“How did this happen and will life ever be the same?”
Dopo aver brillantemente superato una potenziale crisi nucleare con l’Iran ed aver esposto con parole sagge la situazione ai suoi concittadini, il neo presidente Kirkman si trova a dover fare i conti con dei problemi ricollegabili al vuoto di potere che in tanti sentono giungere dalle stanze della Casa Bianca.
Senza più Congresso, Corte Suprema e Presidente, l’America è spaesata, spaventata e fatica a trovare quel faro a cui rivolgersi che tanto occorre in queste situazioni. D’altra parte, i media non tardano a screditare la figura del Presidente, già non completamente salda di suo.
È attorno al terrore ed alla paura che la puntata ruota, perfettamente costruita da Jon Harmon Feldman. E più che il soffermarsi sulla semplice paura, mostrandola nello sguardo e specialmente negli occhi dei propri protagonisti, Turner opta per evidenziare la reazione alla stessa, non discostandosi troppo da ciò che, nella vita vera, accade nel mondo.
“Let us have faith that right makes might.”
La puntata non perde tempo, catapultando il Presidente, unitamente a noi spettatori, in un nuovo e ben più complesso problema: il governatore Royce del Michigan, forte della frase “devo salvaguardare la sicurezza dei miei cittadini“, sembra mettere in atto una sorta di disobbedienza costituzionale, in quanto deciso a non seguire gli ordini e le direttive dategli dal Presidente stesso, figura che il Governatore non riconosce. Indubbiamente il vuoto di potere successivo all’attacco terroristico si è fatto sentire, dando l’occasione a figure secondarie (come in questo caso il Governatore) di cercare di elevarsi tra la folla, a suo modo.
Come precedentemente detto, però, non è solo a causa della novità che il Presidente è in una posizione altamente instabile: i media, successivamente al suo giuramento ed al suo discorso alla Nazione, si sono sbizzarriti nel prenderlo di mira, minando la sua credibilità ed il suo ruolo. Corre alla mente al riguardo il pensiero di un altro presidente, Woodrow Wilson, che riteneva opportuno per l’establishment poter contare sull’appoggio dei media; chiedeva quindi una sorta di lavoro collaborativo, atto a spalleggiarsi vicendevolmente. È da sottolineare quindi come in una situazione tanto delicata come quella in cui riversa l’America, tale sogno non sembri delinearsi, anzi.
“Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questo interrogativo, che il pensiero storico lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.”
La figura di Kirman nell’episodio tende a rievocare il presidente Abraham Lincoln per quanto concerne l’impegno profuso per il mantenimento dell’Unione degli Stati: la prima delezione (del Michigan) in tal senso, può essere ricondotta a paragone con l’inizio della Guerra di Secessione (ai tempi fu il South Carolina ad esprimere il proprio disappunto e richiedere la secessione dall’Unione). Kirkman, come lui stesso ammette, pare aver tamponato la prima ferita di una emorragia che pare destinata a durare nel tempo. La mancanza di un Governo, ma in particolar modo della Corte Suprema, sembra poter indurre figure politiche non di primario rilievo nel tentare la scalata o quanto meno le luci della ribalta. Ed oltre a queste opposizioni, il presidente dovrà fare attenzione alle mire del generale Cochrane, a cui non è stato dato eccessivamente spazio durante la puntata: si prospetta un fronte interno non dei più uniti, se si tiene in considerazione la comparsa di un altro designated survivor (questa volta repubblicano).
“Una malattia conosciuta col nome di odio. Non è un virus, né un microbo, né un germe. Ma nonostante questo è una malattia anche altamente contagiosa, con effetti mortali. Non la cercate ai confini della realtà, cercatela nello specchio. Trovatela prima che la luce vada via del tutto.”
La paura ed il terrore sono stati analizzati anche sotto un altro punto di vista durante l’episodio: quello del voler trovare a tutti i costi un nemico o un capro espiatorio, verso il quale poter volgere il proprio sguardo di rabbia ed orrore e nel quale poter trovare quella vendetta, ornata di sangue, che in questa occasioni spesso viene richiesta. Gli episodi accaduti nel Michigan e quelli che vedono come protagonista lo scrittore di discorsi Seth sottolineano ulteriormente quanto, in questi episodi di violenza inaspettate e terribile, spesso ci si dimentichi dell’empatia, lasciandosi trasportare dalla paura e dall’odio rispetto a ciò che ci appare diverso, non simile o più semplicemente non-noi.
In questa ottica, l’episodio è da vedere forse come una critica alla società odierna, nella quale si tende a trovare, relativamente in poco tempo, qualcuno o qualcosa verso cui rivolgere le proprie mire di odio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Pilot 1×01 | 10.04 milioni – 2.2 rating |
The First Day 1×02 | 7.97 milioni – 1.8 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.