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“Those assholes out there? They don’t give a shit about music. That’s why they make money.“La natura più intima di questa serie, oltre che la sua tematica principale, è la ricerca dell’equilibrio. Vinyl sceglie di raccontarlo ambientandolo in uno dei momenti storici forse più complicati, non solo per la musica che ne fa da colonna sonora, ma proprio per il contesto. Il retaggio di quel recente passato, glorioso o comunque pieno di vitalità, incombe come un macigno, condizionando le scelte da fare e inducendo i personaggi a fare continui bilanci della loro vita.
Richie ne è l’esempio principale ma non l’unico. Se il suo presunto pregio è quello di avere intuizioni musicali quasi geniali nella ricerca della “Next Best Thing”, la sua più grande debolezza è quella di calpestare tutto quello che gli gira intorno per inseguirle.
Fino a quando l’industria musicale sembrava premiare questo tipo di atteggiamento, anche in termini economici, poteva andare bene ma adesso, visti i tempi bui dove l’importante è far quadrare i bilanci e pensare a guadagnare soltanto i soldi, il suo approccio sembra non funzionare. Infatti quello che sta pesando notevolmente rispetto al passato è la sua perdita di controllo nella situazione. La questione dell’omicidio di Buck Rogers che era stata messa in secondo piano e quindi risolta a suo modo, torna a galla (letteralmente) col ritrovamento del corpo. Vediamo quindi Richie ricadere nella disperazione come già successo di fronte alla moglie. Lentamente intorno a sé le cose gli sfuggono di mano e il rifugio che ha trovato nella nuova dipendenza dalla droga sembra stia producendo effetti indesiderati, anche dal punto di vista fisico, come il sangue che gli cola dal naso, segno dell’abuso che ne sta facendo o forse di qualcosa di più grave.
La sua disperata ricerca di un equilibro sta letteralmente trascinando chi lo circonda nel suo stesso loop senza soluzioni. Devon per esempio è sempre più immersa nel profondo rimpianto della sua vita passata, arrivando letteralmente a vendere la sé stessa di qualche anno fa, rappresentata dal quadro realizzato da Andy Warhol stesso. Quella Devon è ormai sparita, avendo inseguito i sogni di un uomo che l’ha messa da parte relegandola al solo ruolo di madre, insoddisfatta di quello che poteva essere e che mai è riuscita a diventare. Non a caso sembra si stia buttando in un progetto che non prefigura nulla di buono, quasi come rivalsa alla poca considerazione e stima che le riserva Richie.
Grazie anche all’ospite musicale di questo episodio, un giovane e crudele Alice Cooper, l’effetto valanga Richie colpisce anche Clark Morelle. L’inseguimento di Alice, volto a convincerlo a sottoscrivere un contratto da solista, si trasforma da comico e paradossale quale sembrava essere a manifestazione esemplare di quanto la personalità istrionica ma incostante di Richie precluda, a lui e a chi gli sta intorno, le opportunità per far svoltare le sorti della casa discografia ormai in una pesante crisi finanziaria.
La figura che ne esce più distrutta nell’aver avuto a che fare con il protagonista è il povero Lester, i cui sogni di gloria sono ormai falliti e può soltanto permettersi di sognare di poter suonare e cantare come agli inizi della sua carriera, avendo adesso perso la famiglia e la sua splendida voce, proprio per colpa di Richie.
L’unica parte dell’episodio dedicata ai Nasty Bits è probabilmente la migliore perché trasuda di vera carica energetica, musicale e non. Con loro e la loro rabbia musicale sta crescendo il personaggio di Jamie, l’unico che sta vivendo il suo tempo e non è attaccato all’idea giovanile di sé stessa, sicuramente anche per motivi anagrafici. Si vedano infatti i confronti con Julie (altro “vecchio”) durante le prove dei ragazzi su un brano dei Kinks. Attraverso abili mosse riesce a far scritturare il gruppo proto-punk e probabilmente ad essere il nuovo astro nascente dei talent scout dell’American Century. Molto probabilmente sarà anche la prossima vittima del ciclone Richie. Ad ora resta sicuramente il personaggio sul quale puntare nei prossimi episodi.
