Come ogni anno la CBS si presenta agli Upfronts come il network più stabile di tutti, sicuro di sé grazie ad un blocco comedy di tutto rispetto capitanato dal decennale The Big Bang Theory e ad un comparto drama che fa sbavare la concorrenza in qualsiasi serata. Proprio a causa di questo livello di salute estremamente elevato ogni show, per rimanere in palinsesto, deve avere degli ottimi numeri, numeri che in qualsiasi altro network sarebbero come manna dal cielo.
Anche la CBS però deve dare una rinfrescata al palinsesto e tagliare quei “rami secchi” che, per la maggior parte (2 Broke Girls, The Odd Couple, The Great Indoors) non sono per niente “rami secchi”. Quest’anno a dirla tutta, se si fosse deciso di applicare lo stesso criterio di valutazione per tutti gli show, allora si sarebbero potuti cancellare un altro po’ di show come Kevin Can Wait, MacGyver, Criminal Minds, Elementary e Code Black, tuttavia per svariati motivi (tipo syndication, royalties, vendita di diritti all’estero) sono stati salvati. Opinabile ma gli affari vanno così.
Per il 2017/18 il network mantiene lo stesso equilibrio raggiunto nelle scorse stagioni, senza apportare grossi cambiamenti al palinsesto: c’è quindi l’ormai consacrata serata del martedi composta da 2 dei 3 NCIS e Bull, il doppio blocco comedy del lunedi e del giovedi, il venerdi crime fatto da MacGyver, Hawaii Five-O ed il veterano Blue Bloods, ed infine la domenica sera con il terzo NCIS e Madam Secretary. Se la struttura è la stessa, quello che cambia è solo parte del contenuto con sostituzioni strategiche qua e là per mantenere vivo l’appeal. Ecco quindi che del precedente blocco comedy del lunedi rimane solo Kevin Can Wait a cui seguiranno i due promettentissimi 9JKL e Me, Myself & I; Seal Team al posto di Code Black (che però tornerà in midseason); S.W.A.T. sarà il nuovo Pure Genius mentre Wisdom Of The Crowd subentrerà ad Elementary (comunque di ritorno in midseason) ma in un altro slot.
In tutto ciò non è stato menzionato l’atteso e temutissimo spin-off di The Big Bang Theory sul giovane Sheldon, chiamato appunto Young Sheldon, che seguirà lo show originale nella programmazione. Il perché è presto detto e sarà meglio espresso nel recap più sotto: in un momento storico in cui The Big Bang Theory continua a brillare negli ascolti e paradossalmente a crollare nella qualità, l’idea di lanciare uno spin-off sfruttando la nomea della serie originale è rischiosa e potrebbe facilmente trasformarsi in un boomerang. Certo, finché gli ascolti della serie madre faranno da traino naturale a Young Sheldon tutto andrà bene e lo show può dormire sonni tranquilli, tuttavia il fattore “stanchezza” è sempre in agguato e non è da sottovalutare. Detto ciò bisogna liberare la mente dai pregiudizi e dare una chance all’ennesima serie di Chuck Lorre ma prodotta da Jim Parsons.
9JKL: Il titolo (abbastanza difficile da ricordare) è in realtà frutto di una combinazione di numeri degli interni di casa di Josh Roberts, dei suoi genitori e di suo fratello. Lo show, ideato ed interpretato da Mark Feurstein, è basato sulla sua vita reale e lo vede come un attore fresco di divorzio e con un difficile periodo lavorativo, trasferitosi a New York per provare a sistemare la situazione. L’uomo va a vivere in un appartamento dei genitori che abitano accanto a lui e di fianco c’è la famiglia del fratello che ha da poco avuto un bambino. Detta così suona molto noiosa e banale ma il trailer galvanizza moltissimo e candida la sit-com come una vittoria sicura per la CBS. Lo scriviamo nero su bianco.
