“You’re a cancer Danny!”
L’ottavo episodio di Marvel’s Iron Fist è legato indissolubilmente al precedente episodio e questa non è una novità per i prodotti Marvel/Netflix, da sempre caratterizzati da una forte orizzontalità per cui ogni stagione è sempre da considerare come un lungo film diviso a episodi.
Questa puntata, in particolare, si può suddividere in due tronconi narrativi: da una parte le vicende dei fratelli Meachum, dall’altra le indagini del “Team-Iron Fist” sui rapporti tra Madame Gao ed il padre di Danny (che qui diventa quasi un “caso di puntata” che inizia e finisce nell’episodio pur mantenendo i suoi tratti di orizzontalità).
Per quanto riguarda il primo troncone: se “Feeling Tree With Roots” era stato quasi tutto Ward-centrico, facendo vedere l’evoluzione del personaggio e il suo cambiamento di personalità, “The Blessing Of Many Factures” riprende, sempre in maniera molto orizzontale, questa storyline focalizzandosi stavolta sul rapporto (sempre più alle corde) tra i fratelli Meachum e non più solo su Ward. Ormai estromessi dal CDA, i due devono decidere se cercare di riprendersi la loro azienda o rinunciare per sempre a questo diritto, accettando una (più che ottima) buonuscita. Ovviamente dietro tutto questo si nascondono motivazioni dettate dalla recentissima storia personale di Ward, neo parricida che non riesce a convivere con l’omicidio appena perpetrato. Ad ogni modo la diversa opinione dei due viene evidenziata molto bene dal continuo scambio di battute, sempre controllato ma mai sereno, che lascia trasparire la tensione continua che ormai intercorre. Anche la postura, i piccoli movimenti e i gesti non-verbali aiutano a questo scopo dimostrando un’ottima consapevolezza dei propri personaggi da parte degli interpreti, il che è la vera nota di qualità di questo show.
“You have no one to blame but each other. Bringing Danny into the company was a toxic decision.”
E ha perfettamente ragione Lawrence. Fin dall’arrivo di Danny si può dire che gli antagonisti (non si sa ancora quanto si possano definire “villain” i Meachum) abbiano fatto di tutto per agevolarlo nelle sue iniziative, il che riporta a uno dei problemi principali di questo show: la mancanza di un vero e proprio villain. A parte Madame Gao, che è un character comunque molto carismatico oltre che mandante della morte dei Rand, tutti i nemici che Danny ha dovuto affrontare finora (compresi gli scagnozzi della stessa Gao) non si sono dimostrati all’altezza, sono più che altro dei cattivoni “da fumetto” poco approfonditi e che non suscitano particolare interesse. Considerando i villain visti nelle altre serie appartenenti allo stesso universo narrativo, questo risulta un handicap non da poco.
Più che altro la sensazione è che agiscano apposta per favorire il protagonista creando dei veri e propri buchi di sceneggiatura, presenti un po’ ovunque in tutto lo show, il che riporta appunto alla natura molto naive della serie di cui già si discuteva.
Per quanto riguarda il secondo troncone narrativo (il viaggio del team-Iron Fist in Cina) anche in questo caso il problema della traversata oceanica e dell’entrata nella fabbrica di Madame Gao viene risolto abbastanza facilmente, in più qui c’è anche l’aggravante dei dialoghi tra i protagonisti, fin troppo didascalici e artificiosi, che rendono questa storyline particolarmente lenta e quindi interessante fino ad un certo punto.
In questa parte, infatti, si vede un’evoluzione del personaggio di Claire Temple che passa dall’essere una mera spalla (di tutto l’universo Marvel/Netflix) a una protagonista attiva della serie, dando speranza per un ulteriore sviluppo del personaggio anche nelle prossime stagioni. Allo stesso modo viene approfondito il personaggio di Coleen Wing facendo (leggermente) luce sul suo passato.
La modalità “team-up” assunta dai protagonisti è perfetta per una trama del genere, rendendo Marvel’s Iron Fist una serie a tratti spionistica, come nella migliore tradizione dei prodotti seriali americani. Questa “classicità” potrebbe sembrare un passo indietro rispetto alle importanti innovazioni che le serie Netflix hanno portato nel mondo della narrazione televisiva, ma va detto che dopo tante puntate più “introspettive” ci sta anche concentrarsi sull’intrattenimento puro e semplice, anche per dare una pausa alla narrazione principale pur non mancando di mid-point significativi (Joy Meachum ha delle foto perfette per ricattare il CDA e riprendere il ruolo da CEO) e di un cliffhanger efficace (Madame Gao catturata).
Bisogna ammettere che nel poutporri generale ci sono anche alcune scene rilevanti che destano l’attenzione dello spettatore, la scena di panico in aereo su tutte: Danny, ancora traumatizzato dall’infelice viaggio in aereo, ha una crisi a causa di una turbolenza che fa vibrare eccessivamente l’aereo e riporta ovviamente alla mente quanto vissuto. La scena, dal forte impatto emotivo, è calibrata in maniera ottima dall’interpretazione di Finn Jones (che fa trasparire tutta la sofferenza del personaggio) e di Rosario Dawson in versione psicologa. I rumori e il ricordo del flashback fanno tutto il resto. Altra scena significativa (e apparizione di uno dei pochi personaggi interessanti dell’episodio) è quella che introduce Zhou Cheng (l’attore e stunt-man Lewis Tan) che unisce commedia e action in un’unica e indimenticabile sequenza d’azione.
Queste due scene, da sole, salvano la parte dedicata al “Team-Iron Fist” (altrimenti scadente per dialoghi noiosi e prevedibilità generale) e, in generale, l’intero episodio che, pur essendo di raccordo, merita la visione anche solo per capire come si siano evolute le vicende dei personaggi e quale sarà la sorte dell’Immortale ora che il cliffhanger finale sembra porre fine, momentaneamente (ci sono ancora un bel po’ di puntate ancora) alla “questione-Mano”.
- Claire ci fa capire che è rimasta in contatto con Luke Cage e che i due si scrivono lettere dalla prigione. Nell’episodio si può leggerne un estratto che recita quanto segue: “…use those shoes to walk straight to you. What else have you been up to? How’s the martial arts training going? You really want to spar with me? You’ve seen what I can do, right? I throw a few at you, but it wouldn’t be a fair fight. You could knock me out with just a smile. A kiss? I’m dead. Some wisdom from prison…“
- Jessica Jones e Devil vengono citati nell’episodio. Il Diavolo di Hell’s Kitchen viene citato da Claire quando dice che conosce qualcuno che potrebbe essere d’aiuto a Danny e Colleen. Jessica Jones viene invece citata da Joy quando dice che ha ottenuto queste informazioni grazie ad una investigatrice privata brava ma non proprio sobria.
- L’uomo affrontato da Danny prima di catturare Madame Gao è Zhou Cheng. Comparso sulle pagine di Immortal Iron Fist #17 del 2008, Zhou Cheng è la persona che funge da corpo ospite a Ch’i-Lin: un mostro la cui missione di vita è uccidere tutti gli Iron Fist dopo che hanno compiuto il 33° anno di vita. Qui invece è un semplice combattente che ha il ruolo di “difensore giurato della Mano”.
- Lo stile di combattimento utilizzato da Zhou è il celebre Zui Baxianquan (Pugilato degli Otto Immortali ubriachi) ed è uno stile di arti marziali cinesi che imita le movenze di una persona ubriaca. È famoso al grande pubblico grazie ad un film con Jackie Chang chiamato Drunken Master.
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Felling Tree With Roots 1×07 | ND milioni – ND rating |
The Blessing Of Many Factures 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!