“Hello again.
Yes, I’m talking to you this time. I’m sure you wanted to hear what I told Krista back there, but I’m not ready to trust you yet, not after what you did. You kept things from me, and I don’t know if I can tell you secrets like before.
Friends are supposed to be honest with each other, and you weren’t.
It’s gonna take a while to rebuild this relation…”
Si scrive “Partone” ma si legge “Part Uan”, anche se si potrebbe non considerare come la prima parte di un doppio episodio perché, a tutti gli effetti, “Eps2.0_unm4sk-pt1.tc” ha un suo inizio ed una sua fine che vivono di vita propria senza alcun bisogno di un proseguo. Inoltre, sempre rimanendo nella lettura di “Partone”, questo non è assolutamente un episodio degno di aggettivi che terminano in “-one” e “-oni”, anzi: la partenza è lenta, volutamente lenta e dispersiva. Probabilmente anche per la scissione della series premiére in due blocchi narrativi compatti e a sé stanti. “Part One” e “Part Two” in comune hanno solo il nome, il regista e lo sceneggiatore.
Sam Esmail, come l’anno scorso, si carica sulle sue spalle sia la regia che la sceneggiatura e lo fa consapevole di avere molti più occhi puntati rispetto alla scorsa stagione, gravo di molte più aspettative e, soprattutto, di una trama ormai consolidata quanto a character e ad eventi. In tal senso le varie nomination ed i premi vinti, contemporaneamente, aumentano la “pressione sociale” e fungono da enorme biglietto di ringraziamento per quanto visto nei precedenti 10 episodi.
L’anno scorso si sono sprecati i paragoni tra Mr. Robot e Fight Club, alcuni più pertinenti di altri decisamente fuori luogo, ma l’analogia tra i due prodotti non è mai stata totalmente campata in aria, vuoi per il rapporto simile Tyler Durden/Mr. Robot, vuoi per l’obiettivo di destabilizzare il tessuto sociale. La prima stagione di Mr. Robot terminava, tra l’altro, in maniera quasi paritetica al film di Fincher, con la riuscita realizzazione della rivoluzione sociale ed economica tanto paventata da fsociety che si accosta all’ignaro futuro post crollo dei palazzi di Fight Club. Poteva terminare anche lì Mr. Robot, non sarebbe stato un dramma, se non fosse stato per l’aggiunta di quel lungo ed intrigantissimo piano sequenza che svelava la vera mano occulta dietro il crollo dell’economia statunitense. “Eps2.0_unm4sk-pt1.tc” è quindi quel genere di season premiére che deve riprendere faticosamente velocità a causa del cliffhanger narrativo con cui si era concluso il season finale precedente. Provare a rendere più chiara la situazione attraverso una metafora è l’equivalente di una macchina che in montagna affronta la salita ingranando la terza invece della prima.
“This control you think you have? It’s an illusion.”
La mole di aspettative e la difficile ripresa del filo narrativo si fanno sentire molto in questa “Part One”, un dazio evidentemente impossibile da evitare ma che Esmail affronta a viso scoperto ed in maniera molto sicura. Come si diceva all’inizio, presa singolarmente questa prima parte non è assolutamente al livello a cui Mr. Robot ci aveva abituati, tuttavia, oltre ad essere anche funzionale alla “Part Two”, è volutamente interlocutoria ed introduttiva della nuova realtà che la serie si trova ad affrontare. Le conseguenze sono tutto ciò di cui “Eps2.0_unm4sk-pt1.tc” dispone, pertanto vengono sviscerate in lungo ed in largo grazie ai monologhi interiori di Elliot, alla sua nuova routine analogica e alla visione del peso che tutto ciò ha avuto sulla società americana, con tanto di Fake Obama che minaccia Tyrell e la fsociety (“The FBI announced today, and we can confirm, that Tyrell Wellick and fsociety engaged in this attack. They caused a lot of damage, and we will respond. We will respond proportionally, and we will respond in a place and time that we choose.“).
Elliot vive nel suo mondo cadenzato da attività regolari e vincolanti, totalmente depauperato dal valore aggiunto fornito dalla tecnologia, qui sostituita da un diario e una penna, vere e uniche armi contro il suo alter ego Mr. Robot. È infatti chiaro già dal season finale che l’equilibrio psichico di Elliot sia gravemente compromesso, ricco di “buchi narrativi” in cui la sua doppia personalità prende possesso del corpo e agisce secondo il suo volere, nascondendo e “difendendo” Elliot dalle azioni perpetrate. Il pubblico segue quindi pedissequamente la visione della realtà gentilmente offerta da Mr. Robot, quella che in pratica ci viene concessa di vedere ma che, chiaramente, è ben differente dalla vera realtà dei fatti. Una situazione che sa di già visto ma che, indubbiamente, funziona e ha un suo perché narrativo molto profondo anche se un po’ ripetitivo. In tal senso, già fioccano teorie sulla routine quotidiana di Elliot che viene proclamata come “fittizia” ma, a tal proposito, al momento aspettiamo ad esprimerci, nonostante una teoria in particolare sia decisamente intrigante.
Sia chiaro: regia, interpretazioni e dialoghi sono dannatamente curati e sopra la media, sia del classico prodotto via cavo, sia delle migliori produzioni del piccolo schermo. Non si sta discutendo di questo, quanto piuttosto della misura in cui questa prima parte sia stata inficiata dal contesto: tanto.
