“Our eyes turn Skyward, ready to accept the truly incredible, to find our destiny written in the stars.
But how do we best look to see? With new eyes or old?” [5×13 – Patient X]
Dopo sei settimane di immersione completa nel paranormale, The X-Files lascia – almeno momentaneamente vista la non fine che caratterizza questo episodio conclusivo della stagione – il palinsesto televisivo e, come ogni stagione quando giunge al termine, è da stilare un breve bilancio di ciò che è stato e di ciò che non è stato il percorso televisivo appena conclusosi.
A dispetto da ciò che si poteva aspettare (speranze paventate dall’ottimo episodio “Home Again“) è proprio il finale a tirare i remi in barca in maniera quasi totale e a non convincere eccessivamente in quanto a costruzione di puntata. Messo da parte il lato grottesco (evidenziato in “Mulder And Scully Meet The Were-Monster“), l’episodio attinge a piene mani dalla trama del primo episodio di questa decima stagione e, più in generale, dalla mitologia pura della serie. L’episodio è strutturato inizialmente come “My Struggle” differenziandosi solamente per il fatto che l’introduzione viene strutturata attorno al personaggio forse più rappresentativo della serie (nonché quello che vanta il maggior numero di presenze): Dana Scully. La sequenza fotografica questa volta si discosta da Mulder e prende in esame la sua dolce spalla, ossia la scienziata che tempo fa con scetticismo era stata mandata a spiare l’operato di Fox Spooky Mulder.
La sigla è nella versione estesa (delle prime stagioni), a differenza di quelle presentate in questa stagione, e si differenzia solamente per la sostituzione della sequenza della mano (che è uno degli elementi chiave che più ricollegano a Fringe) con quella del tesserino dell’FBI di Walter Skinner.
“Each passing year has seen our estimate of the probability of life in space increase, along with our capabilities of detecting it. Scientists feel that contact with other civilizations is no longer beyond our dreams but is a natural event in the history of mankind that will perhaps occur within the lifetime of many of us.” [4×24 – Gethsemane]
La trama dell’episodio è l’unico (ma evidentemente pesante) neo dell’insieme: confusionaria, abbraccia decisamente troppe teorie e ne abbandona altrettante, cerca di inserire nel piano governativo riguardante il DNA ogni teoria del complotto esistente, avviene la ricomparsa degli agenti Miller ed Einstein che non viene affatto spiegata, il personaggio di Monica Reyes (altro ritorno in casa The X-Files) banalmente inserito in un contesto che la vede come una appendice di per sé inutile. Una delle domande più importanti è relativa all’ennesimo faccia a faccia tra l’Uomo Che Fuma e Mulder: a quest’ultimo non è stato manomesso il genoma inserendo DNA alieno e proprio per questo è dato per spacciato, ma perché proprio lui non è stato etichettato come un prescelto? C’è infatti da tener conto come, per tutte le passate stagioni, l’Uomo Che Fuma abbia tenuto molto in considerazione il lavoro, la vita e l’operato dell’agente degli x-files: il suo non era odio, era un misto tra ammirazione e sottile compiacimento. Perché allora negargli questo dono? Il tutto sembrerebbe riportare al desiderio recondito di Cancer Man di udire le suppliche di Mulder. Ma appare una motivazione abbastanza banale e in generale troppo semplicistica vista la diatriba profonda ed articolata tra i due maxi personaggi in questione.
“THIS IS THE END.”
Appare chiaro, una volta giunti al frettoloso e non auto-conclusivo finale, che Chris Carter avesse in mente qualcosa per i propri spettatori, mentre scriveva la sceneggiatura di questo episodio. Pare non esserci alcuna spiegazione. Il finale riconduce al punto fondamentale della trama personale di Scully ed alla sottotrama forse meno presa in considerazione fino ad ora: quella riguardante William. Proprio lui sarebbe in grado di salvare Mulder dalle terribili condizioni di salute nelle quali versa. Resta tutto da scoprire il come riusciranno a mettersi in contatto con un bambino dato in affidamento più di dieci anni prima e cosa comporterà il loro ricongiungimento: va infatti tenuto a mente che il piccolo era stato allontanato da Dana, appunto per poterlo tenere in salvo e lontano dalla cospirazione del Consorzio. Molti dubbi permangono e nascono, quindi. Sta tutto nella mani di Chris Carter e della FOX, ora.
“But for all our knowledge,what no one can say for certain is what or who ignited that original spark. Is there a plan, a purpose or a reason to our existence? Will we pass, as those before us, into oblivion into the sixth extinction that scientists warn is already in progress? Or will the mystery be revealed through a sign? A symbol? A revelation?” [6×22 – Biogenesis]
Per quanto riguarda la parte dei richiami e delle citazioni, la scena introduttiva di Scully si sofferma volutamente su fotogrammi catturati dagli episodi:
- 1×01 – “Pilot”: per ricordare agli spettatori con quali motivazioni Scully fosse stata mandata a lavorare al fianco di Mulder agli x-files e di come il susseguirsi dei fatti l’avesse portata a schierarsi dalla parte del più reietto;
- 1×24 – “The Erlenmeyer Flask”: il primo episodio in cui lo spettatore vede un vero alieno, così come Scully. A Mulder toccherà aspettare ancora per un vero e proprio contatto ravvicinato come lo è stato invece per la sua collega;
- 8×02 – “Without”: l’episodio in cui viene mostrato Mulder torturato dagli alieni che, in conclusione della settima stagione, lo avevano rapito;
- 4×24 – “Gethsemane”: la puntata in cui Scully, in combutta con Mulder, finge la morte di quest’ultimo per dargli tempo di ottenere maggiori informazioni riguardo la terribile cospirazione governativa.
- È da notare come la scena conclusiva richiami, come scenario e costruzione, il finale dell’episodio 5×13 “Patient X”, quando fece la sua prima comparsa la fazione dei ribelli alieni.
- Nella scena in cui l’infermiera informa Dana che gran parte dei medici sono in stato febbricitante, la camera si sofferma ed evidenzia le pupille della prima: iniettate di sangue, sembrano voler ricordare il terribile black cancer.
Un viaggio breve ma intenso. Sei episodi per rivitalizzare un fuoco ed una passione sopiti. Affermare che FOX abbia fatto una scommessa vincente non è un azzardo, anzi, tuttavia per la tipologia di episodi e per la trama raccontata c’è un po’ di amarezza perché, causa anche delle aspettative molto alte, il cerchio non si chiude e al contrario si apre ulteriormente. Una 11° stagione a questo punto sembra un obbligo morale e un’opportunità di guadagno per FOX che non può venire meno. In attesa di sviluppi in tal senso ci dovremo accontentare di questo ennesimo potenziale series finale, consci che la verità è ancora là fuori o più probabilmente nella testa di Chris Carter.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Babylon 10×05 | 7.07 milioni – 2.1 rating |
My Struggle II 10×06 | 7.59 milioni – 2.4 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.