Cerchiamo di andare con ordine, per completezza narrativa. Ossia per quella cosa che sceneggiatori e produttori sembrano aver messo da parte in maniera abbastanza evidente in questa vituperata quinta stagione revival di Prison Break.
Partiamo quindi dall’elemento centrale di questa stagione: Poseidon. Dopo aver speso gran parte delle prime puntate a costruire sottobanco vari spunti che hanno portato lo spettatore a credere nell’implicazione di Jacob, si è deciso, nella puntata “Contigency“, di dissipare ogni dubbio: Jacob non è Poseidon, anzi si è adoperato di nascosto affinché i due agenti che avevano fatto irruzione in casa (A&W e Van Gogh) fossero arrestati. Ebbene, a due puntate di distanza e avendo annullato l’effetto sorpresa, probabilmente in mancanza di altri personaggi, si è deciso di ritornare sulla pista principale: “Jacob is Poseidon“. Il tutto sarebbe confermato anche da Michael, quindi abbastanza credibile se escludiamo la remota possibilità che possa aver avuto un abbaglio.
Collegato direttamente a Jacob e legato a filo doppio a Michael troviamo Sara, in splendida forma e adattissima a ricoprire lo stesso identico ruolo che le abbiamo già visto ricoprire all’interno di Colony, ossia quello della moglie a cui viene chiesto un solo favore ma che ovviamente fa cadere questa richiesta nel vuoto. Se in Colony la scusa andava ricercata nel desiderio di Katie (il personaggio interpretato da Sarah Wayne Callies) di mettersi a completa disposizione della Resistenza, qui è il suo obbligo morale di portare in salvo il proprio figlio. E tutto ciò riesce a risultare credibile se non fosse che Michael, circa quindici minuti prima, le dice: “you play his game, you wear your own mask. As soon as you get a chance to get away with Mike, you take it, disappear.“
Un altro fattore altamente intaccato nello scorso episodio è stata la credibilità, un elemento che quando viene a mancare fa risultare l’intera storia talmente confusionaria da porla sul piano parodistico.
Sara, per correre in aiuto di Michael (che dovrebbe essere avvelenato tramite antigelo, teniamolo a mente perché ci torneremo su questo punto) decide di partire per Creta (dove il gruppo di evasi è riuscito ad arrivare). Ora, escludendo il fatto che Michael fosse in uno stato di salute particolare, potrebbe risultare credibile il viaggio di circa diciassette ore di aereo (Ithaca, New York-Creta) per prestare soccorso ad una persona? Evidentemente, secondo gli sceneggiatori, sì. Tant’è che al suo ritorno negli USA, dopo una permanenza in suolo greco che pare aver coperto una nottata, Sara risulta fresca come una rosa. D’altra parte trentaquattro ore di viaggio in aereo cosa vuoi che siano per l’ex moglie di Michael Scofield?
Sara e Michael: una strana brutta storia
Non vogliamo metterci a snocciolare ogni minuscolo (almeno lo fossero) errore di questa stagione, ma riteniamo che un prodotto di tale livello e brand com’è Prison Break non possa poggiarsi sugli allori e vivere di rendita semplicemente perché “con la prossima stagione dissiperanno ogni dubbio“. E’ scontato che per le serie di stampo non antologico ogni stagione debba riuscire a concatenarsi l’un l’altra tramite quesiti irrisolti, cliffhanger narrativi, ecc. Ma, messo da parte questo concatenamento, la stagione, presa singolarmente, deve riuscire a reggersi in piedi autonomamente altrimenti si finisce a parlare del nulla o, più nello specifico, di una stagione che non sarebbe nemmeno dovuta esistere.
Abbiamo fatto menzione dello stato di salute di Michael, visto e considerato che è stato vittima di avvelenamento da glicole etilenico nella scorsa puntata. Nella precedente recensione abbiamo esplicato esaustivamente come operasse sul nostro organismo questo particolare veleno, scandendone anche i tempi. E abbiamo anche sottolineato come i sintomi non si fossero palesati chiaramente se non sul finire di puntata, fattore che è possibile scusare se lo si associa alla fine dell’effetto dell’adrenalina. Michael arriva a Creta ventiquattro ore successivamente il suo approdo a Phaecia, quindi nemmeno vengono presi in considerazione i sintomi che prevedono come terza e ultima fase un blocco renale (coincidente con le 24h successive all’avvelenamento).