Elliot: “Today started just like yesterday and the day before that and the day before that and every day for the last month, a loop, my perfectly constructed loop.
At 8:00 a.m. my daily program begins by having breakfast with my friend, Leon. There’s this one episode where they go to this Chinese restaurant, and they’re just waiting for a table the entire time. Like, they don’t even eat at the end, bro. He just discovered “Seinfeld.” And talks way too much about it. It’s really f*cking with him. But it’s perfect for me. I don’t have to say anything. I can just listen.
At 10:00 a.m. I help out around the house.
At 12:00 p.m. I have lunch with Leon.
At 2:00 p.m. we’ll check out a basketball game. Hot Carla, the local pyro, is usually there. She’s become like my personal totem. I still don’t understand why people like sports. They get so emotional over the weirdest things. But I do see the beauty in the rules, the invisible code of chaos hiding behind the menacing face of order.
At 4:30 p.m. I clean up around the house again.
At 6:00 p.m. I have dinner with Leon. As you can tell, we eat most meals together. Like I said, I never have to talk, and the repetition is good for me now. It keeps my regimen intact.
Two days a week I go to a church group. I don’t get the rules here either, but I need to keep socializing myself. It’s good for me. Besides, these people seem normal.
I’ve been keeping a journal. It’s the only way to keep my program running like it’s supposed to.
And then I go to bed. My mom has no computer or Internet access to tempt me into the night. All that’s left for me is just ordinary analog sleep ending the day’s loop. You might not think it’s a way to live, but why not? Repeating the same tasks each day without ever having to think about them, isn’t that what everybody does? Keep things on repeat to go along with their “NCISes” and Lexapro.
Isn’t that where it’s comfortable? In the sameness?”
“That’s what the control, the regimen, the journal, my perfectly constructed loop, what this whole thing’s been about.
Last night till this morning, while I was sleeping, I can’t account for it, a gap in my consciousness, and somehow he…
And this is why I’m different. Sometimes my mask takes over.”
Il cambio di prospettiva e di interpretazione di “Part One” è totalmente merito di “Part Two” che, a dispetto di quanto si sarebbe potuto fraintendere dai primi 40 minuti, ha un ritmo ed uno stile ben diversi. Non solo “accadono cose, si vedono persone e si fanno altre cose” ma si mette nella giusta prospettiva la vera missione di questa seconda stagione, ovvero portare a termine quanto perpetrato nei precedenti 10 episodi. Il tutto ovviamente alternato da una visione macroscopica (fsociety, Evil Corp) e microscopica (Elliot, Angela) della situazione.
“Bonsoir Elliot.”
Il dualismo tra soggettività ed oggettività è Un, se non Il, pilastro portante su cui si fonda Mr. Robot. Esmail, in maniera sapiente ed oggettivamente impeccabile, riesce a mantenere questo equilibrio sia in termini di minutaggio che in termini narrativi, costruendo intorno alle sue pedine delle situazioni (il)leggibili da entrambi i lati. Tralasciando per un momento la questione Tyrell Wellick (comunque ormai pronto a far ritorno), “Eps2.0_unm4sk-pt2.tc” si prefigge di finire la presentazione della nuova realtà in cui la serie ora si ritrova: c’è quindi lo scontro tra Elliot e Mr. Robot ormai sempre più visto come il nemico; il cambio di prospettiva di Angela che, con un plot twist potenzialmente prevedibile, ora apprezza il lavoro all’interno di Evil Corporation; la morte di Gideon come metafora delle conseguenze sociali assimilate dal pubblico attraverso la strumentalizzazione dei media.
Mr. Robot riparte dai suoi protagonisti, li sviscera, li fa soffrire, li prova a far adattare alla nuova realtà che, volenti o nolenti, hanno contribuito a creare. Il tutto viene sviluppato con l’obiettivo di aprire un nuovo ciclo di vita della serie senza tentare di ripetere il miracolo avvenuto nella prima stagione ma optando (con una certa lucidità mentale) per altri lidi, pur riproponendo in qualche modo un enigma di fondo che accompagnerà lo spettatore per tutti e 12 gli episodi. Non si può infatti credere a tutto ciò che viene mostrato, traviato da una faziosità di fondo a cui, anche se (piacevolmente) abituati, non è oggettivo. E quindi viene spontaneo riflettere su quanto visto, su quanto sentito, sulle dinamiche intercorse tra i vari personaggi ed i character secondari oltre che l’ambiente che li circonda. La nuova routine analogica di Elliot infatti assomiglia ad una vita in prigionia che potrebbe poi rivelarsi anche reale (questa la teoria tanto in voga precedentemente anticipata), Tyrell potrebbe essere effettivamente morto nonostante lo si senta parlare al telefono e così via.
Esmail gioca, plasma e mostra le cose in modo tale da controllare mentalmente tutti come un grande burattinaio in un mondo in cui la faziosità regna sovrana. E va bene così. Ci piace così.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Eps1.9_zer0-day.avi 1×10 | 1.21 milioni – 0.5 rating |
Eps2.0_unm4sk-pt1.tc 2×01 | 1.04 milioni – 0.4 rating |
Eps2.0_unm4sk-pt2.tc 2×02 | 1.04 milioni – 0.4 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.