è riuscito a risolvere la situazione: Castiel.
Dal punto di vista tecnico la scelta è fortemente discutibile ma rientra anche in una sorta di “vuoto legislativo” in cui Supernatural sguazza sempre molto volentieri (qualcuno ha detto Michael? “Well, let’s just say prison life hasn’t really agreed with Michael. These days, he’s usually sitting in a corner, singing show tunes and…touching himself.“): come fanno un angelo e un arcangelo a possedere lo stesso involucro umano? È una situazione nuova e mai vista prima questa, soprattutto considerata l’entità dell’evento ed il fatto che l’ei fu Jimmy Novak se n’è andato da tempo. Di fronte ad una possibile smorfia per l’infattibilità della situazione, consigliamo di chiudere entrambi gli occhi e non pensarci tanto perchè il plot twist supera di gran lunga il vuoto legislativo in cui si è ricaduti. Ergo: Castiel in versione Lucifer vale la possibile svista mitologica. Prendiamone atto.
I vantaggi di tale scelta sono innumerevoli ma basta elencarne solo due per capirne l’importanza. Da un lato abbiamo un Misha Collins trascurato e lasciato allo sbando da diverse stagioni a questa parte che ha ricoperto più spesso il ruolo di being-watcher di Netflix che quello di angelo, dall’altra c’è il bisogno di rendere la trama più poliedrica possibile per non lasciarla svilire. Unendo l’utile al dilettevole il risultato è questo plot twist enorme. Apprezzabile o meno che sia, l’inventiva di Carver e Dabb è da premiare.

You talk a good game. You do. Hell, you almost had me sold a few times, but then I thought, what if you’re right? What if you’re telling the truth? What if you can beat her? Even though, last time, it took you plus three other archangels. Oh, yeah, and capital “G,” God. […] Then what? […] Then you go about starting the Apocalypse again because you’re an old dog, and that’s your old trick. […] I think that whoever wins, you or the Darkness, everyone else loses. So, no. My answer is no.

Ciò che sorprende in positivo di questa “The Devil In The Details” non è la morte di Rowena che poteva offrire ancora molto ora che era al guinzaglio con il collare dell’inquisizione, quanto la freddezza e la saggezza di Sam che aveva perso queste due caratteristiche diversi anni fa. Non lo diciamo noi, lo dicono i flashback in cui Lucifer ci fa viaggiare: Sam non è più da diversi anni quella persona che si era sacrificata pur di sconfiggere Lucifer. Tuttavia in questo monologo (che alla fine non è altro che una riflessione fatta ad alta voce) emerge tutto il carisma sopito del Winchester più giovane, un carisma che è riuscito a non cadere nella tentazione del Diavolo. Si perchè Mark Pellegrino è perfettamente a suo agio nel ruolo del tentatore, un ruolo che gli si addice a pennello e che lui riesce a riprodurre in maniera perfetta sia tramite il gioco di sguardi e la sua mimica facciale, sia tramite una parlantina suadente che farebbe cadere tutti al suo volere. È in questo contesto che la presa di posizione di Sam diventa ancora più forte e carismatica rinvigorendo finalmente un character che necessitava di una svolta. Come Castiel. Ora solo il tempo potrà fare giustizia.

Sam:But let’s say you gank her. Then what?
Lucifer:I move to L.A., solve crimes.

Non potevamo esimerci dal riportarla. Dabb il malvagio ha trovato tempo perfino per punzecchiare la nuova creatura FOX, l’omonima Lucifer, di fatto schernendo il plot su cui essa stessa è basata. Per il Lucifer di Supernatural questo stile di vita non avrebbe senso, per quello storpiato da The Sandman di Neil Gaiman a quanto pare si. La battuta vale la visione dell’intera puntata ma lasciamo a voi l’ardua sentenza circa la nuova serie FOX anche se a suo tempo noi in merito ci siamo già espressi con la recensione del “Pilot“.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Castiel aka Lucifer
  • La morte di Rowena
  • Mark Pellegrino immenso nel ruolo di Lucifer
  • Scontro nella “cage”
  • Plot twist finale
  • Carisma di Sam
  • Vuoto legislativo intorno alla presenza di un angelo e di un arcangelo all’interno di uno stesso involucro umano
  • Prima parte un po’ lenta ed interlocutoria
  • La morte di Rowena

 

“The Devil In The Details” convince pur non facendo i conti con l’oste. Castiel in versione Lucifer può offrire moltissimo allo show e, ne siamo convinti, l’aggiunta di questo nuovo player al tavolo da gioco gioverà a tutti. Che l’Apocalisse inizi.

 

O Brother Where Are Thou? 11×09 1.90 milioni – 0.7 rating
The Devil In The Details 11×10 1.83 milioni – 0.7 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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