C’è da tenere presente che per evitare questo, sarebbe “bastato” assumere dell’etanolo (alcol etilico): avete presente la bottiglia che Whip e Lincoln si bevono in tranquillità come se fossero in vacanza? Ecco, potenzialmente, se gli sceneggiatori avessero avuto cura dei dettagli (che dettagli non sono visto che ci hanno speso un episodio), quella avrebbe aiutato non poco per evitare il blocco renale.
Ma passiamo oltre.
Michael arriva a Creta completamente dissanguato con una ferita nell’addome aperta da più di ventiquattro ore, tralasciamo quindi l’avvelenamento che non se lo sono filato nemmeno gli sceneggiatori. Sara, che ha viaggiato diciassette ore per il suo fondamentale apporto, lo cura con una trasfusione di sangue.
Michael, ferito e sanguinante all’addome da più di un giorno curato con una trasfusione di sangue.
Se non fosse una serie tv si potrebbe pensare ad una fantomatica cura alternativa, un po’ come il bicarbonato che cura il cancro.
Per concludere l’affaire Michael vs glicole etilenico: se l’avvelenamento era una questione che sarebbe poi stata tralasciata o saltata a piè pari, perché impegnarsi tanto per sottolinearla? Avrebbe avuto lo stesso risultato e fatto la stessa presa se la ferita fosse stata una “banale” coltellata, senza altre questioni annesse. Sembra che anche nelle piccole cose, volendo puntare in alto, si finisca con il tralasciare dettagli fondamentali per non si sa bene quale motivo. Problemi di tempo considerate le sole nove puntate? Risulterebbe strano visto che il progetto è nato così e non ci sono stati tagli o aggiunte al numero degli episodi.
Personaggi in cerca di sceneggiatore
Per quanto riguarda i personaggi secondari, vediamo finalmente l’approdo in scena di Sucre dopo la comparsata lampo nella première. Ma per un personaggio che arriva, un altro se ne va: dopo un apporto pari a una telefonata ad una pizzeria, Ja abbandona il gruppo degli evasi e rimane a Phaecia, il luogo dove sente di aver ritrovato sé stesso. Tutta la redazione di RecenSerie è felice per lui, se fosse così gentile da spiegarci cosa esattamente sia venuto a fare in Prison Break saremmo anche più contenti.
Ci sono altre due scene che al momento sono sembrate gettate alla rinfusa nel calderone della serie. La prima è il finale dello scorso episodio in cui i due sicari di Poseidon si recavano presso la villa del fanatico di Elvis e di cui non è fatta la benché minima menzione nella puntata
La seconda scena è il presunto rapimento lampo del piccolo Mike: la costruzione della scena sembra voler far supporre che il tutto sia una sorta di incubo dello stesso Michael. E si propenderebbe per questo, visto e considerato che il resto della puntata non vede nemmeno un riferimento all’accaduto. Ma lasciamo la porta aperta a successivi sviluppi. Soprattutto se consideriamo che la prossima puntata avrà come titolo “Progeny”.
A differenza dello scorso episodio, “Wine Dark Sea” ha il pregio di veder accadere nei suoi quaranta minuti qualcosa: qualche latitante sviluppo, ma si tratta pur sempre di qualcosa.
Prevedendo un futuro twist e considerata la conversazione telefonica in conclusione di puntata, si potrebbe pensare che Jacob sia un altro semplice operativo di Poseidon o che, più in alto di lui, si trovi qualcuno di ancor più importante: Jacob si rivolge al telefono appellando l’altra persona con un “sir“, indice di rispetto; c’è poi da considerare che la chiamata verteva sul trovare una soluzione riguardo il problema Kaniel Outis e che questa è stata trovata nel lancio di un missile verso una nave mercantile. Non siamo a conoscenza delle precise cariche governative che possono vantare un grado tale da poter lanciare un attacco missilistico, ma non si tratta sicuramente di una figura banale o misconosciuta. E’ possibile, quindi, che Poseidon non sia il vertice della piramide, ma che qualcun altro si ponga in cima ad essa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Phaecia 5×06 | 2.37 milioni – 0.8 rating |
Wine Dark Sea 5×07 | 2.41 milioni – 0.9 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.