Richie ne è l’esempio principale ma non l’unico. Se il suo presunto pregio è quello di avere intuizioni musicali quasi geniali nella ricerca della “Next Best Thing”, la sua più grande debolezza è quella di calpestare tutto quello che gli gira intorno per inseguirle.
Fino a quando l’industria musicale sembrava premiare questo tipo di atteggiamento, anche in termini economici, poteva andare bene ma adesso, visti i tempi bui dove l’importante è far quadrare i bilanci e pensare a guadagnare soltanto i soldi, il suo approccio sembra non funzionare. Infatti quello che sta pesando notevolmente rispetto al passato è la sua perdita di controllo nella situazione. La questione dell’omicidio di Buck Rogers che era stata messa in secondo piano e quindi risolta a suo modo, torna a galla (letteralmente) col ritrovamento del corpo. Vediamo quindi Richie ricadere nella disperazione come già successo di fronte alla moglie. Lentamente intorno a sé le cose gli sfuggono di mano e il rifugio che ha trovato nella nuova dipendenza dalla droga sembra stia producendo effetti indesiderati, anche dal punto di vista fisico, come il sangue che gli cola dal naso, segno dell’abuso che ne sta facendo o forse di qualcosa di più grave.
La sua disperata ricerca di un equilibro sta letteralmente trascinando chi lo circonda nel suo stesso loop senza soluzioni. Devon per esempio è sempre più immersa nel profondo rimpianto della sua vita passata, arrivando letteralmente a vendere la sé stessa di qualche anno fa, rappresentata dal quadro realizzato da Andy Warhol stesso. Quella Devon è ormai sparita, avendo inseguito i sogni di un uomo che l’ha messa da parte relegandola al solo ruolo di madre, insoddisfatta di quello che poteva essere e che mai è riuscita a diventare. Non a caso sembra si stia buttando in un progetto che non prefigura nulla di buono, quasi come rivalsa alla poca considerazione e stima che le riserva Richie.
Grazie anche all’ospite musicale di questo episodio, un giovane e crudele Alice Cooper, l’effetto valanga Richie colpisce anche Clark Morelle. L’inseguimento di Alice, volto a convincerlo a sottoscrivere un contratto da solista, si trasforma da comico e paradossale quale sembrava essere a manifestazione esemplare di quanto la personalità istrionica ma incostante di Richie precluda, a lui e a chi gli sta intorno, le opportunità per far svoltare le sorti della casa discografia ormai in una pesante crisi finanziaria.
La figura che ne esce più distrutta nell’aver avuto a che fare con il protagonista è il povero Lester, i cui sogni di gloria sono ormai falliti e può soltanto permettersi di sognare di poter suonare e cantare come agli inizi della sua carriera, avendo adesso perso la famiglia e la sua splendida voce, proprio per colpa di Richie.
L’unica parte dell’episodio dedicata ai Nasty Bits è probabilmente la migliore perché trasuda di vera carica energetica, musicale e non. Con loro e la loro rabbia musicale sta crescendo il personaggio di Jamie, l’unico che sta vivendo il suo tempo e non è attaccato all’idea giovanile di sé stessa, sicuramente anche per motivi anagrafici. Si vedano infatti i confronti con Julie (altro “vecchio”) durante le prove dei ragazzi su un brano dei Kinks. Attraverso abili mosse riesce a far scritturare il gruppo proto-punk e probabilmente ad essere il nuovo astro nascente dei talent scout dell’American Century. Molto probabilmente sarà anche la prossima vittima del ciclone Richie. Ad ora resta sicuramente il personaggio sul quale puntare nei prossimi episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Vinyl continua per la sua strada, alla ricerca della sua identità insieme a quella dei suoi personaggi, in un continuo oscillare tra quello che è stato il glorioso passato (con le sue star) e quello che potrà essere. Molto presto dovrà raggiungerlo, anche per non perdere quel poco pubblico che lo sta seguendo.
Yesterday Once More 1×02 | 0.60 milioni – 0.2 rating |
Whispered Secrets 1×03 | 0.53 milioni – 0.2 rating |
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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.