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Preacher 1×04 – Monster SwampTEMPO DI LETTURA 4 min

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Mentre “See” si presentava praticamente come la seconda parte di “Pilot“, questo quarto episodio di Preacher è invece molto più simile al tipico archetipo di un secondo episodio che ci si aspettava di vedere nella scorsa puntata. Con “Monster Swamp” comincia finalmente ad arrivare qualche succosa risposta o comunque un primo abbozzo di trama molto più coinvolgente. Però, sia chiaro, siamo comunque lontani da tutto ciò che vorremm… Ehi, un momento! Ma questo è l’incipit della scorsa recensione, quella di “The Possibilities“. Che ci fa qui? Non abbiamo voglia di scrivere? In verità, è tutto il contrario.
Se “Pilot” e “See” possono essere contati come un unica unità e “The Possibilities” come un secondo episodio ad honorem, “Monster Swamp” è a sua volta un terzo episodio ad honorem: puntata praticamente identica alla precedente, con una sola unica differenza, risolta però a vino e tarallucci insieme a tutti gli altri siparietti e sequenze del serial che possiamo brutalmente classificare come “dispersive”. Rispetto alle precedenti puntate, questa volta Preacher mette sulla scacchiera il personaggio di Odin Quincannon, prima utilizzato come semplice cameo, ora approfondito, o quanto meno presentato nelle sue caratteristiche principali e basilari. L’introduzione in pompa magna di Odin e la sua interazione con il cast, sopratutto con Jesse Custer alla fine della puntata, è uno degli elementi più interessanti dell’episodio unito alla trama secondaria riguardo la collaborazione forzata tra Cassidy e i due sicari del paradiso Fiore e DeBlanc, dove questa porzione di trama comincia, seppur lentamente (ma dai?), a prendere forma. Il problema qual è? Il problema è che, per quanto sia tutto molto accattivante, per quanto ogni puntata di Preacher sia sempre condita con elementi bizzarri e sopra le righe, attualmente sta soffrendo delle stesse problematiche di cui soffriva Constantine “ai suoi tempi”.
La problematica costante della serie con Matt Ryan era dovuta ad un cambio di atmosfere. Siccome nel fumetto che ha ispirato la ex-serie NBC le tematiche portanti erano argomenti come la politica, la società, i drammi personali, le malattie incurabili ecc. e dove la magia era solo un elemento addizionale che dava ulteriore carattere agli argomenti, nella serie tv si era optato per argomenti più immediati, più action e incentrati su veri casi magici legati a demoni, possessioni e scontri col mondo soprannaturale. Indubbiamente ci si trovò davanti ad uno scacco matto, poiché optare per delle atmosfere più moderne era di fatto la scelta migliore, così si sarebbe accelerata la conoscenza dell’universo narrativo di John Constantine con qualcosa di semplice, poi il tiro sarebbe stato aggiustato; ma ciò non toglie che, quanto si è visto nel “lontano” 2014, non era niente che non si fosse già visto in una puntata di serial alla Supernatural: l’unica differenza tra una puntata di Supernatural e di Constantine è che il protagonista è tra i più politicamente scorretti al mondo. Preacher, attualmente, sta soffrendo dello stesso male a causa di questa eccessiva e straniante calma. Il tempo scorre in maniera lenta e distaccata, quasi come se non si intravvedesse alcuna nuvola all’orizzonte, nuvola che invece è presente e deve essere avvistata il prima possibile.
Anche se presentate in maniera diversa, tutte le scene sopra le righe mostrate nella serie si sono rese particolari e memorabili per il diverso linguaggio registico/attoriale usato. Ma, tolti tutti i fronzoli e scartata quella elegante e patinata carta da regali, l’analogia con tante altre serie è palese. Influenzati dalla presenza di Joseph Gilgun nei panni di Cassidy, viene facile la citazione a Misfits in cui l’attore interpretava l’analogo ruolo di Rudy Wade: certo, non un vampiro, ma un personaggio decisamente eccentrico. Se facciamo un paragone tra Preacher e Misfists, attualmente, cosa differenzia le due serie se non la diversa location? Ma il problema arriva qui. Preacher è arrivato prima di tutto questo, è arrivato prima di Misfits e serie simili e, anzi ne è un suo precursore ed è brutto vedere un serial che (ovviamente grazie alla sua celebre controparte fumettistica) potrebbe dire tantissimo, ridotto così per colpa della decisione di essere così introduttivi. Se solo gli showrunner si sbottonassero un pochino, anche solo per una puntata…

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Odin VS Jesse
  • I flashback di Jesse e il padre
  • Cassidy
  • L’opening sequence
  • Cliffhanger finale del telefono
  • Allarme “Constantine” in agguato
  • Preacher è come se si trattenesse dall’esplodere
  • Ancora fastidiosamente lento ed introduttivo

 

Di Preacher ne vorremmo davvero parlare bene ed evitare di ripetere, per colpa dell’eccessivo torpore delle puntate, le stesse cose: per questo questa recensione è partita copiando e incollando parte dell’introduzione della precedente, come una provocazione. Arrivati al quarto episodio di una stagione di dieci, e quindi vicino al giro di boa, c’è solo una domanda che riecheggia come un eco potentissimo nelle nostre menti: “Ma alla fine questa serie tv, di che parla?”. A metà stagione è forse il caso di saperlo.

 

The Possibilities 1×03 1.75 milioni – 0.7 rating
Monster Swamp 1×04 1.14 milioni – 0.4 rating

 

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