The Lady 2×07 – Episodio SetteTEMPO DI LETTURA 4 min

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Esistono innumerevoli teorie, superstizioni, leggende, versioni, sui diversi tipi di inferno o di aldilà che seguono la vita terrena.
Forse non tutti sanno che The Lady, con la sua narrazione dannunziana, con la sua eleganza decadente, con il suo porno mancato, in realtà vuole essere una rilettura di un possibile girone infernale. Di una vita ultraterrena in cui demoni e anime in pena si perdono in routine continue, in simulacri del mondo fisico, in caricature di rapporti umani.
Partendo dalla fine, Elenoire è il diavolo. In maniera chiarissima. Secondo alcune culture, infatti, l’entità massima del dannato aldilà era rappresentato in sinuose forme caricaturali, con delle dita allungate da perfetti peperoncini rossi. Un bello schifo, non c’è che dire.

“Basta pagare e la perfezione è raggiungibile”

La perfezione non esiste all’inferno. Quella che esiste è fittizia, è in superficie. Per questo motivo, di fronte ai fisici sinuosi e scultorei, nulla viene fatto trasparire. Tutto viene lasciato all’immaginazione di una scollatura, di un costume, di un abito succinto. Per questo non vi sono mai scene di nudo, scene di sesso. I personaggi, in quanto defunti e trapassati, sono asessuati. A ricordare stralci di vita terrena: un continuo riferirsi alla fisicità, all’estetica, all’inesorabilità e al consumarsi di una vita terrena che, evidentemente, per loro è bella che finita.
Non è un caso infatti che qualcosa inizi a trasparire da sotto il vestito di Lona. Lona che, come nell’ormai lontano primissimo episodio, ci viene rimostrata con pochissimi panni addosso (guarda caso in uno scenario di luce, non nell’asettico studio dove una luciferina Doris manovra ogni mossa; dove un demoniaco Chang – che stavolta non appare, coincidenza? Mmm… no – fa da custode alla prigione infernale di Lona). Una redenzione che si avvicina, un possibile avvicinarsi alla privazione della protagonista di quei vestiti infernali che per ora la coprono. Qualche forma di improvvisa nudità ci viene mostrata, tant’è vero che uno dei coinquilini di questa dimensione infernale capisce quello che sta avvenendo e le salta addosso.

“Non mi interessa” / “Io non so”

Ricordate la sit-com “Troppo Frizzante”, presente in Boris? Ricordate la sottovalutata visione di Duccio, che vedeva, dietro la fissa scenografia e dietro i tormentoni dei comici, una rilettura ultraterrena? Quando interpretava la voce lontana che recitava in maniera spettrale “apri quella portaaaa”. Forse a molti spettatori incuranti di tali occulti significati sarà sfuggito questo particolare. Ma non potranno sfuggire particolari che rendono i personaggi di The Lady così assurdamente eterei, spettrali, demoniaci, infernali.
Prendiamo i due modelli seduti al bar, con un giornale davanti. Uno dei due fa notare all’altro che “è morto il figlio di un celebre miliardario”. Non vengono fatti nomi, non si scende in particolari. Tutto è stilizzato è simbolico. Non ci sorprenderemmo se, una volta sollevato il giornale non vi fosse il titolo del quotidiano, bensì la scritta “GIORNALE”, con sotto a grandi caratteri “TITOLO DI PRIMA PAGINA”: un continuo simulacro di realtà. Fuori dal locale non ci sarà mai il nome effettivo del locale, bensì “BAR”, oppure “RISTORANTE CHIC”.
Tutto è stilizzato, simbolizzato. Le anime dei defunti sono costrette in corpi da copertine a portare avanti dialoghi senza senso alcuno. Lo dimostra il terzo personaggio che si unisce a loro e che, alle osservazioni dei due, ai tentativi di approccio con la realtà, afferma di “non sapere”, di “non interessarsi”. Alla fine decidono di andare tutti e tre in palestra, di dimenticare, di ricominciare da capo la loro non-vita.

“Vorrei far parte dell’energia solare per non essere mai in fase dormiente”

Nulla è come sembra in una dimensione ad inganno come l’inferno (o come “un” inferno). Se agli occhi dell’illusorio mondo dipinto in questo girone Zora rappresenta il male, scavando più a fondo, provando a rigirare i punti di vista, è inevitabile pensare che ella sia l’unica possibilità di redenzione, di trascendenza verso altri spirituali lidi. Non a caso il suo apprendista (o nipote) vorrebbe entrare nei Black Angels ma, come afferma Zora, deve ancora studiare.
Un percorso a tappe, un vero e proprio rito di iniziazione, quindi, per riportare anime perdute fuori da questa “fase dormiente”. Fuori da questo inferno, verso una nuova dimensione di purificazione. A far finalmente parte dell’energia solare.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il montaggio sempre meravigliosamente alienante
  • Qualcosa emerge dalle vesti di Lona
  • La straziante scena al bar, tra i tre dannati che provano ad ottenere un qualche tipo di consapevolezza
  • Zora dispensa pazienza
  • Elenoire e i peperoncini sulle dita
  • Ma “er dippiù”?
Provate a guardare e riguardare The Lady sotto questa luce. Provate a immedesimarvi in anime dannate, in un inferno formato web-serie. Allora ci sarà meno da ridere su quella che, solo ad un occhio superficiale, può apparire come scarsità nella recitazione, come improvvisazione nel montaggio, come totale casualità nella scrittura, come mancanza assoluta di trama. La trama c’è, eccome se c’è. Non vederla vuol dire essere in totale fase dormiente.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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