Dopo il twist ending regalatoci la settimana scorsa, Designated Survivor torna ad intrattenerci cercando al contempo di risolvere determinate questioni lasciate in sospeso. Appare, questa, come una puntata transitoria e riempitiva per quanto concerne la trama generale e sembra giusto così, considerato che si tratta di una sorta di giro di boa quello a cui la serie si è approntata con la puntata della settimana passata.
La morte del vice Presidente degli Stati Uniti d’America Peter MacLeish se ci si riflette poteva apparire come scontata. Perché? Questa prima stagione è stata ordinata, dopo il fortunato riscontro di pubblico, con ventidue episodi totali. Tenuto in considerazione il fatto che l’implicazione di MacLeish nell’attentato non risultava più essere un mistero (lo stesso Presidente ne era stato informato) sul quale volgere i riflettori, sarebbe sembrato alquanto anticlimatico il voler tenere in piedi una trama drama-crime dove colpevole ed implicazione erano tutto tranne che poco chiari o delineati.
Allo stesso tempo, per quanto potesse essere nella sua giusta misura prevedibile, il suo impatto nella serie e la costruzione stessa dei fatti è stata gestita in maniera a dir poco perfetta, ponendo lo spettatore in assoggettazione completa alle spiegazioni che sarebbero dovute arrivare nella puntata successiva. “Backfire”, infatti, prende per mano lo spettatore e si pone come episodio in cui poter fare una breve ricapitolazione degli ultimi avvenimenti, arrivando poi a far porre ulteriori domande e sollevando, forse, altre implicazioni per quanto concerne il duplice attentato (al Capitol Building ed allo stesso Presidente Kirkman).
“Four score and seven years ago our fathers brought forth on this continent a new nation, conceived in liberty, and dedicated to the proposition that all men are created equal.
Now we are engaged in a great civil war, testing whether that nation, or any nation so conceived and so dedicated, can long endure. We are met on a great battlefield of that war. We have come to dedicate a portion of that field, as a final resting place for those who here gave their lives that that nation might live. It is altogether fitting and proper that we should do this.” [Gettysburg Address, Abraham Lincoln]
Appare chiaro, tenuti in considerazione l’omicidio-suicidio della scorsa puntata ed alcuni frammenti di dialoghi tra Beth e Peter MacLeish, che gli attentati sono parte di un piano meglio congegnato e fino ad ora oscuro sulle sue reali motivazioni. La variabile che, forse, non era stata presa abbastanza sul serio è proprio Tom Kirkman: probabilmente ritenuto, da chi ha ordito il piano, un semplice burocrate ecologista e di insufficiente preparazione politica per reggere il ruolo di massima importanza che sarebbe stato costretto a ricoprire, considerata la sua nomina a “sopravvissuto designato“, il personaggio di Sutherland sta effettivamente imparando sul campo. Dimostrazione di ciò è il fatto che appaia sempre più restio a condividere determinate informazioni con la moglie Alex e questa distanza appare sottolineata da diverse scene che evidenziano proprio questo distacco tra la figura di Presidente e quella di marito.
Un’ulteriore considerazione che si può fare concerne proprio la moglie ed i figli del Presidente, allontanati dalla Casa Bianca per essere riportati ad una parvenza di vita normale. Durante un dialogo tra Beth e Peter MacLeish nella scorsa puntata, quest’ultimo questionava la moglie riguardo una possibile nuova ‘soluzione‘ per il problema Kirkman.
Alla domanda “Another attempt?” la moglie rispose negativamente e ciò sembrerebbe abbastanza plausibile: insomma, si tratterebbe del quarto attentato (se si considera anche la sparatoria all’esterno della Casa Bianca) e forse sarebbe troppo voler tentare la fortuna un’altra volta in questo modo.
Considerato ciò, il fatto dell’allontanamento della famiglia potrebbe risultare interessante ed appetibile, in tal senso.
Ma dipende tutto da come verrà sfruttato, considerato che proprio il tema famigliare sembra essere il nocciolo che più appesantisce le singole puntate (vedasi l’inutile questione riguardo la paternità di Leo Kirkman). Proprio per questo motivo, l’allontanamento sembra essere un’abile mossa degli sceneggiatori che dopo aver riconosciuto uno dei punti deboli, piuttosto di affrontarlo apertamente in malo modo (così come continuano a fare in Colony, per esempio) preferiscono nasconderlo sotto il tappeto. Meglio ora che il ‘problema’ risulta non troppo rilevante.
La nota negativa dell’episodio è rappresentata dalla gestione del personaggio di Aaron: si è passati dal “non voglio farlo sentire sotto osservazione, siate cauti e discreti” a “prenditi una vacanza e stai via per un po’ dalla Casa Bianca“. E’ comprensibile il volerlo mantenere le distanze con un personaggio ancora avvolto da un velo di mistero ma il passaggio tra i due punti appare abbastanza estremo ed incoerente. Soprattutto per la rapidità in cui è avvenuto.
“President Lincoln prophetically cautioned, “A house divided against itself cannot stand.” We are at a similar crossroads. But Lincoln did not expect his house to fall, and neither do I. The American people must now make the most important decision they’ve had to make in generations.
Will we be united in the pursuit of truth and reason? Or break apart because of conjecture and suspicion?”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sicuramente la candela rimane accesa negli spettatori dopo questo ulteriore buon episodio da parte di Designated Survivor.
The End Of The Beginning 1×12 | 5.74 milioni – 1.3 rating |
Backfire 1×13 | 5.21 milioni – 1.1 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.