“Jessica…”
Era metà Agosto 2017 quando cominciò a diffondersi la notizia di un David Tennant nuovamente coinvolto nella produzione di Marvel’s Jessica Jones e ovviamente la notizia destò molto scalpore visto il modo in cui era terminato “AKA Smile“. Fino a questo episodio inoltre ci si è volutamente astenuti dallo scrivere un qualsivoglia commento inerente questa notizia proprio per evitare un possibile spoiler/sorpresa a tutti coloro che non fossero venuti a conoscenza della notizia. Ora però, dopo ben 10 puntate, finalmente possiamo rispondere a quell’annoso dubbio che era nato lo scorso Agosto, ovvero: in che modo Melissa Rosenberg avrebbe riportato in gioco Kilgrave? Dopo la sua uccisione erano possibili solo tre strade: resurrezione (anche se poco quotata ma sempre probabile, vedasi altre serie Marvel/Netflix), flashback nel passato, comparsa sotto forma di allucinazione. Adesso c’è una risposta.
Jessica: “She still has me.”
Kilgrave: “Like you’re enough.”
Jessica: “I’m enough.”
Kilgrave: “Because you didn’t kill today? You sure did yesterday, and you will again. Don’t lie to yourself. I felt you shudder when you were so close. You wanted it. And that terrifies you.”
Jessica: “It should. Because I’m not a killer. I’m not you. I’m not my mother. I can control myself. Which means I’m more powerful than you ever were.”
Kilgrave: “I’ll be around if you need me.”
“AKA Three Lives And Counting” rappresenta per ora il picco di una stagione non eccezionale che vive nel tentativo di non sprofondare nel confronto con la precedente annata. L’assenza di un vero villain carismatico come Kilgrave è una scelta audace ma è anche un’arma a doppio taglio, come si sta notando; tuttavia anche l’opzione di creare un nuovo villain per tentare di nuovo una stagione vincente come la scorsa non può sempre funzionare. Ecco perchè, in questa considerazione generale, va premiata l’audacia della Rosenberg e anche la freddezza nell’utilizzo di Tennant a tempo ormai quasi scaduto. Il confronto tra Kilgrave e Jessica è infatti (per ovvie ragioni) un qualcosa di eccezionale che dà vigore alla puntata e alla serie stessa, specialmente alla luce dell’omicidio perpetrato da quest’ultima e che rischia di porla sul suo stesso livello. Il costante martellamento di Kilgrave nella testa di Jessica riporta alla luce quella tortura mentale che aveva reso grande la prima stagione e di cui, per ovvie ragioni, si sentiva la mancanza. Bastano poche apparizioni, in un climax ascendente, per alzare il livello della tensione e portare l’episodio su un altro livello con tutti i character sull’orlo di una crisi, per diverse ragioni.
Lo stesso confronto tra Trish e Alisa, nello scorso episodio, porta degli strascichi pesanti che vengono affrontati di petto più volte nel corso di questi 49 minuti e che culminano con: il suicidio di Malus, l’operazione che probabilmente trasformerà Trish in Hellcat, l’addio di Malcolm e la fuga di prigione di Alisa (che verosimilmente porterà in 2 puntate allo scontro madre figlia che si è provato ad evitare in ogni modo). Davvero moltissima carne al fuoco ed un’attenzione spasmodica ai dettagli e alla tensione narrativa che in qualche modo si mantiene su un livello costante per tutto l’arco dell’episodio. E non c’è veramente niente di cui lamentarsi, nemmeno del (secondo) nuovo arrivederci di Kilgrave.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
AKA Pork Chop 2×10 | ND milioni – ND rating |
AKA Three Lives And Counting 2×11 | ND milioni – ND rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.