BY THE BOOK: Il Johnny Galecki di The Big Bang Theory produce questa nuova sit-com basata sul best seller di A.J. Jacobs chiamato “The Year of Living Biblically” in cui un uomo, in piena crisi mistica, decide improvvisamente di vivere la sua vita seguendo tutti i principi scritti nella Bibbia. Inutile dire che tutte le situazioni di ilarità saranno totalmente derivate da questo diverso approccio alla vita, tuttavia l’idea alla base è interessante e sembra buona. Un giudizio finale solo in midseason…
ME, MYSELF & I: La nuova comedy prodotta da Dan Kopelman, Aaron Kaplan, Dana Honor e Randall Einhorn è temporalmente divisa in tre parti che corrispondono ai tre periodi che hanno segnato la vita di un uomo: il 1991 quando aveva 14 anni, il presente in cui è quarantenne, e il 2042 quando ha 65 anni. Presente, passato e futuro hanno quindi storyline, attori e situazioni totalmente diverse le une dalle altre e per questo rappresentano una ventata di novità nel panorama delle comedy da 20 minuti. I tre protagonisti saranno Bobby Moynihan (Alex, present day), Jack Dylan Grazer (Alex, 1991) e John Larroquette (Alex, 2042).
SEAL TEAM: Il protagonista della serie doveva inizialmente essere Jim Caviezel tuttavia, per divergenze creative, quest’ultimo ha preso le distanze dallo show che ha trovato poi il suo protagonista in David Boreanaz. La scelta dei due attori non sorprende molto visto il ruolo richiesto per essere protagonisti: essere il capo di un team di Navy Seal. La serie infatti, come intuibile dal nome, approccerà il mondo dei Navy Seal, il loro stile di vita in missione e al termine di essa, quando la vita reale ed i problemi comuni sembrano ben più difficili da affrontare rispetto ad un terrorista che sta per farsi saltare in aria. Da ciò che si può vedere dal trailer tutto è molto curato, dalla regia agli effetti speciali, bisogna valutare l’evoluzione nel lungo periodo ma l’idea di essere davanti ad un procedurale non è del tutto sbagliata.
S.W.A.T.: La serie è ispirata all’omonimo film del 2003 e ha come protagonista Shemar Moore nel ruolo di un neo sergente della S.W.A.T. a cui viene affidato il compito di occuparsi di un’unità tattica a Los Angeles. Il tema dei poliziotti che uccidono persone di colore in America è molto sentito e a giudicare dal trailer sembra che gran parte della serie verterà su questo argomento molto caldo, tuttavia a parte questo di S.W.A.T. c’è veramente gran poco. Bisognerà guardare almeno un paio di episodi per capire il vero taglio assegnato allo show, di certo la regia è ben curata e anche il casting sembra ben fatto ma i dubbi rimangono.
WISDOM OF THE CROWD: Prendete come riferimento Person Of Interest ed in particolare la Machine creata da Finch. Fatto? Bene. Con questo ricordo in mente ora avrete una prima idea della trama di Wisdom Of The Crowd, serie in cui il pluripremiato Jeremy Piven è un novello Steve Jobs che crea un app in cui tutti possono dare il proprio contributo per catturare un criminale. Il vero scopo è però quello di risolvere l’omicidio di sua figlia, omicidio per il quale è stato incarcerata (probabilmente) la persona sbagliata.
La tecnologia e l’evoluzione social entrano quindi a contatto con il genere crime e, nello specifico, con questa intelligenza artificiale che elabora dati in tempo reale. La serie è ispirata ad un format israeliano ma risulta più che mai fantascientifica ed irreale e, proprio per questo, da immediato Facepalm.
YOUNG SHELDON: Come detto sopra, l’idea di uno spin-off di The Big Bang Theory con Sheldon in versione bambino di 9 anni non può che atterrire. Nell’immaginario collettivo ovviamente la serie avrebbe dovuto prendere le sembianze di una sit-com fatta di risate finte, trenini e bandiere, ovvero tutto quello che Young Sheldon non è. Quello che si vede dal trailer è invece una sorta di comedy in cui la voce narrante di Jim Parsons presenta i ricordi della sua infanzia mentre il giovanissimo ma bravo (perché a primo acchito lo è) Iain Armitage dà vita alla sua versione più giovane. L’idea di uno show del genere potrebbe essere interessante di per sé se ma il franchise di The Big Bang Theory rappresenta per forza di cose un’arma a doppio taglio. Il tutto senza sottolineare che nel trailer di 5 minuti non si ride nemmeno con il solletico, anzi forse è più un drama che altro. La domanda quindi è solo una: why?
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